Elon Musk avanti tutta: BFR su Marte, Luna e Terra

Dipende. Molte cose di cui facciamo uso quotidiano appena ideate erano superflue, la necessità spesso nasce avendo un sistema attivo.

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Su questo ti dò ragione, ma il mio punto è che grazie all’automazione molti dei compiti che in passato richiedevano un intervento umano oggi possono essere automatizzati oppure controllati in remoto.

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Intanto nulla vieta alle forze armate di valutare il veicolo. Il fatto che lo valutano non significa che poi lo utilizzeranno.
Non è da escludere che possano però impostare qualche nuova strategia avendo un mezzo diverso dai soliti. Penso ad un SS “usa e getta” o magari valutare qualcosa di più piccolo, fatto apposta per usi militari.
Con un volo suborbitale in 30’ sei dall’altra parte del mondo. Se hai molta fretta non importa se poi SS lo lasci lì. Terminata l’azione torni e lo smonti o lo rifornisci e lo lanci via.

Tornado in sede, comunque sulla Luna penso di si, ma su Marte no.

Un paio di giorni fa Robert Zubrin si è recato a Boca Chica ed ha avuto modo di parlare con Musk riguardo a Starship e i futuri piani della compagnia. Ci sono parecchie info interessanti. Qua sotto lascio il link, per chi fosse interessato ad ascoltarsi tutto il podcast (dura circa 1 ora e 40):
https://www.thespaceshow.com/show/11-feb-2020/broadcast-3459-dr.-robert-zubrin

IMHO le informazioni più interessanti sono essenzialmente le seguenti:

  • Attualmente lavorano circa 300 persone a Boca, ma puntano ad averne circa 3000 entro un anno.

  • Hanno come obbiettivo quello di raggiungere una produzione di 2 Starship alla settimana.

  • Il costo unitario sarà di circa 5 milioni di dollari (sempre secondo i loro obbiettivi/speranze)

  • le prime 5 Starship ad arrivare su Marte molto probabilmente resteranno lì in via definitiva

  • Musk è sempre dell’idea di utilizzare pannelli solari per l’ISRU, non il nucleare.

  • Il primo equipaggio non sarà composto da 100 individui, ma più probabilmente fra 20 e 50.

  • Zubrin sostiene che Starship è ottimizzata per la colonizzazione, piuttosto che per l’esplorazione. Sempre secondo Zubrin, far atterrare Starship sulla luna sarà difficile se non impossibile, per via dell’eccessiva potenza dei Raptor (che scaverebbero un cratere e provocherebbero l’espulsione di una grande quantità di regolite a velocità anche molto elevate). È più probabile che Starship atterrerà in un secondo momento, su un pad realizzato precedentemente. Anche su Marte ci sarà questo problema, ma sarà gestibile.

  • Non sarà necessario uno scudo termico per le missioni verso l’orbita bassa, ma lo diventerà per missioni interplanetarie.

  • Dopo l’hop di 20 km con SN1, potrebbero tentarne un altro fino a circa 100 km.

  • La costruzione di Super Heavy non è ancora iniziata, almeno per il momento.

  • Una delle preoccupazioni di Musk sono eventuali problemi legati alla protezione planetaria (i rischi di contaminazione con Starship & equipaggio sono infinitamente maggiori rispetto ad un piccolo rover).

  • Zubrin pensa che sia possibile che una Starship (cargo, non crew ovviamente) atterri su Marte prima che Artemis arrivi sulla luna.

Sono numeri & informazioni abbastanza ambiziosi IMHO, e non so se e quanto saranno facili da raggiungere. Tuttavia pare abbastanza chiaro l’approccio di SpaceX con Starship. Un mezzo prodotto in massa a costi bassissimi con tecniche e materiali più vicini alla cantieristica navale che quella aerospaziale (Sea Dragon anyone?).

