Speriamo che questo “esodo” di know how finisca negli stabilimenti delle aziende private spaziali…. Potrebbe essere un effetto positivo per esse non previsto …
A quanto pare la tua speranza non è vana, in fatti da qualche giorno su LinkedIn stanno apparendo annunci da parte di alcuni operatori aerospaziali europei, come Argotec:
Aegotec ha aperto una sede in USA. Per le aziende Europee assumere personale con cittadinanza US è una complicazione che di solito si cerca di evitare. Ovviamente vale anche la cosa simmetrica, per un europeo lavorare in USA in campo spaziale è molto difficile.
Bella la scusa di tenere tutti a casa così ricevono le news in un posto “rilassante”. In questo modo si evitano di dover dire faccia a faccia alle persone che verranno licenziate, una bella email e via, non serve neanche che tu venga on-site domani.
E avrai modo di parlare con dei trained professionals, probabilmente che vengono da fuori, riguardo a quello che ti sta per succedere. Ma che non ci sia il rischio che tu possa parlare a quattr’occhi col tuo capo, per cui ti sei fatto il mazzo negli ultimi anni, per chiedergli come mai ha deciso di lasciarti a casa
In periodo di crisi ci sono sempre tagli, non è una novità. Non è facile per tutta la catena di comunicazione, che si faccia di persona o via email. Nella ricerca scientifica i tagli sono definitivi, una volta tagliato il ramo non ricresce. Parlo per esperienza vissuta, per quanto si possa documentare e archiviare, la ricerca scientifica segue processi diversi dal normale business.
I tagli avvenuti ora al JPL non si recuperano col passaggio al privato. Anni di ricerche in cose che per un business sono produttive sono perse per sempre.
Io pure ho lasciato la ricerca scientifica in un periodo di tagli, per scelta mia, non per imposizione dall’alto, ma perché stavo intuendo come andavano le cose. E la stessa scelta è stata fatta da molti miei coetanei a quel tempo, per questo parlo per esperienza. Il buco creato è rimasto. Quelli che son venuti dopo, si sono occupati di altre cose, di quello per cui spingevano la loro ricerca e i loro interessi. Nella ricerca, di solito uno percorre sempre lo stesso sentiero tortuoso per anni, prima di sapere se c’è una via d’uscita o meno, e finisce con una scoperta nuova o un nulla di fatto. Eliminare quei rami prima della fine è un taglio netto, definitivo e irrimediabile.
Se quelle persone licenziate dal JPL andranno da un’altra parte, da un privato che fa cose spaziali, ben per lui e per l’azienda. Farà quello dove punta l’azienda però, non continuerà la sua ricerca. Se l’ingegnere stava studiando come mettere un braccetto a un drone marziano, ad Argotec non gli interessa molto.
Non riesco a trovarlo, ma c’era un ex dipendente JPL che ha fatto un bel ragionamento su cosa compromette questo taglio a lungo termine, lo ritrovo e pubblico.
Tornando al budget NASA, vedremo come va a finire tra un mese, se finisce. Ma alla fine quello che conta, per quanto si voglia dare colpa alle decisioni prese in alto, al governo, ecc., la colpa è sempre dei cittadini che non hanno interesse in queste cose. Sono soldi pubblici, dei cittadini, e vengono spesi in cose in cui i cittadini hanno più interesse, possa essere questo dominio in guerra, senso di patria, sentimenti magari anche imposti dall’alto, ma è così che funziona.
I tagli al budget ci saranno sicuro, non ci sarà la crescita che c’è stata finora, molte missioni importanti che ritenevamo impossibili da tagliare verranno tagliate, MSR, Lunar Gateway, ISS, SLS, perdendo un sacco di know how. Quello che può essere trasferito ai privati, riguarda solamente roba che può avere interesse in ottica commerciale, quindi lanci in orbita bassa, GEO, al massimo la Luna. Nessun privato può avere interesse a una missione di eliofisica o allo studio degli oceani di Encelado, non c’è in nessun modo ritorno.
Sottoscrivo in toto purtroppo. L’ingegnere che va nella compagnia privata di certo non andrà a costruire rover marziani o lander di lune di giove. Lavoreranno su satelliti e altri sistemi che hanno ritorno economico.
La scienza può solo farla la NASA.
Non è detto… se non ci fosse stato il taglio del programma Shuttle nei primi anni dieci, probabilmente SpaceX non sarebbe dov’è ora.
