Elucubrazioni sulla NASA dell'amministrazione Biden

Lo so che non e’ il luogo per parlare di politica, pero’ solo da un punto di vista “tecnico” e il piu’ “oggettivo” possibile, pero’ viste le imminenti elezioni americane secondo voi per il programma spaziale sarebbe meglio vincesse trump o biden? Ripeto, tralasciando ogni convizione politica e parlando solo dal punto di vista “tecnico”. Io personalmente ho visto una grossa accelerazione in questi ultimi anni e mi spiacerebbe un sacco si tornasse a politiche piu’ “prudenti” e “conservative”.

Qundi basta non farlo, o almeno farlo nel topic “corretto”… :stuck_out_tongue:

Nel merito, andrebbe visto il programma di entrambi per quanto concerne questo dettaglio. Di Biden sappiamo poco. L’amministraizone Trump è stata abbastanza “committed” a parole, ma come denaro ha dato meno del richiesto e sempre dopo mediazione del Congresso (che come già discusso N volte, è quello che davvero dispone dei cordoni della borsa).
E per quanto gli Artemis Accords siano stati firmati da tanti partner, uno dei pilastri del programma ISS, la Russia, manca all’appello anche per il ruolo di leadership automatico che NASA si è data nel tentare di costruire una nuova alleanza di partner, ma facendolo con la delicatezza tipica dell’amministrazione Trump (naturalmente a mio parere).
Ma a mio parere non si può evitare di andare su un terreno politico, perché di un presidente ti prendi tutto il pacchetto, non solo il programma spaziale…

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Secondo me dipende dal punto di vista. Trump spingerebbe per la deadline del 2024, Biden avrebbe un approccio più rilassato e più orientato verso la collaborazione internazionale. Se devo esprimere la mia opinione personale, forse sotto sotto la NASA riceverebbe più soldi con Trump, ma a lungo termine una collaborazione internazionale più aperta avrebbe più benefici di un aumento del finanziamento. Questa è solo la mia opinione però.
Ad esempio Obama cancellò Constellation a vantaggio delle collaborazioni commerciali. Orion ha rallentato parecchio lo sviluppo, ma le aziende private hanno messo su un bel servizio. Ne ha beneficiato il programma spaziale? Dipende dai punti di vista.

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Obama ha cancellato Constellation perché era un piano economicamente irrealizzabile, Orion già viaggiava “lento” di suo, certo la cancellazione e la sua “ricollocazione” come veicolo BEO (con tanto di missione verso gli asteroidi) non lo hanno aiutato.
Però poi il congresso ha difatto “resuscitato” Ares V trasmutandolo (come una permutazione alchemica) nell’attuale SLS e giù un’altra sterzata per Orion…

Se il programma spaziale ne ha beneficiato?
Credo che le immagini della Dragon 2 attraccata alla ISS parlino da sole.

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Questo lo vediamo, il punto è che non vediamo quello che sarebbe potuto esserci ora col programma Constellation, per quanto male se ne voglia parlare. Ad esempio l’uomo sulla Luna entro il 2020 non ci è tornato.

Capisco, difficile fare la prova contraria.
A mio avviso, per come si erano messe le cose con Constellation, al 2020 la presenza umana americana sulla Luna non era garantita per niente.

Ergo potevamo essere esattamente come siamo oggi anche con il Constellation ancora in piedi (cosa poi in realtà avvenuta visto che Artemis è una sorta di Constellation rivisitato).

L’unico aspetto che avrebbe beneficiato del prosieguo di Costellation è il lavoro relativo al modulo lunare.

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Anche se penso che il Progetto Artemis abbia portato due cose in più: la compartecipazione di altre Agenzie Spaziali al progetto, e l’ideazione della “via d’accesso” in orbita lunare.

Assolutamente si.

Basti pensare che il Constellation non aveva in se l’idea del “gateway” che rappresenta un fulcro di Artemis (ed a mio avviso una delle cose migliori).
Constellation era la riproposizione, nuda e cruda (sia pure in versione 2.0), del programma Apollo originale con tanto di Ares I = Saturn 1 e Ares V = Saturn 5.

Artemis, in questo, è molto più articolato ed inclusivo basandosi sull’apporto significativo di altre nazioni (tra le quali l’Italia). Constellation era un piano molto “politico” che puntava a piantare (di nuovo) la bandiera a stelle e strisce e poco più, destinato poi a morire sotto il proprio peso (proprio come l’Apollo).

Artemis guarda, e molto, al futuro cerca di riutilizzare al meglio i pezzi superstiti di Constellation (Orion ed SLS) integrandoli con altri (gateway, lander commerciali, Orel ecc.) in uno schema che mira davvero a garantire la presenza umana sulla Luna anche a lungo termine.

A mio avviso nel cambio il programma spaziale ha comunque guadagnato, si è passati dal vicolo cieco di Constellation al sentiero, stretto e tortuoso quanto si vuole, di Artemis…

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Il programma Constellation forse era un vicolo cieco, forse non avrebbe aggiunto nulla a quanto fatto 50 anni fa.

