Ariane 6, competitività e sviluppi futuri

Ecco il motore dello stadio principale, con 135 tonnellate di spinta nei primi 8 minuti.

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Una bella foto di un Vulcain 2.1 in tutto il suo splendore!

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ESA potrebbe rivolgersi a… SpaceX per chiudere il gap lasciato aperto dalla mancanza di lanciatori Sojuz.
Mettiamoci tutti i condizionali del caso, ma rimane un’opzione plausibile.

Suggerisce molte speculazioni.

La prima che mi viene e’ una fuga in avanti. SpaceX sostituirebbe Soyuz come fornitore puro o addirittura come partner? Nel secondo caso… in un giorno lontano vedremo forse lanciare i Falcon da Kourou? Ve l’avevo detto che era una fuga in avanti.

Detto questo la finzione di non lavorare con un concorrente non ha piu’ senso. I lanciatori di SpaceX hanno raggiunto la piena maturita’, l’apporto di quote di mercato da ESA cambierebbe le cose in futuro meno di quello che sarebbe stato in passato.

Inoltre nessuno si stupira’ ne’ si scandalizzerra’ se l’Europa continuera’ a sviluppare i propri lanciatori investendoci anche quando non e’ la soluzione piu’ economica. Le vicende degli ultimi anni hanno dimostrato che e’ sempre meglio avere dei backup e una indipendenza strategica, in caso di grounding o impraticabilita’ di uno dei fornitori. E’ applicato dalla Nasa, in campo spaziale ma vale anche per altri attori e altri settori (indipendenza energetica, produzione di chip ecc…). Insomma, come specificato nell’articolo una collaborazione con SpaceX potrebbe non danneggiare lo sviluppo di Ariane 6 e in prospettiva di lanciatori riutilizzabili Europei (anzi, acquisire un po’ di know how addirittura potrebbe aiutare).

Quindi ha senso, come ha fatto Oneweb. Peraltro, citando una frase attribuita in questa forma a un certo Giulio Cesare, “Se non puoi sconfiggere il tuo nemico, fattelo amico”.

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Penso che sia chiaro che costruire le infrastrutture per una tecnologia di cui non si ha il controllo della filiera non sia stata una scelta vincente. Adesso ci ritroviamo con una rampa di lancio, qualche soyuz e delle infrastrutture che non possiamo utilizzare perché non abbiamo le competenze. Otre che non voglio nemmeno pensare le procedure burocratiche per esportare della tecnologia come un razzo dagli USA.

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… oppure esa si limiterà a comprare il servizio di lancio in attesa di trovare una soluzione autoctona.

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Credo che non esista più al mondo una infrastruttura in cui un solo paese controlla l’intera filiera. Di sicuro come minimo c’è qualcosa di Europeo, qualcosa di Americano e qualcosa di Cinese…

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Infatti io ci leggo “abbiamo dei problemi su Ariane 6”, evidentemente su Vinci ed il primo stadio a quanto pare dai commenti sul forum di NSF…

ricordo una discussione di qualche anno fa con un amico che è un dirigente di ESA (molti di voi lo conoscono di sicuro, ma preferisco non fare nomi). Di fronte ai risultati di SpaceX (se non ricordo male era il periodo dei primi tentativi falliti di ammaraggio, intorno al 2015-16) rispose con un sorrisetto, dicendo che non vedeva “nulla di innovativo” nel Falcon 9 e che Elon Musk era un “amateur”.

Non lo sento più da anni ma mi chiedo se la pensa ancora così. Già ai tempi mi sorprese l’evidente sottovalutazione del problema che si sarebbe venuto a creare in pochi anni.

Per me Arianespace, come un po’ tutta l’Europa, ha dormito sugli allori (e sui finanziamenti pubblici, e anche sulla certezza di poter fare piggybacking sugli USA). Non siamo/sono stati pronti a reagire, e adesso ne paghiamo le conseguenze.

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Mi trovi pienamente d’accordo.
Quel fenomeno di Stéphane Israël, scherniva spaceX, andando a dire in giro prima che il sistema era difficilmente realizzabile e poi che non era conveniente economicamente.
Ancora qualche anno fa sosteneva queste cose.
A me quello che stupisce e che questo signore ha ancora un ruolo in Esa.
Tra l’altro si vantavano di avere pure un lanciatore medio, cosa non vera.
Il Sojuz era Russo. Loro lo lanciavano soltanto dopo aver costituito a caro prezzo una rampa.
E oggi si vedono le conseguenze

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Beh sì, per me uno che ha aumentato i revenues del 30% per Arianespace dal 2020 al 2021 è abbastanza un fenomeno…

Verissimo.

D’altra parte però se si essmina il delta rispetto al 2020 ci si accorge che quasi tutti sono lanci di clienti istituzionali (ASI, ESA, EUTMETSAT, ISRO ecc.), non afferenti al “vero” mercato commerciale.

Massimo rispetto per Israel ma in questo caso si tratta di contratti “dovuti”, chiunque altro al suo posto forse avrebbe ottenuto risultati analoghi.

Certo, e 8 dei 12 lanci non-Starlink del Falcon 9 nel 2021 (66%) erano istituzionali Americani… :slight_smile:

Lungi da me essere un tifoso di Arianespace (ho lasciato Airbus dopo più di 10 anni e ne conosco molto bene tutti i difetti), ma neanche ne parlerei con disprezzo

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Io non ne parlo con disprezzo, per cui non mettermi un bocca parole che non ho detto.

