Una revisione attenta che ha permesso un secondo lancio dopo soli 87 giorni?
10 volte senza sostituzione di componenti, era stato detto credo fino anche a 100 sostituendo i componenti più delicati.
Le due metà dell’ogiva sono state recuperate da MrSteven ma non senza aver fatto un bagno nell’oceano…
Presumo che in questa fase iniziale di riutilizzo vorranno evitare fallimenti, quindi le analisi saranno più approfondite. Allo stato attuale ogni riutilizzo segna un record per il veicolo stesso…
Questo è il fleet leader, sarà sempre il più controllato immagino.
Arrivati in porto i due fairings, purtroppo ripescati anziché acchiappati al volo.
Pur essendo più vicina alla costa, la chiatta con il primo stadio è rientrata dopo la nave che ha raccolto i fairings.
Queste dichiarazioni sono state fatte dopo il primo lancio. “The first Block rocket will undergo “very rigorous” examinations after the flight”
Nella stessa conferenza hanno detto altre cose tra cui che l’obiettivo e’ arrivare a un rilancio nelle 24 ore, limitandosi a rifornire il booster.
Si, certo. Non volevo mettere in dubbio che quella dichiarazione fosse stata fatta. Quello che penso è che probabilmente alla fine il razzo non è stato “take it apart” in quanto non avrebbe potuto probabilmente più rivolare, e tantomeno rivolare dopo 87 giorni.
Arrivato in porto.
Dopo questa esperienza mi chiedo se stanno valutando di lanciare anche da una piattaforma galleggiante, oltre che atterrarci.
Anticipo le vostre obiezioni: lo so che e’ una cosa estremamente complicata. Ma per il BFR e’ previsto.
Richiede serbatoio di propellenti, uno stock di secondi stadi e di fairing, moltre strutture, oltre che la consegna del payload a bordo, probabilmente anche personale con i conseguenti problemi di sicurezza.
D’altro canto potrebbero esserci parecchi vantaggi non indifferenti che potrebbero compensare gli svantaggi.
Le cosiddette “range fees” e i vincoli di sorvolo e di operativita’, come visto in questo caso, oltre alla possibilita’ di lanciare da localita’ piu’ opportune in base all’orbita di destinazione (per le rotte polari la Florida non va bene, se possono avvicinarsi all’equatore il payload aumenta ecc.). Magari anche aggirare qualche vincolo legale. E poi per tutte le missioni oltre l’orbita di Marte lanciare un reattore nucleare sarebbe molto molto utile, ma farlo vicino a zone abitate, anche se gia’ fatto in passato, e’ ovviamente piu’ problematico che in mezzo all’oceano.
Parte di questi vantaggi si avrebbero anche con una infrastruttura di lancio privata. Ma solo parte.
Anche per il Saturn V si ipotizzò inizialmente la possibilità di lanciarlo da una piattaforma sul mare.
Ho postato prima di scoprire che oggi hanno fallito l’atterraggio. L’operativita’ dall’oceano a centinaia di km da zone abitate potrebbe far star tutti piu’ tranquilli. La probabilita’ di perdita del primo stadio potrebbe essere ottimizzata in termini statistici per il minimo costo medio per lancio (se ridondare troppo costa e penalizza le prestazioni accetto di perdere qualche booster ogni tanto). Comunque non ne parlo piu’ qui, forse era OT gia’ prima.
In queste foto si apprezzano le generose dimensioni delle grid fin!