Certo Peppe. Però in questo ragionamento hai introdotto un elemento assolutamente fondamentale, cioè l’eventualità (cui credo anche io, ancorché senza prove) che SpaceX e Boeing abbiano progettato le loro rispettive capsule avendo già in mente di poterle “riaccomodare” per scenari diversi, cambiando elementi modulari come lo scudo termico, la presenza di specifici scudi contro le radiazioni ionizzanti (per missioni di lungo periodo oltre le fasce di Van Allen), sistemi di supporto vitale e zone adibite al comfort dell’equipaggio (toilette, zone per stivaggio provviste, equipaggiamento di sopravvivenza) e così via. Non è una cosa da poco. Se delle capsule NASA abbiamo avuto in mano manuali, blueprints e dettagli di ogni genere, lo stesso non si può dire di Dragon e CST-100, quindi in realtà nessuno di noi può dare per scontato nulla.
Personalmente poi io sono sempre un po’ scettico a paragonare le capsule degli anni sessanta con Orion, CST-100 e Dragon. Secondo il mio modesto parere a parte le caratteristiche più immediatamente visibili (cioè che sono capsule a cono) penso che per materiali, avionica, sistemi di generazione dell’energia, comfort ed ergonomia degli astronauti e così discorrendo siano potenzialmente su due mondi diversi.
Inoltre negli anni '60 motivi di primato e opportunità politica facevano accettare rischi e perdite che oggi probabilmente affosserebbero un programma spaziale abitato per anni. Gran parte dei ritardi di SpaceX e Boeing per le loro capsule abitate è che si devono passare la certificazione NASA, cosa niente affatto facile. Pare che nell’ultimo test della CST-100 un problema di vibrazioni abbia causato una perdita di idrazina al sistema RCS e per questo si sta svolgendo un’indagine accurata che sta causando uno slittamento, tra tutto, di qualche mese.
Per chiarire la mia posizione, se servisse, sono certo che sia Dragon che CST-100 voleranno relativamente presto, e al netto di tutte le polemiche, facciamo tutti il tifo per entrambi perché in sostanza significherebbe più spazio più astronautica, e questo è solo un bene per tutto il settore.
Su BFR sono invece molto più scettico non solo perché si tratta di una sfida gigantesca sia tecnicamente che economicamente per SpaceX, ma anche perché se anche si arrivasse ad avere il BFR in rampa, sempre a mio parere personale un mercato per una bestia di quel genere (che ricordo nasce prima di tutto come concretizzazione di un sogno personale di Elon Musk di sbarcare su Marte, teniamolo sempre bene a mente quando ci accapigliamo qui) non si vede neanche all’orizzonte. Il fermento di startup per il lancio di sat piccoli o piccolissimi mi fa sempre riflettere…