Per le foto dei lanci di sonde automatiche penso che la persona più adatta a cui chiedere sia Paolo Ulivi. Naturalmente le foto del lancio in se non proverebbero niente, ne in un senso ne nell’altro, visto che i veicoli spaziali russi (sia abitati che automatici) sono sempre stati lanciati, e lo sono tuttora, racchiusi in una carenatura.
Per cui i sostenitori della teoria dei “Lost Cosmonauts” direbbero comunque che dentro c’era una Vostok anche se fosse stata un veicolo interplanetario.
Perdonami se insisto, io non sostengo una “tesi”, quello di cui scrivo è la realtà storica dei fatti, così come è unanimamente (o quasi visto l’argomento trattato) accertata.
Le domande che ho posto restano sempre valide, dubito fortemente (così come accaduto spesso in passato) che qualcuno dei sostenitori della tesi (questa si che è una tesi TUTTA da dimostrare) dei cosidetti “Lost Cosmonauts” sarà in grado di dare loro una risposta.
Per quanto riguarda il libro, francamente non so se lo leggerò, ho parecchi libri in “lista di attesa” nel senso che li ho acquistati e aspettano solo di essere letti. Onestamente non sono un radioamatore ne un appassionato della materia, e l’unica parte di mio interesse è quella su cui proprio non sono d’accordo.
Per quanto riguarda la “…loro campana…” l’ho già letta, ascoltata e sentita fino alla noia nel corso degli anni.
Un’ultima osservazione: qui qualcuno cerca di far passare la linea che essendo i due fratelli Judica-Cordiglia degli stimati professionisti nei loro settori (medicina e giurisprudenza), cosa che nessuno nega, dire che si sbagliano a proposito dei “Lost Cosmonauts” significa “tout-court” gettare del fango sulla loro attività professionale.
Vorrei ribadire che questa linea di pensiero non mi appartiene, ne ritengo appartenga ad altri qui nel Forum. Il fatto che gli Judica-Cordiglia siano degli stimati professionisti nei “loro” settori, in ogni caso lontanissimi dall’Astronautica, non implica automaticamete che abbiano ragione al riguardo dei “Lost Cosmonauts” ne, d’altra parte, implica niente nel caso in cui si siano (in buona fede, per carità) sbagliati al proposito.
Ovvero dato che la faccenda dei “Lost Cosmonauts” non ha ALCUN fondamento storico accertato come tale, questo NON SIGNIFICA ASSOLUTAMENTE che i due fratelli torinesi siano scadenti nei loro ambiti professionali, o peggio.
Last but not least, come direbbero gli inglesi, non a caso il volume “Dossier Sputnik” è stato pubblicato da una casa editrice specializzata in letteratura medica, certo non dalla Apogee Books o dalla Springer (tanto per citare due editori specializzati)…