La mia era una semplice e molto cruda constatazione.

SpaceX può anche avere contratti governativi ma non è Arianespace, punto.

A parte che a posteriori siamo bravi tutti a dare giudizi tranchant, un dirigente nella posizione di Israel si giudica dai risultati e non da opinioni, per quanto opinabili.
Se ESA non ha lanciatori riutilizzabili non dipende dalle decisioni di Israel, per dire.

Non vi sono dubbi sulla solidità tecnica di SpaceX, anzi, ma vale la pena di ricordare che i loro conti non li ha ancora visti nessuno.

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Non mi riferivo a te :wink:

La stessa cruda constatazione che si può fare per SpaceX, riguardo ai lanci istituzionali che coprono la maggior parte dei lanci :slight_smile:

D’altronde da questo non si scappa, lo spazio è in gran parte istituzionale

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Giusto. Ma ho trovato semplicemente arrogante e presupponente la sua presa di posizione atta a difendere scelte conservative.

La presa di posizione va anche letta considerando l’agenzia che rappresenta(va) e i relativi interessi commerciali/politici in quel momento.

I direttori/dirigenti/amministratori sono emanazione dell’ente/azienda che gestiscono, non si può giudicarli sul piano personale basandosi sulle dichiarazioni ufficiali/pubbliche.

Giudicare dai risultati economici a breve termine un’industria aerospaziale (e in generale ad alta intensita’ di know how) lasciatemi dire che e’ molto molto molto molto miope.

Anche Dennis Muilenburg aveva fatto miracoli con le revenues e il valore azionario di Boeing.

Peccato che ha quasi distrutto l’azienda.

Questo l’andamento delle azioni Boeing negli ultimi 10 anni:

Ora, se tagli i costi di ricerca, riutilizzi airframe di 50 anni fa, bruci tutti quello che rende forte e in grado di competere una azienza sul lungo termine e, nel caso di Muilenburg tagli gli investimenti in sicurezza riesci certo a fare il fenomeno e aumentare gli utili e i valori di borsa sul breve termine.

Uno dei piu’ grossi difetti del capitalismo attuale e’ che favorisce politiche e manager che massimizzano i risultati di breve termine, a scapito dei risultati che pero’ si disvelano piu’ tardi, quando i suddetti manager hanno gia’ arraffato ricchissime stock options e buonuscite. E anche dopo il sistema (che e’ pieno di manager con questa mentalita’) non associa molto cause e effetti, neanche sul lungo termine. Anche nella storia di solito ci ricordiamo i condottieri che hanno dilapidato gli asset faticosamente costituiti da oculati predecessori, che invece vengono in parte dimenticati.

Ora quella frase di Israel di un po’ di anni fa anche io c’e’ l’ho stampata in testa come una ferita ancora dolente, e anche io non mi capacito che quell’uomo sia ancora al suo posto.

E non solo per la prima parte, con la previsione tecnica fallace che la riutilizzabilita’ non funziona, perche’ sbagliare e’ umano.

La cosa che non posso perdonare e’ la seconda parte, tra le righe: se anche facessimo lanciatori riutilizzabili il risultato sarebbe di venderne di meno perche’ tanto quei fessi di con tribuenti ci comprano quel certo numero di lanci, qualunque cosa succeda.

In qualita’ di contribuente fesso mi sento oltraggiato.

Io sono ben disposto ad investire soldi pubblici, anche molto di piu’ di cosi’, nell’industria spaziale per trovare nuove soluzioni, costruire know how e porre le basi per sviluppi futuri, nello spazio e non solo.

Ma spenderli per sviluppare tecnologie superate o tenere in piedi apparati costosi, e far finta che il mondo non sia cambiato, e’ addirittura nocivo.

Quindi revenues a breve del peggior capitalismo, refrattarieta’ alla vera innovazione “game changer” e perpetuare apparati costosi fini a se stessi tipico del peggior intervento pubblico, no, quello no.

Per fortuna il mondo e la natura competo sul lungo termine, quindi quello che succedera’ tra 10-20-50 anni conta, se non altro a tempo debito. Pero’ sarebbe bello essere dalla parte di quelli che hanno investito bene, per allora.

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E quando mai avrebbe detto queste parole?
Per favore, se fai delle affermazioni di questo tipo, riporta la fonte. Altrimenti non valgono niente.

Come ho scritto sopra, dati alla mano, tutto il mondo dei lanciatori vive sui soldi dei contribuenti, incluso SpaceX. Ma nonostante questo, non credo che nessuno in nessuna della aziende che lavora nel settore spaziale abbia mai fatto un ragionamento come quello di cui scrivi tu. E trovo alquanto offensivo per il settore privato europeo così come per l’agenzia spaziale Europea, che dall’esterno ci si permetta di fare accuse del genere, senza avere idea dei processi che hanno portato a un tipo di scelte piuttosto che a un altro.

Detto questo, ovviamente solo il tempo ci dirà chi ha ragione. Io dico che hanno ragione tutti, perché alla fine bisogna smetterla di tifare per uno o per l’altro e riconoscere che da tutte le parti, anche se per vie diverse, che siano in SpaceX, Airbus, Boeing o chi altro, ci sono dei professionisti che fanno un lavoro eccezionale per portare l’umanità nello spazio.

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