Un’ultima nota personale. Una frase di Zubrin mi è rimasta impressa: “it’s not Apollo. It’s D-day”. Starship (come approccio e scala generali) mi ricorda un po’ le LST (landing ship, tank) statunitensi della seconda guerra mondiale. Navi decisamente più grosse dei classici mezzi da sbarco (che solitamente arrivavano in un secondo momento), ma adatte a trasportare le quantità di mezzi e rifornimenti necessarie a sostenere una forza d’invasione di una certa consistenza. Certo, non si tratta di andare a fare la guerra su Marte, ma da un punto di vista logistico io qualche somiglianza non posso fare a meno di notarla.

Edit: precisazione da parte di Musk. Lo scudo termico sarà necessario anche per rientri da LEO (prevedibilmente…).

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Tutto molto ambizioso, specie costruire 2 starship alla settimana. Ma certo che, anche solo arrivando in orbita (e rientrare safely) trasformerebbe ogni altro vettore in una ford modello T.
A quel punto vorrei vedere il senatore Shelby perorare l’SLS davanti ai vari sottocomitati del congresso.
Infine mi piacerebbe sapere come metteranno un pad sulla luna… Dovrebbe essere talmente grande che solo un’altra Starship potrebbe trasportarlo…

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Smentito il rientro LEO senza Heatshield sulla “pancia” di starship.

Innanzitutto grazie dell’ottimpo post/riassunto :clap:

Questa cifra non ha nessun senso, secondo me ovviamente, se non come parte di un piano di colonizzazione simil-fantascienza. Parliamo di 104 Starship in un anno. Centoquattro veicoli riutilizzabili con equipaggi fino a 100 persone. Per muovere chi, a spese di chi, per andare dove a fare cosa?
A parte il discorso tecnico del viaggio interplanetario (cose da niente) su Marte serve una infrastruttura adeguata per questo enorme numero di persone e di andirivieni.
Quella è una sfida ancora più fondamentale che progettare il razzo ideale per il viaggio…

… che cozza con l’idea di riutilizzabilità. Come già discusso varie volte, per abbassare i costi serve la produzione di massa, che non ha senso se quel che si è prodotto si può riutilizzare varie volte.

Insomma, lungi da me riaprire discussioni trite e ritrite, ma questi numeri si giustificano solo nell’ottica di accarezzare i sogni sia di Musk che di Zubrin, accomunati dalla voglia matta di colonizzare Marte.
Buona fortuna!

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Io avevo più in mente qualcosa come “fantascientifico” :grimacing:

Premetto che sono un fan di entrambi i veicoli. La mia personale opinione è che una Starship Crew è ancora lontana (diversi anni a essere ottimisti), e ha delle caratteristiche intrinseche come l’assenza di un LAS, che cozzano un po’ con i safety standards Della NASA (certo, uno potrebbe obbiettare che la NASA ha volato per 30 anni con uno spazioplano senza LAS, attaccato di fianco ad un gigantesco serbatoio che perdeva regolarmente pezzi di schiuma isolante, ed era dotato di due grossi boosters solidi, che una volta accesi non li spegni più). L’accoppiata SLS + Orion, pur con tutti i loro problemi (principalmente economici e di tempistiche, però) è molto più “reale”. Quindi, per farla breve, per diversi anni almeno, Shelby potrà dormire sonni tranquilli perché Starship non ruberà il lavoro al suo figlio prediletto. Più difficile prevedere cosa succederà se e quando la NASA accetterà di far volare i suoi astronauti anche su Starship.
SLS è elemento strategico per le ambizioni spaziali statunitensi del prossimo futuro, oltre che ad avere un considerevole valore politico. IMVHO il suo pensionamento potrà essere anche solo valutato soltanto quando ci sarà qualcosa con capacità paragonabili o superiori. Non prima. Personalmente spero che comunque la NASA in futuro addotti un approccio simile all’orbita bassa (ovvero comprare un servizio da terzi, invece che costituirsi il proprio lanciatore) anche per i programmi manned verso lo spazio profondo, ma sono abbastanza convinto che ci vorrà ancora un bel po’ prima di arrivare a quel punto.

