Su l’Huffington Post è comparso un articolo di Andrea Purgatori (per i più giovani, il giornalista del Corriere che intuì per primo i depistaggi legati al Dc-9 dell’Itavia abbattuto sopra il Tirreno nel 1980) dove compaiono altri dettagli, legati perlopiù alla personalità del comandante del volo disperso.
Qui Il Post esamina l’ipotesi più assurda, quella dell’atterraggio in una località segreta. A logica (se in questa brutta storia la logica esiste), dovremmo cercare verso l’Asia Centrale e non in mezzo all’Oceano Indiano…
Quindi si avvalora l’ipotesi che il comandante abbia deliberatamente dirottato l’aereo per poi farlo precipitare in mare.
Ho letto di un recente suicidio del comandante… ha aspettato che il secondo pilota andasse alla toilette per barricarsi in cabina ed impostare la quota di volo al di sotto del terreno. Il resto vien da se.
Ma qui l’aereo ha volato un bel po. Se è veritiera la mappa della rotta reale come la si vede in TV, non potrebbe esserci stato un guasto in cabina?
Ecco la mia ipotesi:
ad un tratto il pannello di comando ha una failure, ma a bordo nessuno si accorge di nulla, solo il pilota automatico, che cambia rotta all’aereo. La failure è piuttosto estesa, perchè spegne anche un bel pò di strumentazione che dovrebbe essere indipendente. Come? La butto lì, ma a me è capitato che il cancello elettrico di casa facesse le bizze perché alcune forbicine si erano folgorate tra i contatti delle schede. Quindi, volando di notte, i piloti non si sono accorti d’aver addirittura invertito lal rotta.
Quando hanno capito che qualcosa non andava, che la radio non andava e che era passato troppo tempo senza ricevere segnali dalle stazioni radio, devono aver capito che c’era stato un guasto. Hanno operato in modo da riportare l’aereo in rotta, infatti ad un tratto l’aereo sembra tornare indietro. Poi la failure si è ripresentata e l’aereo ha cambiato nuovamente rotta. I piloti hanno tentato di rimettere l’aereo in rotta, ma ormai il carburante era esaurito.
Tornando alla prima ipotesi, quella del comandante suicida, forse voleva dirottare l’aereo, poi qualcuno ha ripreso il controllo ma in seguito lo ha perso. infatti, se il comandante voleva il suicidio bastava poco per arrivare alla sua meta, invece dirotta l’aereo, lo fa volare a lungo su una rotta dove non c’è nulla, poi cambia rotta di nuovo…
Comunque, che tragedia.
Ares, guarda, non regge. Seguo AVH da anni, e ci sono molti casi di avarie elettriche di vario tipo. Impossibile non accorgersene, ci sono troppe ridondanze. In caso di dubbio, in tutti i “glass cockpits” ci sono alcuni strumenti analogici, del tutto indipendenti dai sistemi elettrici. Le piattaforme inserziali di navigazione sono due o tre, ridondate e fault tolerant, così come i calcolatori dati aria - non può semplicemente cambiare rotta, il sistema si sarebbe accorto delle discrepanze fra le piattaforme e dato un allarme (capita abbastanza spesso). Le radio sono almeno 4 (tre VHF, un HF), più probabilmente un satellitare, e sono alimentate da batterie locali e da bus elettrici indipendenti. Il trasmettitore ACARS avrebbe inziato immediatamente a sparare un diluvio di messaggi di guasto. I trasponders radar sono due, e sono monitorati. Qui le domande iniziano, come giustamente dice l’Huffington Post, del perchè i controllori di volo non abbiano fatto nulla quando hanno visto sparire il secondario, cioè quando il pilota ha spento i trasponders.
Marco Langborek spiega come stimare dai dati Inmarsat l’area in cui si sono perse le tracce dell’aereo, e si chiede se e quali satelliti signint americani possano avere rilevato qualcosa.
