Elon Musk avanti tutta: BFR su Marte, Luna e Terra

Certo Peppe. Però in questo ragionamento hai introdotto un elemento assolutamente fondamentale, cioè l’eventualità (cui credo anche io, ancorché senza prove) che SpaceX e Boeing abbiano progettato le loro rispettive capsule avendo già in mente di poterle “riaccomodare” per scenari diversi, cambiando elementi modulari come lo scudo termico, la presenza di specifici scudi contro le radiazioni ionizzanti (per missioni di lungo periodo oltre le fasce di Van Allen), sistemi di supporto vitale e zone adibite al comfort dell’equipaggio (toilette, zone per stivaggio provviste, equipaggiamento di sopravvivenza) e così via. Non è una cosa da poco. Se delle capsule NASA abbiamo avuto in mano manuali, blueprints e dettagli di ogni genere, lo stesso non si può dire di Dragon e CST-100, quindi in realtà nessuno di noi può dare per scontato nulla.

Personalmente poi io sono sempre un po’ scettico a paragonare le capsule degli anni sessanta con Orion, CST-100 e Dragon. Secondo il mio modesto parere a parte le caratteristiche più immediatamente visibili (cioè che sono capsule a cono) penso che per materiali, avionica, sistemi di generazione dell’energia, comfort ed ergonomia degli astronauti e così discorrendo siano potenzialmente su due mondi diversi.

Inoltre negli anni '60 motivi di primato e opportunità politica facevano accettare rischi e perdite che oggi probabilmente affosserebbero un programma spaziale abitato per anni. Gran parte dei ritardi di SpaceX e Boeing per le loro capsule abitate è che si devono passare la certificazione NASA, cosa niente affatto facile. Pare che nell’ultimo test della CST-100 un problema di vibrazioni abbia causato una perdita di idrazina al sistema RCS e per questo si sta svolgendo un’indagine accurata che sta causando uno slittamento, tra tutto, di qualche mese.

Per chiarire la mia posizione, se servisse, sono certo che sia Dragon che CST-100 voleranno relativamente presto, e al netto di tutte le polemiche, facciamo tutti il tifo per entrambi perché in sostanza significherebbe più spazio più astronautica, e questo è solo un bene per tutto il settore.

Su BFR sono invece molto più scettico non solo perché si tratta di una sfida gigantesca sia tecnicamente che economicamente per SpaceX, ma anche perché se anche si arrivasse ad avere il BFR in rampa, sempre a mio parere personale un mercato per una bestia di quel genere (che ricordo nasce prima di tutto come concretizzazione di un sogno personale di Elon Musk di sbarcare su Marte, teniamolo sempre bene a mente quando ci accapigliamo qui) non si vede neanche all’orizzonte. Il fermento di startup per il lancio di sat piccoli o piccolissimi mi fa sempre riflettere…

@Carmelo
Lo sviluppo della Dragon per profili diversi dalla LEO è stato cancellato in occasione del giudizio di NASA della impossibilità di avere zampe mobili passando attraverso lo scudo termico. Progettare Dragon come capsula multi ruolo avrebbe rallentato l’iter di certificazione, aumentato i costi e fatto perdere la corsa con Boeing che a mio avviso rappresenta un target di marketing non disprezzabile.
Questo ha di fatto cancellato i progetti circumlunari e marziani della Dragon, visto che in prospettiva tutti questi ruoli saranno assorbiti dal BF.
Certo che una capsula di salvataggio potenzialmente in grado di decollare dalla Luna ed atterrare autonomamente in una piazzola, era proprio un bel sogno ed un salto qualitativo straordinario.

Il BFS dovrebbe rifornirsi in orbita grazie ad un omologo in configurazione tanker.

@MarcoZambi
La vecchia guardia è stata in grado di deridere ogni dichiarazione di SpaceX fino alla data del volo inaugurale del FH, dunque non gli accrediterei troppi punti sul fronte della lungimiranza :*-D

Cerco di stare dalla parte del segnale, infatti, ho smesso di replicare al numero 2.

Poi quando mi si fa notare che sbaglio io spesso correggo i miei messaggi o ne faccio di nuovi. Per esempio proprio ieri in questa discussione ho fatto un messaggio di errata corrige.

