Conflitto in Ucraina e sue ripercussioni sullo spazio

Secondo me la costruzione di stazioni spaziali verra’ incrementata.

La necessita’ di sostituire la ISS coincide con una fase in cui i costi di lancio scendono e gli investimenti nello spazio (e nel militare) aumentano.

Il che puo’ anche essere un’occasione per la nostra industria (intendo Italiana ed Europea), visto che nella produzione di moduli siamo ben posizionati e gli USA hanno l’ITAR.

Pero’ non farei subito il funerale alla ISS, secondo me non verra’ dismessa, pero’ andava gia’ stretta prima.

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Ehi, non diamo ancora l’ISS per morta, non siamo ancora a quel punto.

Comunque, si dice che ogni crisi è anche un’opportunità. Una delle conseguenze potrebbe essere l’aumento della spesa spaziale, per motivi strategici. Aspettiamo che passi la tempesta, poi vedremo…

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No no, mica la sto “secciando” :sweat_smile: (seccia=malaugurio)

Solo che ormai anche populisticamente, il mantra delll’indipendenza del “blocco” occidentale sembra ritornare al galoppo, in ogni ambito (energetico, tecnologico ecc ecc).

Mi pare di ricordare che la Russia fosse già uscita dal progetto Lunar Gateway qualche anno fa, a ottobre 2020 circa…lo stesso Rogozin definì il progetto troppo “usa-centrico”… essendo un progetto totalmente “occidentale” niente o quasi dovrebbe suggerire una messa in stasi del progetto e relativi ritardi, ma credo che tutto (o quasi) dipenda da ciò che vedremo a Boca Chica nei prossimi mesi, mi riferisco a Starship ovviamente, e al suo futuro derivato lunare…avere una stazione spaziale orbitante , raggiungibile grazie alla navetta Orion con a bordo equipaggi è di per se una grandissima cosa, ma non abbastanza da giustificarne l’esistenza (imho) senza il lander che consentirà l’accesso diretto alla superficie lunare.

No,non credo che la fine della ISS sia per domani, diciamo che mentre prima era scontato arrivasse al 2030, adesso è improbabile…per cui il 2024-25 potrebbe essere una data di scadenza più realistica.

Quali opportunità potrebbero sortire da questo disastro?
Gli Americani potrebbero finalmente “mettere tutte le uova nello stesso cesto” (come si dice negli States) e concentrarsi sul programma Artemis,anche dal punto di vista del budget.

Gli Europei potrebbero decidere di diventare grandi procurandosi un sistema autonomo di accesso allo spazio per i suoi Astronauti, o cercando di entrare in piena partnership nel programma Artemis.

I privati avranno la possibilità di fornire piccole stazioni di ricerca,mezzi per raggiungerle,veicoli a servizio dell’architettura lunare.

I Russi in base alle loro possibilità vedranno se tornare ad un autonomo programma autarchico,o cessare del tutto (almeno per il momendo) i voli umani,o ancora cercare una collaborazione con i Cinesi (sempre che i Cinesi ritengano utile per loro collaborare con i Russi,e sostenere il loro programma spaziale).

Attraverso il suo canale telegram Roscosmos ha annunciato che i tre razzi Soyuz già ordinati da Oneweb e, se ho ben capito, già pagati saranno utilizzati a favore delle compagnie spaziali private russe che avranno la possibilità di un accesso all’orbita “praticamente gratuito”.

Entro la fine di quest’anno, dozzine di veicoli spaziali privati ​​di fabbricazione russa per la comunicazione, l’osservazione meteorologica e il telerilevamento della Terra saranno inviati in orbita. Per questo verranno utilizzati i veicoli di lancio Soyuz-2, che abbiamo derivato dal progetto di lancio del sistema satellitare britannico OneWeb.

(Aggiungo che il canale twitter dell’Agenzia è silente dal 4 marzo, mentre Rogozin ha ristretto le risposte ai suoi tweet alle persone che segue o tagga)

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In un lungo thread, pieno di riminiscenze sovietiche, Rogozin sostiene che la denazificazione dell’Ucraina creerà

opportunità uniche per ripristinare la cooperazione storicamente consolidata tra le imprese Roskosmos e le imprese [spaziali] rimaste in Ucraina

In sostanza Rogozin addebita al governo nato nel 2014 (ometto di ripetere le parole con cui lo qualifica e le accuse che muove verso di esso) la crisi dell’industria spaziale ucraina seguita al 1991.
Significativo anche quel “rimaste” (traduzione verificata) che sembra alludere al fatto che gli ucraini abbiano “rubato” quelle imprese.