Non necessariamente. SpaceX ha già dimostrato di saper atterrare con notevole precisione, e sulla luna non c’è atmosfera, quindi potrebbe bastare qualcosa di relativamente piccolo (o prodotto in loco addirittura, Phil Metzger non troppo tempo fa parlava di studi relativi all’uso di regolite sintetizzata per costruire i pad, ma questo è un argomento su cui so quasi nulla, quindi lascio la parola a chi ne sa più di me).

Scusate il papiro :sweat_smile:

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“Crew è ancora lontana (diversi anni a essere ottimisti), e ha delle caratteristiche intrinseche come l’assenza di un LAS”

Come dici tu, un LAS non ci sarà, dato che un sistema che salvi 100 (o 50, o 20) persone non é pensabile…
Sul discorso crew, Musk sta correndo troppo per immaginare anni per un volo manned. Essendo questa la ragion d’essere della SS, e non avendo le infinite restrizioni della NASA, non passerà molto per vedere una crew lí dentro.
D’altra parte Spacex é in questo momento é il maggiore e piú innovativo operatore spaziale, con esperienza (fra poco, con crew dragon) anche di voli umani. In piú soldi e la volontà di ferro di EM. Perché non dovrebbero riuscire? Se regge tutta l’architettura della SS (refill orbitale, atterrare senza sprofondare, heatshield) ce la faranno, fra non molto. IMVHO ovviamente…
Poi, lascia stare la logica, Musk rompe tutti gli schemi…

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Premesso che SS mi sembra una delle cose piu’ inadatte ad atterrare sulla Luna (salvo farne una molto specializzata con quello che comporta), mi chiedo se non si possono trovare affioramenti /piattaforme naturali di solida roccia sufficientemente livellati per l’atterraggio. Sulla Terra ci sono, anche se spesso conseguenza dell’erosione.

Premesso che mi sono semplicemente limitato a riportare quanto detto da Zubrin & Musk, per il resto concordo in toto.

Esatto, ho pensato la stessa cosa. Un approccio del genere me lo aspetterei (e avrebbe senso) da Rocket Lab per i suoi Electron, non per un lanciatore più grande e pesante del Saturn V.

Anche qui mi trovi d’accordo, anche se ho il sospetto che forse Musk stesse parlando di capacità teorica massima, come spesso fa. E sappiamo tutti che le sue prospettive da best case scenario sono più spesso che no ben diverse dalla realtà. Detto ciò anche se fossero una ogni mese, sarebbe comunque un numero decisamente alto per un upper stage che si propone di essere completamente riutilizzabile. E che intendono produrre in almeno 3 località diverse (Boca, Cape Canaveral, e ultimamente pare di nuovo il porto di Los Angeles). Cosa ci devono fare con tutte quelle Starship?

Spero di non andare troppo off topic (dopotutto è un forum sullo spazio, non sulla storia della guerra navale), ma io trovo sempre più analogie fra questi piani Muskiani e la strategia produttiva e logistica USA della WWII. Per questo la frase “it’s not Apollo. It’s D-day” mi è rimasta così impressa.
Il punto è che però il D-day è stato reso possibile dall’economia di guerra degli USA, SpaceX è solo una singola azienda che opera nel settore dei lanci orbitali (per ora).