Poi ovviamente so di essere tendenzialmente ottimista, fa parte di me, ma alcuni dimenticano che in questi anni siamo in una fase di passaggio. Molte tecnologie sviluppate negli ultimi lustri stanno arrivando a compimento. Tecniche nuove e miglioramenti di ogni tipo stanno entrando nella progettazione e nella produzione. La riduzione attuale dei costi della SpaceX è fatto da tante di queste innovazione (e l’effetto della riusabilità non è ancora molto rilevante). Tutto questo sta riducendo fortemente le barriere di accesso allo spazio.
La stessa Nasa si trova in questa fase di passaggio, i principali programmi di sviluppo stanno arrivando a compimento (contratti commerciali, SLS e Orion). La stessa ISS si sta avvicinando al fine vita per cui deve per forza passare a nuovi progetti (ora la stazione cislunare è credibile, 10 anni fa no)

Buona giornata a tutti

- Messaggio editato da @adminbot. PPE qui è fuori tema -

Marco ti ringrazio perché hai posto l’accento su uno dei miei “cavalli di battaglia” ovvero la MODULARITA’
Ossia la possibilità di scomporre - in fase di progettazione - il veicolo spaziale in una serie di elementi standardizzati e ricorrenti quanto più possibile, il risultato è che in caso di cambio di missione la riprogettazione è parziale e non totale, per esempio Gemini e Soyuz sono veicoli spaziali altamente modulari mentre l’Apollo lo era poco o nulla (ed infatti l’Apollo, per molteplici ragioni, non è sopravvissuto alla fine delle missioni lunari/Skylab).
Dunque la SpaceX ha adottato sia il concetto di modularità (ereditato dai russi) e la riutilizzabilità questo spiega il tenere “dentro” quanti più sottosistemi possibili incluso quello propulsivo.

Quando paragono le capsule degli anni 60 con quelle attuali non lo faccio mai, come è ovvio, su una base tecnologica dal momento che sarebbe improponibile dato l’ENORME differenza sopratutto in tema di elettronica e materiali intercorrente tra i tempi odierni e quelli di 50 e passa anni fa, ma quanto su una base meramente configurativa.

Ovvero, dal punto di vista della configurazione, non sono stati fatti particolari passi in avanti negli ultimi 50 anni.
Peggio passando da un livello configurativo a quello concettuale, le capsule spaziali non rappresentano affatto un’innovazione quanto un REGRESSO, ovvero se una capsula spaziale può essere il naturale “entry level” per nazioni che si affacciano allo Spazio (Cina, India, Iran ed altri) non può essere vista come innovativa per una nazione (gli USA ma anche la Russia) che aveva già raggiunto il livello dello spazioplano (Shuttle e Buran).
A questo punto solo il BFR/BFS (per chi ci creda o meno) può rappresentare una vera INNOVAZIONE ovvero quello che gli anglosassoni chiamano “breakthrough” ovvero un elemento talmente innovativo e fuori dal contesto che sia in grado di scardinare l’attuale, ovvero fare piazza pulita allo stesso tempo di capsule e spazioplani.

Tenete presente che pur essendo “della vecchia guardia” (in tutti i sensi, anche anagrafici purtroppo…) sono sempre stato un fautore in primis degli spazioplani considerando che l’astronautica dovrebbe essere un “naturale” evoluzione dell’aeronautica. All’apparire della SpaceX con la sua carica innovativa/distruttiva ne sono divenuto immediatamente un entusiasta, avendo spesso accese discussioni proprio su questo forum (che tra l’altro sono state concause di un mio allontanamento durato alcuni anni).

Come scrivevo sopra ho avuto il piacere, con il tempo, di constatare che la mia intuizione era corretta e che (anche se chiudesse domattina) la SpaceX, che piaccia a o meno, ha GIA’ fatto la storia dell’Astronautica ovvero è entrata, di diritto, nei libri di storia spaziale.
Con buona pace di coloro che l’hanno (e anche pesantemente e gratuitamente ) denigrata.

Cosa hanno fatto i giganti aerospaziali nel frattempo, badate bene non la NASA che sopratutto nel settore robotico ha continuato a fare storia (una missione per tutte quella di New Horizons)? Dove sono gli elementi innovativi di Delta IV, SLS e compagnia bella?
Quanto è innovativo Orion?
Sono tutte domande che, a mio avviso , un appassionato può e deve porsi, indipendentemente dal fatto che sia o meno un professionista del settore (come il sottoscritto ed altri che sono operativi su questo stimato forum).