Lem, suona bene (nel senso di sounds good). In teoria qualche radar potrebbe aver visto un target più grande del normale, ma dato che il primo aveva il trasponder acceso la cosa passa inosservata. Per quel poco che ne so, non vedo controindicazioni; ti metti a 100 m sotto l’altro aereo, e segui le sue luci di posizione. Noioso e difficile, ma possibile.
Nelle nostre ipotesi stiamo dimenticando che non è scomparso solo un aereo, sono scomparse più di 200 persone. Ammettendo che l’aereo sia atterrato “sano e salvo” da qualche parte, che cosa hanno fatto i passeggeri in questi 10 giorni? Cosa hanno mangiato e cosa hanno bevuto?
Non è per fare l’uccello del malaugurio, ma secondo me l’ipotesi più probabile è che l’aereo ed i suoi passeggeri si trovino da 10 giorni in fondo all’oceano.
A proposito dei passeggeri, se l’aereo ha continuato a volare per 7 ore dopo che ne è stato preso il controllo, mi chiedo cosa abbiano fatto tutte quelle persone e come siano state tenute sotto controllo.
Se il comandante si è chiuso da solo nell’abitacolo, in 7 ore un paio di centinaia di persone, con l’aiuto del resto dell’equipaggio e qualche attrezzo recuperato nella cabina passeggeri, sarebbero probabilmente riusciti a sfondare la porta e riprendere il controllo. Il comandante potrebbe avere depressurizzato solo la cabina passeggeri per neutralizzarli? O forse ha neutralizzato il copilota, e anche riprendendo il controllo le persone a bordo non avrebbero potuto fare molto?
Se invece un commando armato si è impossessato dell’aereo sarebbe stato più facile gestire la situazione, ma dopo l’11 settembre i passeggeri avrebbero forse tentato di tutto.
Stavo pensando la stessa cosa.
Speriamo almeno si riesca a dare una risposta alle famiglie.
Sicuramente la faccenda non è stata trattata con la trasparenza dovuta.
Stamattina c’è un comunicato molto generico del governo malese, che essenzialmente chiede a tutti gli esercenti di sistemi satellitari di dare una mano, USA compresi. Anche la Cina dice di aver iniziato le ricerche nel suo territorio. L’Australia inizia le ricerche in un’area 1500 nm SW di Perth, con l’aiuto degli USA.
Virando spericolatamente dal piano tecnico-aeronautico a quello fantapolitico, i passeggeri sono ostaggi preziosi, specialmente se in gran parte cinesi. Una trattativa con i sequestratori, anche se condotta ai più alti livelli istituzionali, non potrebbe però rimanere a lungo segreta e quindi il discorso ritorna al punto di partenza. Se non vengono trovate prove dello schianto, questa storia diverrà la madre di tutte le cospirazioni (da quello che resta di Al Quaeda agli alieni…)
Io la vedo diversamente. Se non vengono trovate prove di cospirazioni (da quello che resta di Al Quaeda agli alieni…) lo schianto in mare resterà lo scenario più probabile.
Se le motivazioni fossero politiche o terroristiche, la visibilità mediatica di una simile trattativa non dovrebbe essere uno strumenti dei sequestratori? Perché condurla in segreto?
Un pilota esperto ha formulato un’ipotesi di incidente che spiegherebbe i fatti noti. Executive summary: l’incendio di uno pneumatico avrebbe spinto il pilota a tentare un atterraggio d’emergenza sulla pista più vicina, Pulau Langkawi. Se ho capito bene, il fumo intenso e densissimo non avrebbe però lasciato scampo e l’aereo sarebbe precipitato.
Io invece non capisco: abbiamo un incendio che impone di spegnere tutto quanto, inclusi sistemi assolutamente secondari rispetto alla capacita’ di volo (i transponder), eppero’ i piloti continuano ad usare il “George”?
Mi sembrano due cose in antitesi, da profano.