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Mi trovi in parziale disaccordo. Sì, sono d’accordo che Starship viene concepita fin dall’inizio come veicolo manned, quindi è quantomeno lecito aspettarsi che seguano con la strada.
Ma non sono d’accordo sulle tempistiche. La forza di volontà è importante, certo, ma ci sono cose per cui non basta. Starship si propone come un veicolo radicalmente innovativo e diverso da tutti quello che ha volato finora. Una curva di apprendimento nella produzione e utilizzo sarà inevitabile. Inoltre, ammazzare decine di persone in un colpo solo a causa di un incidente, potrebbe avere conseguenze potenzialmente pesanti (è vero, è già successo che si verificassero delle morti nel settore spaziale privato, però nel caso di Virgin Galactic parliamo di una sola persona, che era anche uno dei piloti collaudatori). Infine, ma non meno importante, Starship nasce come mezzo per missioni interplanetarie di lunga e lunghissima durata. Lo sviluppo di un ECLSS operativo del genere non mi risulta sia mai stata fatta, e non sarà uno scherzo. In altre parole, anche qui si stanno muovendo in territorio inesplorato. Trasferimento orbitale di propellenti criogenici? Idem anche per quelli. Non mi risulta che sia mai stato affrontato su scala così massiva, e non è una sfida da poco. Senza di quella tutta l’architettura di Starship non ha più senso.

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Avrebbe senso eccome, come lanciatore pesante per LEO soprattutto se la riutilizzabilita’ veloce al 100% funziona.

In pratica come lo Shuttle ma con il quadruplo della capacita’ e una frazione dei costi.

Ci farei la firma subito.

A qualcosa potrebbe servire, tipo a oscurare ancora di piu’ il cielo con costellazioni di satelliti, a mettere in piedi stazioni spaziali uno o due ordini di grandezza piu’ grandi o assemblare missioni BEO basate su altri veicoli puramente orbitali e/o lander specializzati, con altri partner, che detto tra noi a me sembra pure una via piu’ lenta ma solida.

Non ti seguo moltissimo.

La produzione di massa in altri settori abbassa i costi unitari ma non la qualita’, anzi.

Automobili fuoriserie fatte a mano in pochi pezzi avrebbero molti piu’ difetti, sarebbero meno ottimizzate, farebbero necessariamente meno crash test e conterrebbero meno ricerca e sviluppo spalmati su volumi inferiori. La qualita’ percepita e’ un valore soggettivo, ma la qualita’ misurabile di prodotti fatti su maggiori volumi e’ spesso migliore rispetto i prodotti artigianali. Uno smartphone fatto a mano o in pochi pezzi e’ impossibile.

Il problema semmai e’ ecomomico, ovvero che la produzione di massa alza i costi fissi pero’ riduce i costi marginali per ogni unita’ prodotta, e quindi richiede una forte domanda di mercato per essere economicamente vantaggiosa.

La riutilizzabilita’ e la produzione di massa avrebbero effetti tra loro moltiplicativi ma non sono necessariamente obiettivi inconciliabili.

Il dubbio che abbiamo e’ che questa domanda di mercato ci sia, che veramente un milone di persone che vogliono andare a fare una vita di cacca e rischiare la pelle per andare a vivere senza ritorno su un pianeta inadatto, con radiazione solare minima, atmosfera inadatta, gravita’ inadatta, dove tutto va prodotto anche le cose date per scontate e gratuite e che, comunque, non offre tutte le meraviglie che offre il pianeta in cui viviamo. Nota bene, non ho detto che non vorrebbe andare nessuno nello spazio, ho detto che non credo che saranno milioni che per di piu’ si pagano il biglietto da soli.

A mio modo di vedere solo una guerra contro gli alieni o il collasso dell’ecosistema terrestre lo giustificherebbero, almeno a breve termine.

Lo sbarco in Normandia e gli sforzi bellici di quelle dimensioni sono stati fatti quando era una questione di vita o di morte.

Mentre piu’ sul lungo termine, in modo piu’ progressivo, dopo aver messo insieme robotica ed esplorazione spaziale ed essere diventati in grado di costruire megastrutture e habitat grossi con risorse ISRU, sicuri e confortevoli allora si se ne puo’ parlare. Ma questo non succedera’ domattina, neanche se fossimo in teoria capaci di produrre migliaia di SS perfettamente riutilizzabili. Mancherebbe ancora un sacco di tecnologia per arrivarci, tecnologia che non credo EM abbia gia’ nel cassetto.