Perdonatemi la lunga digressione ma ritenevo opportuno chiarire la mia posizione anche e sopratutto a beneficio di coloro che non mi conoscono.

Sono assolutamente d’accordo. Mi dai lo spunto per spiegare bene la mia posizione personale, che so essere condivisa da molti della “vecchia guardia”, ma diciamo che parlo per me.

  • per favore, non si traduca (non parlo a te ma in generale) lo scetticismo nei confronti di SpaceX in negazione delle sue capacità e delle sue incredibili realizzazioni. Quello che in questi anni abbiamo tentato di fare è stato arginare il fenomeno del “tifoso”, cercando di guardare ai fatti. SpaceX ha fatto tutto quello che Elon Musk aveva via via promesso? Ni. Ha certamente fatto moltissimo, è stata sicuramente disruptive nel mondo aerospaziale, ma la realtà è che ha realizzato un sottoinsieme dei roboanti annunci iniziali, e lo ha fatto con anni di ritardo perché si è scontrata con la dura realtà anche rimettendoci un vettore e un payload in rampa.
    Voglio forse deridere SpaceX con questo? Assolutamente no. Tanto di cappello per quanto fatto! Sfido chiunque a ricercare nel forum un qualsiasi messaggio di irrisione o del tipo “non ce la faranno mai” da parte mia o di altri membri storici del forum. E’ che a me non va di fare il fan di nulla, se non dell’astronautica in generale. Cerco di guardare ai fatti con obiettività, anche se ovviamente la mia sarà sempre una percezione soggettiva, e opinabile. Spero questo chiarisca la posizione del “sindacato borbottoni contro SpaceX” :stuck_out_tongue_winking_eye: una volta per tutte.

  • se vogliamo fare delle discussioni produttive, e qui parlo a @baykanur in particolare, dobbiamo imporci di usare le famose TRL. Francamente non so che farmene di leggere in una discussione tecnica (per quelle altre esiste la sezione Bar Sport per una ragione) pagine di elucubrazioni su progetti che sono appena stati dati in appalto e per i quali NASA stessa chiede come parte dell’appalto alle aziende private di proporre le loro soluzioni al problema X o Y. Per sviluppare certi progetti in campo spaziale servono idee, energie, tempo e denaro. Non esistono scorciatoie a meno di non fare sperimentazione sulla pelle degli astronauti. In questo (e non per tirarsela) avere un piede nel settore aerospaziale è un fattore da usare positivamente qui, per aiutare a mantenere la discussione in un alveo di plausibilità.

  • parere personale e ovviamente opinabilissimo, per la questione capsula/spazioplano @archipeppe io capisco gli step mentali che sostieni tu, e istintivamente mi verrebbe di essere d’accordo, ma quando poi ci penso bene finisco col concludere che la scelta del mezzo spaziale dipende principalmente dalla missione e non vice versa. E’ un po’ come quando si acquista un’automobile (lo so, lo so, mi si passi il paragone molto irriverente): se devo fare fuoristrada non vado a comprarmi l’auto sportiva con assetto sportivo ribassato, anche se una Ferrari è dannatamente sexy e rappresenta in un certo senso il culmine dell’evoluzione del concetto di automobile. (So Peppe che non intendi letteralmente questo)
    Un progetto di veicolo spaziale inizia dalla definizione dei requisiti, del budget e degli obiettivi. Tutto il resto consegue da quello. Altrimenti finisco come nella logica dell’SLS (ma anche del BFR imvho), che è: intanto realizzo il mezzo, poi le missioni verranno da sé. Non sono convinto che sia una logica vincente, ma naturalmente sono questioni “filosofiche” sulle quali il mio obiettivo non è di far cambiare idea a qualcuno, anzi…

Questo è uno dei tanti miti nati sui vari forum, questo in particolare nato quando Musk confermò che l’atterraggio propulsivo della Crew Dragon era stato cancellato e che (non perché) le zampe di atterraggio erano state rimosse. Le zampe non sono state rimosse perché un pericolo (Lo space shuttle aveva delle aperture per i carrelli di atterraggio non di poco conto) ma semplicemente perché non servono più se la capsula non deve atterrare sulla terraferma. L’atterraggio propulsivo è stato cancellato perché certificarlo sarebbe costato molto più di quanto previsto in precedenza e non considerato più necessario o utile né dalla SpaceX né dalla NASA.

