Lo spiegate anche a me come fa il ‘confine dell’universo’ ad essere distante fra i 42 ed i 156 miliardi di anni luce da noi ?! L’autore dell’articolo non ci è riuscito… so di essere un pò ‘duro’ di testa, però…
è una delle tante ipotesi della fisica moderna che tendono anche a contrastare la fisica di Einstein. cmq una spiegazione la si legge già in fondo all’ articolo:
(1) Alcuni lettori si chiederanno come è possibile che l’Universo abbia un raggio di 42 o 156 miliardi di anni luce se è nato solo 13,7 miliardi di anni fa. La spiegazione sta nel fatto che nel tempo le misure si sono dilatate. Si perdoni la semplificazione, ma un centimetro misurato dopo pochi secondi dalla nascita dell’Universo non corrisponde ad un centimetro di oggi.
nel senso che secondo varie teorie più o meno accreditate si pensa che al momento del big-bang tutta la materia attualmente presente nel nostro universo fosse concentrata all’ ennesima potenza in un unico iperagglomerato di dimensioni infinitesimali e se / come descrisse Einstein / materia, spazio e tempo in realtà sono un’ unica cosa allora anche il tempo subì tale mostruosa deformazione facendo sembrare 15/18 miliardi d’ anni (la vita stimata dell’ universo) 42 o 156 miliardi anni.
La cosmologia è da sempre ai confini della scienza. Và sempre presa un pò con le pinze, perchè si evolve molto rapidamente. Quanto ai confini dell’universo… non credo che ne abbia. Dal momento che non è una sfera e che nessuna forma geometrica euclidea riesce a contenere l’universo, temo che cercare di rappresentarlo bi o tridimensionalmente sia impresa ardua.
Quella del tempo “compresso” nella sua fase iniziale è un’ipotesi che ci può stare. Attendo sviluppi futuri.
Basti poi pensare che, secondo la Teoria delle Stringhe, la nostra realtà dovrebbe essere composta da 10 dimensioni spaziali + 1 temporale (è l’unico modo per far convivere Relatività e Meccanica quantistica) e che tutto ciò che compone noi e il nostro universo tridimensionale, in realtà, potrebbe altro non essere che una mera proiezione di uno spazio che non possiamo vedere, come ombre mosse dalla nostra vera entità che esiste in una realtà multidimensionale… beh, c’è da pensarci su.
Un esempio mooolto semplificato può essere questo:
un oggetto bidimensionale proietta un ombra unidimensionale;
un oggeto tridimensionale proietta un ombra bidimensionale;
un oggetto quadridimensionale proietta un ombra tridimensionale… e così via.
Ovviamente un oggetto posto nella sua dimensione spaziale non può aver consapevolezza delle dimensioni superiori.
Vabbè non entro in dettagli altrimenti qui ci facciamo un trattato, comunque per chi volesse saperne di più posso consigliare “La trama del cosmo” di Brian Greene, ma è meglio essere un pò addentrati nel tema altrimenti il libro può essere… legnoso !!!
anche se non è molto correlato all’ argomento del link che hai trovato forse provando a fare l’ esempio del “paradosso dei gemelli” di Einstein potrebbe risultare più chiaro.
Dunque, Einstein immaginò due gemelli di cui uno parte per un viaggio spaziale che dura 20 anni su di un veicolo che raggiunge velocità prossime alla luce e l’ altro che resta sulla Terra.
Al ritorno dell’ astronauta il fratello rimasto a a casa risulterà normalmente invecchiato di 20 anni mentre l’ altro apparirà più o meno come era al giorno della partenza, cioè quasi per niente invecchiato.
In pratica per i due i 20 anni non saranno trascorsi allo stesso modo.
Però, attenzione! secondo Einstein tali fenomeni, almeno in teoria, accadono esclusivamente in condizioni più che estremamente eccezionali, come appunto ipotetico moto della materia a velocità prossime alla luce o condizione fisica della stessa al momento del big-bang. Esperienze non riproducibili sulla Terra e non spiegabili con la fisica più elementare di Newton.
Grande! l’ho appena finito di leggere anch’io! in effetti certe parti sono un po’ spigolose(tipo oceano di Higgs,l’entanglement,agitazioni quantistiche)…però i temi trattati sono incredibili: per esempio le dimensioni nascoste ( e lo spazio di Calabi-Yau! ). Magnifico quando parla degli esperimenti sullo spazio-tempo come macchine del tempo e wormholes!
Scusate per il breve OT ma, a proposito, mi sai consigliare altri buoni libri sull’argomento?“l’universo elegante” com’è? lo consigli o è uguale alla “trama del cosmo”? grazie!
fine OT
vorrei consigliare all’amico Kru di provare ad immaginare l’universo in espansione come due palline inizialmente vicine, ed in mezzo alle due palline la creazione di spazio. Non e’ facile, ma e’ corretto (credo! ;-).)
Altra cosa: il citato paradosso dei gemelli, se posso permettermi, andrebbe approfondito. Il paradosso non sta nel diverso invecchiamento dei due gemelli, spiegato egregiamente dalla relativita’, quanto nel fatto che, secondo alcuni detrattori di Einstein “della prima ora”, sempre in base alla relativita’ non e’ possibile dire quale dei due gemelli si stia allontanando e da chi (o, piu’ correttamente, si puo’ individuare un riferimento spaziotemporale in cui il gemello sul razzo “sta fermo”, e la terra si fa un bel viaggio di anni luce). A questa obiezione si risponde che la relativita’ si applica a sistemi di riferimento inerziali: il fatto che un gemello parta, acceleri fino a Tau Cetui, poi rallenti, giri la barca, riacceleri e ri-rallenti per tornare a casa dal fratello e da mamma’ rende conto dell’inapplicabilita’ del paradosso dei gemelli cosi’ come veniva contestato allo zio Albert.