Poi magari sottovaluto la percentuali di umani che sarebbero disposti a sobbarcarsi costi, rinunce e pericoli pur di perseguire questo obiettivo, le frange statistiche esistono…

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Mi sembra d’essere tornato alla fine degli anni '70 dove si credeva che in poco tempo lo spazio sarebbe stato popolato di Space Shuttle in ogni dove.
Il povero Skylab fu una delle vittime di quel modo di vedere le cose.
I pregi di Musk sono sotto gli occhi di tutti. Però non confondiamo i suoi scopi con i nostri sogni. Lui cerca di aprire un nuovo mercato, o meglio di ampliare un mercato già esistente.
Non vi pare che questo SS incominci a fare troppe cose? Quando farà anche il caffè? :wink:

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Concordo al 100%, e faccio notare che non ho parlato di qualità :wink:
Alla mia frase manca l’aggettivo “unitari” riferito ai costi.

In altre parole, se metti su una catena di montaggio è per produrre grosse quantità di veicoli, con le relative ottimizzazioni e ammortizzazione dei costi fissi su tot unità prodotte che vanno abbassare i costi unitari.

Se quei veicoli sono riutilizzabili, però, e date le condizioni di mercato dei lanciatori in generale (stagnante) e dello Starship in particolare (inesistente per ora), vengono a mancare due driver fondamentali che andrebbero a favorire appunto la produzione di massa, con la conseguente famosa riduzione dei costi unitari.

Quindi a mio modesto parere, o davvero il piano è di produrne centinaia e centinaia e poi fermarsi, sfruttando la loro riutilizzabilità, nel qual caso la grande quantità programmata consentirà di avvalersi di alcuni dei vantaggi della produzione in serie, oppure la semplice scelta di fare di Starship un oggetto riutilizzabile renderà difficile attuare un concetto di produzione di massa, a meno che non si vogliano tenere 2/300 Starship di scorta in magazzino…

E comunque tutto questo rimane, sempre a mio parere, un puro scenario di fantasia, perché al di fuori di un legittimo ma puerile sogno di fantascienza (al momento e nelle condizioni attuali), non c’è alcun bisogno di produrre 50 Starship.
Per capirci, i sogni non fanno male a nessuno, ma la probabilità che questa discussione Musk/Zubrin sia attinente ad uno scenario anche lontanamente plausibile è pari a zero.

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Comunque mi sembra praticamente impossibile poter costruire due Starship a settimana in modo completo, quindi non solo costruire la struttura primaria ma anche applicare lo scudo termico, installare gli interni (Per cargo o passaggeri) e realizzare tutti i collegamenti idraulici/elettrici di cui avrà bisogno.

Secondo me per raggiungere quel volume di produzione sarebbe necessaria una linea di produzione in grado di produrre molte starship contemporaneamente, e quindi gli servirebbero delle strutture dove produtrli di cui sicuramente adesso non dispongono e di cui non sono presenti progetti al momento.

Secondo me quel numero ha lo stesso valore sempre dato da Musk delle 24 ore per il riutilizzo del primo stadio del Falcon 9: un obbiettivo non totalmente impossibile, che potrebbe portare dei vantaggi in alcuni casi futuri di mercato, ma assolutamente non necessario al momento e comunque non realmente necessario in futuro data una flotta di veicoli adeguata.

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Lascio i miei 2 cents su quello che penso a riguardo di Starship.

Per come la penso io, Starship cosi come viene descritta nel fantastico mondo di Elon non accadrà mai. E su questo punto penso che ci siano arrivati tutti o quasi…
Tuttavia realisticamente il progetto è interessante soprattutto per quanto riguarda l’ambito LEO.