Riguardo al BFR, mi sembra ovvio che le date proposte siano alquanto difficili da mantenere e se c’è una cosa di cui sicuramente non bisogna fidarsi in questo campo sono le date fornite dalle varie aziende / enti per i primi lanci. Basta vedere il Falcon Heavy, l’SLS, I sostituiti di Soyuz-2 e Proton (Angara e company), ecc…

Trovo però sbagliato dire che il BFR non vedrà mai la luce. Mi sembra chiaro da ciò che dicono persone che lavorano in SpaceX diverse da Elon Musk che il BFR lo vogliono fare e lo faranno. Anche se mai detto da loro esplicitamente, credo ovvia l’associazione Starlink - BFR. Sviluppare il BFR potrebbe dover essere necessario per lanciare e mantenere la costellazione completa.

Non so se sia realistico o meno quanto sto per dire…ma tecnicamente ed ingegneristicamente tra un approccio “rigido” ed un approccio moduare,non potrebbe esistere una “terza via” pragmatica?
Prendo come esempio la (a volte deprecata per la sua “rigidità”) capsula Apollo.
Apollo block-2 fu progettata per la luna,ma poi fu ripensata per le missioni AAP (che divennero Skylab) in orbita terrestre.
Quelle che raggiunsero lo Skylab e quella che si agganciò ad una Soyuz erano capsle Apollo block-2 con alcune modifiche per l’orbita terrestre.
Naturalmente l’Apollo era sovradimensionato (e costoso) per quel compito,ma furono anche pensate versioni più “leggere”,con un retropack al posto del modulo di servizio o con un modulo di servizio baia di carico per trasportare payload alle stazioni,il tutto lanciato da un Titan IIC o da versioni del Saturrno (mi pare che una delle proposte si chiamasse Saturn INT 20).
Una eventuale rièpresa del programma lunare avrebbe potuto ripartire da questi mezzi,visto anche che le catene di produzione non sarebbero state chiuse.
Se poi tutto questo non fu realizzato è solo perchè la politica indicò strade diverse.

Ecco per me ( probabilmente sbaglio) questo è un esempio di “terza via” tra un sistema rigido e la modularità.

Per il resto SpaceX ha raggiunto risultati importantissimi; questo non solo è innegabile,ma è nella storia.
Il BFR però è un progetto che solleva così tanti interrogativi per la sua complessità, che sconcerta.
Così come,non neghiamolo,sconcerta la sola possibilità di far atterrare su un altro copro celeste un bestione del genere,con equipaggio,in verticale,laddove per ovviare ad intuibili problemi si erano iniziati a pensare anche dei lander sviluppati in orizzontale.
Sconcerta anche il salto tecnologico ad un astronave simile quando finora nessuno è stato in grado di realizzare un veicolo single stage to orbit.
Questi dubbi e perplessità (ed altre non secondarie di carattere economico e di mercato,cui accennava Marco) ,mi pare più che naturale vengano espressi.

- Messaggio eliminato da @adminbot perché off-topic -

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Voglio solo far notare una cosa sul tema: mi sono dato una riletta al topic riguardante i test del Grasshopper in Texas nel 2012 … e se anche nessuno, pure il “Musk-hater” ( :stuck_out_tongue_winking_eye: ) Albyz , mi pare abbia denigrato Spacex al tempo, è chiaro dai messaggi come il tutto apparisse incredibile/fantascientifico e come molti avessero dubbi sull’effettiva applicabilità (ad un razzo orbitale) di quella tecnologia in sviluppo.

Stiamo parlando di soli 6 anni fà, e nel frattempo sono ormai già 2-3 anni che la tecnologia del rientro/atterraggio sta funzionando alla grande ed è divenuta ordinaria e di routine …

Così per dire.

Altra cosa: SpaceX fà annunci troppo ottimisti, sia come obbiettivi che tempistiche ? ci può stare, soprattutto sulla cronologia, ma a mio avviso questa può essere anche una “tecnica” per spingere ancora di più chi ci lavora a dare il meglio di se … aldilà poi del ritorno mediatico per l’azienda …
Una “iniezione” di ottimismo e visionarietà dove “tutto è possibile” , che, parlando in generale, in molti casi paga rispetto invece a tenere sempre e comunque un “profilo basso” e poco propenso alla visionarietà ed ottimismo.