Sui libri, mi permetto di consigliare due testi:
Uno stra-or-di-na-ri-o (vi GIURO che potrete capire la relativita’: basta la matematica del biennio liceo scientifico). Il libro e’ Fisica dello Spazio-Tempo (Zanichelli), di Taylor e Wheeler
l’altro, per chi e’ “avanti” ed ha capito che la teoria delle stringhe non porta da nessuna parte (c’e’ chi dice che non ha neanche il pregio di essere sbagliata), ecco Warped Passages, di Lisa Randall, che spiega molto bene la teoria delle multi-dimensioni. (esiste anche in traduzione italiana, son sicuro).
ho citato l’ esempio del paradosso dei gemelli al solo fine di rendere più chiara l’ idea che lo scorrere del tempo varia a secondo dello stato di moto (o di quiete) dell’osservatore, dipendendo dalla velocità con la quale quest’ultimo si muove.
Attenzione,
la Teoria delle stringhe sembra risolvere l’incompatibilità tra Relatività e Meccanica quantistica quindi non bocciamola a priori, attendiamo almeno sviluppi non appena avranno terminato il nuovo LHC, il mega-acceleratore di particelle.
L’entanglement quantistico è una delle cose che più mi affascina ed ho comprato quel libro proprio per questo argomento.
“La trama del Cosmo” riprende un pò i temi trattati ne “L’universo elegante” quindi se hai letto il primo non credo servi il secondo che è precedente.
Ti posso consigliare:
“Come costruire la macchina del tempo” di Paul Davies;
“L’equazione di Dio” di Amir Aczel (mi è piaciuto molto);
“L’universo in un guscio di noce” di Stephen Hawking.
Grazie mille delle info, Jormungaard e paolo137! in effetti “L’universo in un guscio di noce” lo volevo prendere…andrò pure alla caccia degli altri…
Mi sto davvero appassionando a questi temi, e all’astrofisica in generale!
Il paradosso dei gemelli, è un esempio per fare capire che lo spazio e il tempo non sono assoluti come pensava ad es. Newton, ma sono un tuttuno o,se si può così dire, “complementari”. Mi spiego: un’automobile che è parcheggiata a lato della strada, e quindi non compie moto nello spazio, si muove esclusivamente nel tempo (passano i secondi,minuti,ecc). Se l’auto si muove e si allontana,una frazione del moto totale spazio+tempo viene usata per compiere moto nello spazio: quindi la componente “tempo” necessariamente DEVE diminuire. La velocità della macchina NEL tempo [glow=red,2,300]rallenta[/glow] quando una parte del moto totale è impiegata nel moto nello spazio. Ancora, “Il tempo trascorre più lentamente per oggetti in movimento di quanto non faccia per ciò che resta fermo”.
Se un oggetto ipoteticamente usasse il suo patrimonio spazio-tempo solo per lo spazio (come accadrebbe se viaggiasse alla v della luce) il tempo si fermerebbe completamente. Per questo la luce non invecchia MAI: le lancette dell’orologio di un ipotetico astronauta che si muovesse a questa velocità non si muoverebbero di un millimetro!
La cosa sorprendente è che è stato riscontrato effettivamente in moltissimi esperimenti; ad es. è stato visto che l’orologio atomico montato su un aereo di linea segnava tempi diversi rispetto a un’altro identico lasciato a terra(centinaia di miliardesimi di secondo di differenza); ovviamnete più la velocità è grande più la differenza si fa notare.
Einstein aveva ragione.
Spunti tratti da - Brian Greene “La trama del cosmo” Einaudi editore
Appunto, anche sulla Terra queste situazioni esistono, però sono talmente impercettibili ai nostri sensi da non potercene accorgere, non per niente c’è voluto un orologio atomico che calcola anche il miliardesimo di miliardesimo di secondo per dimostrare alcune ipotesi di Einstein.
In pratica se avessimo l’ ipotetica possibilità di poterci muovere a velocità prossime alla luce alcuni paradossi della teoria della relatività non sarebbero più tali ma farebbero parte delle nostre esperienze quotidiane.
Esatto! Come dice lo stesso Brian Greene, sarebbe la fortuna dell’industria cosmetica! Solo che dovrebbe fornire mezzi con motori leggermente più potenti degli Ares,Shuttle,Delta…!
Perdonatte, ragazzi, ma resto della mia opinione: quello di cui parlate voi non e’ il paradosso dei gemelli, proprio perche’ nell’ambito della relativita’, il fatto che uno dei gemelli invecchi e l’altro no e’ perfettamente spiegato e comprensibile.
Per “paraodosso dei gemelli” si deve intendere la pretesa (e falsa, ripeto), impossibilita’ di capire quale dei due gemelli si muove rispetto all’altro, basandosi sulla letterale teoria della “relativita’”, che sembra suggerire appunto il moto relativo.
Questo lo spiega molto bene Paul Davies ne “I misteri del tempo”.