Ho sempre visto il progetto di Starship come un successore dello Shuttle che non come il mezzo mirabolante con cui atterrare ovunque nel sistema solare.
A livello di costi e produzione parliamoci chiaro. Le cifre sparate sono veritiere quanto le solite sparate del mondo di Twitter.

La carne al fuoco è tantissima. Si tratta di 3 orbiter diversi (cargo, manned, refuel) e un mega primo stadio di complessità inaudita.

Ogni orbiter di base è dotato di 6 Motori Raptor, di cui 3 versioni speciali ottimizzate per il vuoto. Un sistema complesso per gestire il rifornimento di 1200 tonnellate di propellenti tra ossigeno liquido e metano. I computer di volo dovranno gestire in maniera automatizzata operazioni complesse. Aggiungiamo anche il più grande scudo termico mai fatto. Costituito da un numero importante di piastrelle esagonali.

A seconda della versione poi ci sono le peculiarità.
I tanker saranno dotati ovviamente di 2 serbatoi per il rifornimento al posto di tutta l’area superiore delo starship. Docking completamente automatizzato e attraverso la docking port dovranno passare 2 linee di rifornimento separate. 1 per il CH4 e una per il LOX.

Le versioni cargo sono dotate di un portellone che si apre a bocca di coccodrillo di dimensioni considerevoli. Sono anche dotate di un sistema gruistico all interno della sezione cargo per far scendere il cargo al suolo. E si tratta di altezze considerevoli.

Le versioni manned sono inutile a dirlo le più complesse. Ridondanze extra, sistema di supporto vitale (il più complesso mai costruito dato che deve garantire affidabilità senza manutenzioni di rilievo per oltre 2 anni), arredi interni (cabine etc etc), interfacce uomo computer ect etc. Inutile dire che metterci 100 ma anche 50 persone li dentro è utopia. Ben che vada ci sarà il doppio degli equipaggi di uno Shuttle.

Superfluo dire che una Starship non ha nulla a che invidiare a uno Shuttle… anzi è ben più complessa. Pensare che una cosa del genere vada a costare 5 milioni va oltre l’utopia. Ogni orbiter avrà costi di costruzione nell ordine delle centinaia di milioni. Una eventuale Starship manned che dovrà viaggiare verso Marte, sfonderebbe facilmente il muro del miliardo di dollari.

Poi c’è il Super Heavy. Se da un lato costruire 2 enormi serbatoi è relativamente facile, la sezione motori è la più ambiziosa mai costruita. 31 dei motori più complessi mai costruiti (full flow staged combustion) in una sezione di appena 9 metri di diametro. Auguri a collegare tutte le feedlines, sistemi idraulici di TVC. Poi ovviamente bisogna includere le svariate “aviation boxes” che andranno a controllare ogni aspetto del booster e i computer di volo (che presumo verranno posizionati in cima al super heavy) che gestiranno la fase di “boost back” e atterraggio. Anche qui la manifattura allo stato della arte di un super heavy non sarà certo lieve dal punto di vista economico.

Avendo assodato che produrre uno stack di Starship non costa 5 milioni (lol), andiamo a vedere perchè per me Starship può divenire un valido mezzo LEO, ma non un mezzo BLEO.
Affinche lo Starship compia missioni BLEO verso Luna e Marte c’è bisogno di fare il pieno. 1200 tonnellate di propellenti, equivalenti a 12 lanci di Starship. Per andare da qualche parte bisogna lanciare 13 dei vettori più grandi mai costruiti. Il che significa che la nostra navicella che dovrà andare in BLEO dovrà attendere in orbita di parcheggio per mesi (ben 3, considerando un generoso reteo di lancio di 1 alla settimana).( qui dobbiamo anche vedere come gestire i propellenti nel mentre…).