Domanda: quanti il 12 settembre 1962 derisero Kennedy al suo annuncio riguardante la Luna ? quanti dissero “è un pazzo” … “è una cosa troppo visionaria e troppo ottimistica” etc ?

E’ vero , nel settore aerospaziale è la missione che definisce i requisiti e sono questi che incidono sulla tipologia e configurazione del veicolo.

Però è anche vero che a volte determinati progetti nascano senza una vocazione precisa e poi divengano degli autentici “game changer”. Permettetemi un esempio (oddio invecchiando sto diventando come Pazzaglia…) in campo aeronautico tipologicamente più vicino a quello spaziale di quello automotive: il Douglas DC-3, nato in origine come DST ovvero Douglas Sleeper Transport, ovvero trasporto notturno per un dozzina di passeggeri “dormienti” è rapidamente divenuto l’iconica quintessenza del trasporto aereo in tutte le sue declinazioni da quelle civili a quelle militari.
Perché?
Perché si trattava di un ottimo progetto, pieno di potenzialità ed allo stato dell’arte (anche un pò oltre) dell’epoca, che pur non avendo un vero mercato ne ha praticamente creato di nuovi.

Non so se il BFR/BFS vedrà davvero la luce nella forma in cui viene presentato oggi (la SpaceX insegna che spesso i progetti vanno avanti ma cambiano molto spesso forma nel mentre) ma sicuramente rientra nel novero dei “game changer” ovvero al momento della sua introduzione in servizio, creerà automaticamente la sua nicchia di mercato.

Personalmente a parte le dimensioni non ritengo il BFR/BFS aldifuori delle attuali possibilità tecniche, anzi le tecnologie sono mature per un qualcosa del genere, è solo una questione di “scala”. La prova provata sta nel fatto che il razzo recuperabile è alla portata anche di altri “attori” del settore aerospaziale, pensiamo alla Blue Origin con la sua New Shepard ma anche con il prossimo New Glenn, concettualmente non molto dissimile dal BFR.
E la Blue Origin è andata avanti per conto suo, ovvero fondando il proprio lavoro sull’attuale livello di tecnologia, qui nessuno si è inventato nulla oppure ha tirato fuori il coniglio dal cappello da mago.
Tra l’altro cosa vieterebbe di lasciare attaccata la capsula New Shepard ad una versione potenziata del suo vettore e recuperare tutto insieme in futuro? Considerando che la stessa capsula ha capacità di abort ed atterraggio (a mezzo paracadute) di tipo zero/zero.

Vedi Carmelo come scritto sopra, a mio modesto e personale avviso, il BFR non è aldilà delle attuali possibilità tecnologiche, una scala maggiore non vuole dire maggiore complessità in senso lineare.
L’atterraggio verticale del “bestione” lascia ancora perplesso anche il sottoscritto che, come sai bene, ha realizzato la propria tesi di laurea su un modulo lunare “orizzontale”. Si tratta del modo peggiore per translare persone e cose dal veicolo alla superficie ma tant’è che realizzare un veicolo del genere “orizzontale” sia attualmente non possibile.
Ed ancora oggi il SSTO (Single Stage To Orbit) è aldifuori delle attuali possibilità tecniche (stante il problema relativo al rapporto di massa), tant’è che il BFR/BFS è un TSTO (Two Stage To Orbit) in cui il BFR rappresenta il primo stadio ed il BFS il secondo.

Nessuno.
Era un altra epoca (per quel che mi riguarda infinitamente migliore della nostra), un epoca caratterizzata da ottimismo e fiducia nel progresso.
Nessun dubbio che sarebbero arrivati sulla luna entro il 1970; l’unico dubbio era che ce la facessero prima dei Russi (allora in grande vantaggio).

Al di là di tutte le discussioni e dei rispettivi punti di vista, io mi auguro veramente che BFR o New Glenn, o anche qualcosa di completamente diverso, cambi le cose e che l’accesso allo spazio ingrani la quarta e cominci davvero il cambiamento che aspettiamo da decenni. Forse il tutto renderà il mestiere avventuroso di astronauta meno… esclusivo, ma in un certo senso meglio così.