In totale, furono di sicuro di più le persone che cambiarono completamente settore, ma tante comunque andarono a portare esperienza ad una nuova azienda che stava emergendo
SpaceX non fa scienza. Il programma Shuttle non era scientifico, era ingegneristico. Al JPL si faceva tanta scienza e il JPL è il punto di contatto principale tra le università e la NASA.
Ho trovato la storia che cercavo:
Infine un’ultima curiosità, che non c’entra niente però: JPL e astronautica cinese hanno un genitore comune, si chiama Qian Xuesen. Fondò lui insieme ad altri membri dell’università del Caltech il JPL e dopo la cacciata degli Stati Uniti contribuì alla nascita del programma missilistico cinese, Dongfeng, che poi sfociò nel programma astronautico cinese.
Scoperto seguendo una serie molto bella di documentari sulla storia del JPL:
JPL and the Space Age
Un articolo su questa delicata situazione che ha poca copertura.
Per fortuna che Crew-8 lancia prima del 9 Marzo, hanno una settimana di margine!
In effetti finché c’è un solo veicolo operativo potrebbe non essere saggio chiudere il “learning period”, perché stiamo imparando sulla base di un singolo progetto (tanti voli, ma una sola architettura). IMHO si rischia di dimenticarsi qualche aspetto importante che per Dragon non è stato critico ma per Starliner potrebbe esserlo.
Ci sono pure i voli suborbitali che rientrano in questa categoria, mi pare, quindi sono 3 veicoli operativi (+Starliner, che non ha portato passeggeri ma ha già fatto un volo e ingaggiato già ripetutamente la FAA).
Comunque, di fatto penso che l’unico rischio sia un vuoto di qualche settimana prima che riapprovino il periodo di prova, il problema è che questa scadenza si accavalla con quella del budget federale, quindi il Congresso potrebbe essere impegnato con altre priorità.
La NASA non andrà in shutdown l’1 marzo!
Il Congresso ha approvato i finanziamenti fino all’8 marzo…
Poi non si sa ancora…
L’ultima proposta degli appropriators è di 24,8 miliardi di dollari, meno dei 25,3 del 2023, molto meno dei 27,1 con i quali abbiamo iniziato questo thread. La scadenza per l’approvazione è questo venerdì, 8 marzo, altrimenti, al solito, CR o shutdown.
Inoltre nell’ultimo documento c’è una forte critica del Congresso verso la NASA per via dei licenziamenti preventivi al taglio budget. Il Congresso non ha mai ufficialmente comunicato alla NASA un taglio per Mars Sample Return, la decisione presa dalla NASA è stata basata solo su discussioni non ufficiali di tagli futuri. MSR rimane comunque una priorità.
La NASA non ha nemmeno ascoltato le raccomandazioni del Congresso di fornire un piano per MSR 60 giorni dopo il sollecito (anzi ormai è passato un anno).
Autorizzazione estesa al 10 maggio 2024 (e non 2031 come da discussione precedente). Sembra tanto un autorizzazione ad-hoc per non far saltare il volo di Starship.
Il budget dovrebbe essere stato approvato, l’ho sentito alla radio.
Ok, confermo.
Un paio di miliardi di tagli. Vince la scienza come settore più tagliato, leader mondiale di tagli ricevuti in periodo di crisi.
Tra i dipartimenti di scienze spiccano le scienze planetarie in questa classifica al ribasso.
Di fatto MSR si blocca per un anno.
Vi confesso che non ho ancora avuto tempo di leggere i dettagli del budget 2024.
Oggi è uscita la richiesta del presidente per il 2025, 25 miliardi.
https://twitter.com/SpcPlcyOnline/status/1767255181316481242?t=YEFIt2SJGqa73NKcTOzgbw&s=19
L’argomento non è del tutto chiuso, è rimasta ancora la spinosa questione FAA, che sembra lontana dalla soluzione.
https://twitter.com/SpcPlcyOnline/status/1788753998234747135
Per ora l’estensione dell’autorizzazione concessa è di una settimana (non di dieci anni come dovrebbe essere). E la Camera non sembra propensa a cedere.
EDIT: non è una questione di budget, ma di competenze
Ora è tutto chiuso.
https://twitter.com/SpcPlcyOnline/status/1790949720426233876
Estensione fino al 1 gennaio 2025, comunque, quest’anno a accordi bipartisan siamo messi davvero male.