Importante dire come prima di organizzare una qualsiasi voglia missione marziana o lunare bisogna avere a disposizione almeno 7 Starship complete. Assumendo di riuscire ad effettuare un refurb rapido in maniera che dal giorno del lancio del primo tanker, lo stack sia pronto a volare nuovamente in 5 settimane.
(O volutamente lasciato fuori, rinvii causati dal vettore o dal meteo…)

Il che ci porta ad un altro punto alquanto dolente. Infrastrutture e forza lavoro. Bisognerà costruire strutture di metratura enorme per ispezionare e compiere il ricondizionamento di più starship contemporaneamente. Avere a disposizione un ampia forza lavoro (molto ampia). Nel computo delle infrastrutture, si aggiunge la fabbrica per produrre le vere starship con saldature automatizzate, aree per la decontaminazione e l ispezione dei serbatoi etc etc.
Al computo si aggiungono un lauchpad in grado di servire starship e relativi accessori.
Andiamo quindi a trovarci di fronte a centinaia di milioni in infrastrutture, oltre ai fixed cost di forze lavoro, manutenzioni delle strutture e del ricondizionamento dei vettori. “Fixed cost” che raggiungono cifre ben a nord di 5 milioni.

Ne consegue che un programma Starship è economicamente non sostenibile da un ente privato e anche da un ente come la NASA al giorno d’oggi.
Tuttavia andando a ricalibrare il tiro su voli verso l’orbita bassa e cambia tutto.

Non hai piu bisogno di infrastrutture cosi grandi, ne di forze lavoro altrettanto corpose. Per una missione hai bisogno di 1/13 dell hardware.
Rimane un programma con i suoi costi, ma certamente SOSTENIBILE. E sopratutto a differenza dello Shuttle, non devi ricostruire un serbatoio esterno ogni volta. È qui che cade il vantaggio.

Conclusione…
Ci ritroviamo che un Super Heavy Lifter che ha costi contenuti e turn around celeri (certamente inferiori a SLS) che è capace di assemblare qualcosa di importante in orbita, come ad esempio un veicolo capace di portarci su Marte.

Questo è cio che penso diventerà Starship. Un “camion” capace di portare la riusabilità nello spazio tramite la costruzione di “”“astronavi”"" capaci di partire dalla Terra, arrivare su Marte e tornare a casa per la manutenzione prima di un nuovo viaggio.

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Quoto 100%
In questo forum ci sono molti (legittimi) sognatori. Anche tra navigati esperti del settore

Il problema sono gli use case

Fare 2 SS a settimana serve solo se devi spostare migliaia di persone su Marte

Per questo ritengo che l’uso LEO (e continuo a dire… voli intercontinentali in un ora anyone?) è l’unico use case

A meno che non vi siano scenari di mining che ignoro… non riesco neppure a trovare un minerale che non sia più economico da estrarre sulla terra

Per parafrasare, nel settore telco la sintesi del problema del good enough era stata sintetizzata dal grande Corrado…

In merito al settore spazio, pur potendoci andare “tecnicamente” su Marte, e grazie a Musk anche “industrialmente” … ma chi vuole andare (in massa non foot&flag) su un pianeta che ,non avendo un proprio campo e relativo scudo EM, non potrà MAI essere come il nostro neanche se ci impegnassimo nel più grosso progetto di terraforming…

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Assolutamente. Ma SpaceX non sta lavorando su questo progetto, in un modo o nell’altro, dal giorno della sua fondazione, per questo obbiettivo. Starship nasce come un veicolo per andare su Marte. Quello è sempre stato l’obbiettivo n°1 di SpaceX, non quello di fare lo Shuttle 2.0.
Poi, che sia chiaro, sono d’accordo con te che sarebbe da metterci la firma per avere un mezzo del genere. Ma quando parlo di “senso”, intendo dal punto di vista di SpaceX.

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Non costruirne da zero due alla settimana, ma avere un ritmo produttivo di due alla settimana, il che significa averne molte di più in varie fasi della produzione contemporaneamente.

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