Zitto zitto Bezos butta miliardi di euro nella sua azienda, con cifre che hanno poco da invidiare al bilancio di una piccola agenzia spaziale… Vedremo che frutti porterà.
Potrebbero arrivare tempi molto interessanti.

Lo ripeto per la milionesima volta e l’ho già detto io, Marco e chiunque qui dentro non sia solo un “fan-boy” di SpaceX.
Non mi piace che si dica che qui dentro esistano dei “Musk-hater” che denigrano, tutte le critiche o puntualizzazioni fatte nell’arco degli anni sono sempre, e ribadisco sempre, state sostanziate e mirate. Si sono criticate infinite volte le tempistiche roboanti, e mi sembra che non esista un solo progetto SpaceX lanciato nelle tempistiche annunciate, si è criticata la fattibilità di molti progetti, vedi Red Dragon, il Falcon Heavy da millemila tonnellate di payload, il DragonLab ecc… e mi sembra che queste cose ormai siano state abbandonate… si sono messe in discussione tante volte alcune scelte progettuali che poi sono state abbandonate, vedi il crossfeeding o l’atterraggio propulso…
Quello che tutti credo abbiamo sempre avuto come obiettivo, e mi ripeto, sostanziando sempre le perplessità, era quello di evitare la banalizzazione del “basterebbe che”, praticamente sempre presente nelle discussioni soprattutto di SpaceX (ma non solo) per evidenti motivi… quante volte da anni si è chiesto di ragionare oggettivamente cercando di far capire che gli annunci non potevano essere realizzabili in certi termini o che non avrebbe avuto senso realizzarli? Parlo ad esempio della capsula cargo che avrebbe potuto essere reimpiegata in brevissimo tempo per il trasporto di astronauti, mancava solo il sistema di supporto vitale e il sistema di fuga si diceva, e alla fine abbiamo visto le tempistiche e le criticità reali. Parlo dei numeri del payload totalmente assurdi annunciati alla presentazione del Falcon Heavy, ce ne siamo dimenticati? Parlo del Falcon Heavy praticamente pronto dopo il primo lancio del Falcon 9, bastava unire 3 core… Parlavamo dei costi di lancio, che ogni volta che un lanciatore veniva presentato erano annunciati come di “ordini di grandezza” inferiore a tutto quanto realizzato fino ad ora, e non mi sembra che parliamo oggi di quegli ordini di grandezza… Parlavamo del turnaround del lanciatore misurabile in ore che doveva essere raggiunto praticamente da subito, e vediamo ora quanto sia complesso arrivarci e ad oggi non sembra nemmeno ci sia la possibilità che questo avvenga… parlavamo dei dubbi sulla completa riutilizzabilità del lanciatore, quante volte è stata annunciata? Mi sembra che siamo ancora distanti.

Per ognuno di questi punti si potrà rispondere che ci si sta lavorando, che prima o poi ci si arriverà, che magari sarà anche conveniente… ma non è questo il punto, tutte le obiezioni fatte sono sempre state nel merito degli annunci fatti, con quelle tempistiche e quelle caratteristiche. Mi sembra molto pressapochista e decisamente qualunquista chiudere tutto con un “si ma con i suo tempi Musk fa quello che dice”, oppure “beh ha fatto degli errori ma è comunque un rivoluzionario”, certo, ma non è questo il punto delle obiezioni, nessuno ha mai negato l’onore di essere un visionario a Musk, le critiche sono sempre state fatte tecnicamente su quello che non andava, e onestamente mi sembra che molte volte ci si abbia preso con il senno di poi…
Nessuno odia o vuole togliere nulla a Musk, lo ribadisco, ma la prossima volta che Musk annuncerà qualche cosa, potrà essere possibile valutare oggettivamente quello che dice anche alla luce di tutto quanto detto sopra?

Effettivamente un eventuale cambio del paradigma di accesso allo Spazio comporterà il tramonto definitivo della figura “romantica” dell’astronauta nata all’inizio dell’era spaziale e cristallizzata nei vari Gagarin, Glenn, Shepard, Armstrong e Aldrin.
In tal caso gli astronauti diverranno sempre più simili ai piloti di linea, in realtà anche gli eventuali passeggeri sarebbero “astronauti” nel senso di persone che volano nello Spazio, in questo caso il termine resterebbe solo per designare coloro che lo fanno di mestiere.

