Wally Schirra e il mancato decollo della Gemini 6

:smiley:
Buongiorno.
Qualcuno ha maggiori informazioni riguardo la decisione di Wally Schirra di non eiettarsi dopo il mancato decollo della Gemini 6 ? In particolare quanto tempo occorse per ripreparare la rampa per il nuovo lancio? Quali erano le procedure di aborto del caso? Quale era la discrezione del Comandante in questo caso? C’era la possibilità di una eiezione automatica da parte del Controllo Missione?

Fra il primo tentativo e il lancio passarono 3 giorni.

Cari Amici, oggi sono passati esattamente cinquant’anni dal fallito lancio della Gemini 6 che portava a bordo gli astronauti americani Walter Schirra e Thomas Stafford.

Ecco in sintesi come andarono le cose:
[i]"Immediatamente dopo il lancio della Gemini 7, effettuato il 4 dicembre 1965iniziarono i preparativi per il lancio della Gemini 6. I lavori di assemblaggio ed i test di lancio procedettero in una maniera talmente veloce e senza incontrare problemi, che il lancio precedentemente programmato per il 13 dicembre venne anticipato al 12 dicembre.
Ma se i preparativi erano proceduti normalmente, gli eventi iniziarono a capovolgersi uno dietro l’altro nel momento stesso del lancio. I congegni di propulsione si erano già accesi, quando un cavo non montato correttamente si staccò dall’allacciamento al razzo. Il cavo in questione era programmato per staccarsi al momento del distacco da terra azionando in questo modo l’orologio all’interno della cabina di pilotaggio cronometrando l’inizio della missione. Siccome il cronometro fu ugualmente azionato mentre il razzo era ancora fermo a terra, i congegni di propulsione si spensero automaticamente.

Il comandante della missione Walter Schirra dimostrò di avere nervi d’acciaio quando si accorse che il cronometro si era messo in funzione, mentre i congegni di propulsione si erano spenti. Ciò fu infatti un segnale di evidente pericolo, in quanto era un segno inequivocabile che il lancio era fallito. Nella sua funzione di comandante, Schirra avrebbe dovuto immediatamente azionare gli appositi sedili, affinché l’equipaggio venisse catapultato fuori dall’abitacolo: infatti un razzo completamente pieno di combustibile che si trova in pericolo di precipitare o come in questo caso rovesciarsi sulla rampa di lancio (dato che non era più sostenuto dagli appositi congegni) sarebbe con ogni probabilità esploso. Entrambi gli astronauti non credettero alle indicazioni del cronometro, dato che non si erano accorti di alcun movimento verso l’alto del razzo. Pertanto rimasero calmi segnalando semplicemente lo spegnimento dei congegni di propulsione. Solo dopo che fu chiaro che il razzo non si sarebbe rovesciato, e che gli appositi sedili non erano stati azionati, i due astronauti vennero recuperati e fatti uscire dall’abitacolo della capsula Gemini.

Il lancio dovette ovviamente essere spostato di qualche giorno: ma il ritardo fu ovviamente molto minore di quanto sarebbe capitato se i sedili fossero stati azionati.

L’inchiesta per chiarire l’insuccesso del lancio svoltasi immediatamente dopo a questi fatti portò alla luce non solo che ulteriori cavi erano stati montati in una maniera abbastanza malferma, ma che era addirittura stato dimenticato di levare un’apposita copertura dei congegni di propulsione onde evitare l’entrata di polvere, fatto che indipendentemente dal distacco del cavo avrebbe causato lo spegnimento dei congegni e la conseguente interruzione del lancio.

[/i]La fretta nell’assemblaggio fu dunque quasi la ragione di una tragedia in fondo scampata di poco…" (pagina tratta da Wikipedia)

In allegato: la prima pagina de “LA STAMPA” del 13 dicembre 1965


Un “lancio in fretta”, in sostanza, finito come finiscono quasi tutte le cose fatte di fretta :grin:
Interessante “chicca”!

Shirra aveva l’ultima parola sull’azionamento dei sedili eiettabili? Mi sembra che abbiano corso un rischio enorme

In tutte le missioni Mercury, Gemini ed Apollo era il comandante ad avere in mano il comando di Abort. Nelle missioni Gemini era per l’appunto un sedile eiettabile (almeno finché si trovavano in atmosfera) mentre nelle Mercury ed in Apollo il comando di Abort faceva staccare la capsula dal vettore e a mezzo razzi ausiliari la portava lontano. Era comunque sempre il comandante in quanto era lui colui che poteva valutare se il pericolo era tale da dover comandare un Abort oppure continuare regolarmente la missione (vedi Apollo 12, per capirsi).

Almeno per l’apollo anche il controllo missione poteva decidere di abortire (si vedano le flight rules per approfondire) e da t-5:30 (allontanamento del braccio d’accesso) a +/- T+1:30 (separazione della torre di fuga) la iu poteva abortire automaticamente.
https://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/A11MissionRules.html