Resta da capire con quali fondi il governo russo pensi di farle rinascere.

https://twitter.com/Rogozin/status/1501471288203919360

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Difficile dirlo.
L’Unione Sovietica aveva un programma autarchico,indipendente (e concorrente) con l’Occidente,ma la Federazione Russa non ha la stazza e le risorse dell’Unione Sovietica.
Possono ricostituire un programma autarchico fatto di una post MIR servita dalle Sojuz…magari con l’aiuto dei Cinesi?
Non mi pare facilissimo, più verosimile l’arresto delle attività spaziali manned, però staremo a vedere.

Basti pensare che della capsula Orel/Federatsya, in fase di studio praticamente da quando viene sviluppata Artemis, ancora non si vede nemmeno l’ombra.

Mentre l’Orion, sia pure dopo molti anni e mti soldi, è in dirittura di arrivo.

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Intendi dire Orion? IIRC Orel è in sviluppo da metà anni 2000, grossomodo contemporanea del CEV della NASA (che ha finito per evolvere in Orion).

Qualche aggiornamento.

Niente viaggi all’estero per i dipendenti di Roscosmos.
Quindi niente Dragon per Anna Kikina?
https://twitter.com/RussianSpaceWeb/status/1501577561561874437

Seconda spedizione di hardware Starlink consegnata.

https://twitter.com/FedorovMykhailo/status/1501648932824301570

Di Starlink ha parlato anche il Pentagono in termini positivi.

“What we’re seeing with Elon Musk and the Starlink capabilities is really showing us what a megaconstellation or a proliferated architecture can provide in terms of redundancy and capability,” Gen. James Dickinson, commander of U.S. Space Command, said during a hearing the Senate Armed Services Committee.

Non mi stupirei se, nel caso dovesse mai fallire il progetto commerciale, subentrasse la difesa nella gestione.

https://twitter.com/SpaceNews_Inc/status/1501332177149124608

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Un messaggio è stato spostato in un nuovo argomento: Comicità spaziali post-guerra 2022

Ricordiamo che questo topic è sottoposto a moderazione restrittiva. Gli argomenti consentiti, le motivazioni e le azioni di moderazione sono spiegate nel primo post.

Segnalo questo articolo in francese sulle conseguenze del conflitto in Ucraina sull’industria spaziale europea, purtroppo accessibile solo in parte, ma alcune argomentazioni sulla necessità di creare un’industria europea totalmente autonoma sono a mio avviso interessanti e condivisibili:

Ho letto altrove che in Italia sono disponibil 3 motori in tutto per Vega-C, ma non sono in grado di verificare questa informazione.

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La notizia, per quanto ne so, e’ accurata. Altri 3 motori dovrebbero essere nella fabbrica in Ucraina, sempre che esista ancora :confused:

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Ehm … gli strumenti di lettura vocale dei browser M. Edge e M. Firefox estraggono serenamente tutto il testo

Nel male di questa situazione è un bene che ci siano tre lanci di VEGA-C

Vuol dire arrivare a fine 2022 quindi si spera che si completi la validazione per Ariane 6

Non penso che Ariane 6 sostituisca Vega-C, coprono nicchie di mercato diverse.

Piuttosto immagino dovrebbero essere riprogettati/sostituiti i componenti non piu’ disponibili, anche utilizzando altri fornitori occidentali. Non ho la minima idea ovviamente di quanto tempo ci vorrebbe, comunque non poco, ma magari non e’ tragico. E per una volta si potrebbero utilizzare procedure “di guerra” almeno per questo.

Allo stesso modo, ad altro livello, metterei in cantiere di corsa altre soluzioni per il reboost della ISS o altre funzioni non piu’ coperte senza i Russi.

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Il lancio di Vega-C deve validare i booster di Ariane 6

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Penso che il conflitto tra Ucraina e Russia non avrà ripercussioni dirette sulle operazioni riguardanti la ISS, tranne forse per lo scambio di astronauti sui rispettivi “mezzi di trasporto spaziali” come avevi già scritto.
Il vero problema si verificherà sul lungo periodo, quando le sanzioni porteranno la Russia a non poter più mantenere le sue tecnologie spaziali o a svilupparne di nuove.
Sempre che queste sanzioni rimangano attive.

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