Perdonatemi la digressione filosofica al limite dell’OT. :stuck_out_tongue_winking_eye:

Mi sta venendo un dubbio…
So che è sbagliato ma mi sono messo ad analizzare in dettaglio il rendering del “nuovo” BFS.
Rispetto alla versione del 2017 sono state introdotte delle modifiche drastiche, si è passati da un corpo portante ad un mero corpo cilindrico. Da una superficie portante bassa ed a delta composito (compatibile con un rientro nell’atmosfera stile corpo portante appunto) ad una con tre superfici posteriori, il piano verticale ed i due orizzontali (ad incidenza variabile) e due anteriori (i piccoli canard retrattili).
Onestamente quest’ultima configurazione non mi pare, ma potrei sbagliare, particolarmente ottimizzata per l’ingresso nell’atmosfera terrestre.

E se fossimo di fronte ad una versione “ad hoc” per operare in ambiente interplanetario (Luna e Marte)?
Ovvero non destinata a rientrare più sulla Terra dopo il lancio, ma ad essere rifornita in LEO di propellente ed equipaggio.
Se fosse vero questo implicherebbe l’esistenza di due distinti BFS da associare al BFR, uno (quello del 2017) che rimpiazzerebbe di fatto lo Shuttle non andando mai oltre LEO, l’altro (questo del 2018) destinato ad operare esclusivamente extra LEO.

Che ne pensate?
Forse è solo una mia elucubrazione personale…

Potrebbe essere, ma ecco perché è difficile poi discutere su qualcosa di concreto. Servono blueprint veri e propri dalla fonte primaria, SpaceX.
Sarebbe bellissimo se Musk facesse il punto della situazione con un intervento a sorpresa alla IAF…

In effetti questa tua ipotesi potrebbe spiegare tante incongruenze con la versione 2017… compresa la risposta data da Musk ad un twitter specifico:

https://twitter.com/FalconGridFin/status/1040397592604102656

      "Is that render a new version of BFR??" (Questo rendering è una nuova versione del BFR?)

https://twitter.com/elonmusk/status/1040406114825715713

      Elon: "Yes." 

Anche se questo, un’altra versione ancora del BFS (dopo quella equipaggio, tanker e cargo), complica ulteriormente la soluzione di SpaceX al futuro del volo spaziale.

certamente i futuri “astronauti di linea” (quando arriveranno), dovranno comunque rispettare certi canoni fisici. Il volo spaziale si compone comunque di forze G alquanto elevate, e di certo non è candidabile un malato di cuore ad esempio. Certamente il pool di persone sarà più ampio. Per quanto riguarda la discussione precedente/in corso, mi permetto di esprimere la mia piccola opinione (i famosi 2 cents). La Space X ha certamente fatto uno step up per quanto riguarda il Falcon 9 e le sue ormai conosciute qualità che hanno abbassato i prezzi di accesso alla LEO/MEO/GEO. Solo per questo Space X è nei libri d’astronautica. Quello che si critica a Space X, sono i claim avventati e i ritardi (In particolare il Falcon Heavy, che sembra arrivato e scomparso, senza certificazioni man rated, con un mercato di nicchia a disposizione e un upper stage inadatto alle deep space missions e i fondi R&D tutti sul BFR. Altri progetti sono proprio svaniti). Non ultime le critiche allo stato attuale di Musk (Le voci che provengono da Tesla preoccupano sulla tenuta di Musk). Per quanto riguarda il BFR… argomento spinoso. Le opportunità che offrirebbe sono enormi. Innegabile. I tempi di sviluppo e alcune fattibilità però sono sul piatto della bilancia opposto. Onestamente we have to wait and see. Per ora aspettiamo qualche progetto definitivo e un assestamento del progetto BFR prima di giudicare. Certamente grandi sfide ingegneristiche attendono Space X con questo loro progetto. Per come la vedo io, Space X sembra quasi essere la NASA rampante (ambiziosità, voglia di fare) anni 60 sotto certi aspetti. Per altri aspetti invece si palesano dei limiti dovuti al fatto che sono comunque dei privati e anche un pò di ingenuità (rocket science non è kerbal space program purtroppo). Il tempo ci dirà come verranno scritte le prossime pagine di storia d’astronautica.