Quel po’ di spazio che ha lasciato e’ stato sufficiente per abilitare l’apertura di alcune porte, forse decisive e forse non vicoli ciechi, per lo sviluppo delle attivita’ spaziali in generale. Poi magari quelle porte si sarebbero aperte lo stesso, chi lo sa.

Artemis mi sembra molto piu’ flessibile, e’ predisposto per sfruttare le opportunita’ che via via si presenteranno, ed evita di mettere tutte le uova in un solo cestello. Quest’ultimo mi sembra uno degli aspetti culturali piu’ importanti emersi negli ultimi anni: non solo un lanciatore, non solo un fornitore, non solo un piano A, tutto deve essere ridondato… ci deve essere sempre un piano B e si lascia piu’ spazio agli outsider per dimostrare che un approccio diverso funziona, coinvolgendo anche privati e partner internazionali che sviluppano loro idee, i loro mezzi e approcci originali.

Pero’ non so se dipende da qualche scelta politica. Piu’ verosimilmente sono anche le circostanze, i tentativi, i fallimenti, i successi il sudore di tante persone che lavorano tutti i giorni per aprire le porte e far maturare i metodi.

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Un’analisi sulle possibili iniziative di Biden a 360°:
https://www.sciencemag.org/news/2020/10/biden-presidency-could-have-remarkable-impact-science-policy-also-face-hurdles
Quello che ci interessa è poco oltre metà del lunghissimo articolo:

To pay for new spending, Biden is likely to propose restoring higher taxes on the wealthy and killing programs he sees as wasteful. One potential target is the Space Launch System (SLS), NASA’s troubled heavy-lift rocket for the human space program.

A prescindere dal presidente, ciò che importa nel nostro contesto (ovvero programmi NASA), è il congresso. Abbiamo visto più volte le proposte presidenziali bocciate dal congresso (STEM, WFIRST, EUS…) oppure potenziate (budget complessivo, fondi per esplorazione robotica).

Quello che bisognerà osservare con cura è come si dividerà il congresso a livello politico dopo le elezioni 2020.

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Non voglio andare troppo OT, dato che il centro della questione sono gli accordi Artemis, ma credo che la politica di Trump dell’“America First” abbia portato ad una progressiva riduzione dell’importanza del paese sullo scacchiere internazionale.

Come dice Marco, gli accordi deviano un po’ da questa strategia, forse anche per necessità (economiche e logistiche) più che per scelta politica.

Chiudo l’OT con un articolo de Il Post riguardo al concetto cardine della politica di Trump e i suoi risvolti in questi 4 anni di mandato. Ovviamente non voglio aprire flame e discussioni di stampo politico, solo riportare un fatto.

Bisogna tener conto che la politica di Biden (qualora fosse eletto) potrebbe essere diversa …
Non foss’altro che in termini di rispetto del galateo.

In generale la politica degli USA verso la Cina non è particolarmente saggia.
Quando Kennedy si trovò indietro rispetto all’Unione Sovietica nel settore spaziale, reagì rilanciando (la Luna entro il decennio), non cercando di bucare le ruote all’avversario, come nel caso di Huawei

E l’Unione Sovietica era un nemico,che aveva in animo, potendo, di radere al suolo gli Stati Uniti, non di invadere il mercato con giocattoli a basso costo :grin: :grin:

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Occhio che la Cina con i suoi “giocattoli a basso costo” punta ad asfaltare l’economia mondiale e renderla dipendente dal suo mercato interno (basato sulla forza del numero) nonché dalla manodopera specializzata ma a basso costo ed imporre rapporti di forza favorevoli basati sulla propria forza tecnologica (5G e non solo…).

La distruzione economica, a prescindere da Trump, spaventa l’americano medio esattamente come la distruzione atomica lo spaventava mezzo secolo fa. Questo rende la Cina importante, sullo scacchiere internazionale , come e forse di più della defunta Unione Sovietca.

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Sante parole Peppe

E’ quello che hanno fatto gli Stati Uniti dopo il 1945, l’Inghilterra prima di loro e la Francia prima dell’Inghilterra. Così va il mondo …

Non capisco proprio come i mercanti cinesi possano fare più paura delle atomiche, o anche solo dei carrarmati sovietici … e rendere giustificabili i comportamenti più scorretti

L’Occidente ha vinto il confronto con l’Unione Sovietica dimostrando di essere un posto migliore dove vivere (anche se, ovviamente, non avrebbe potuto farlo senza la forza “dissuasiva” della NATO).
Non vi era persona di buon senso che non si accorgesse che vivere in Germania Ovest era molto meglio che vivere in Germania Est …

Forse oggi lo stesso confronto fatto tra Detroit e Shangai non è altrettanto rassicurante, e, piuttosto che tagliare le gomme all’avversario, si farebbe meglio a lavorare su questo aspetto …

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Guarda che Trump (ed anche il suo atteggiamento) lungi da essere una causa sono invece molto più un sintomo di ciò che negli Stati Uniti molti pensano. Questo spiega perché negli stati “cruciali” (non nel voto popolare) Hilary Clinton è stata battuta.

Certo perché nell’allora Germania Ovest vigeva una democrazia (come dice il mio personaggio storico preferito Sir Winston Churchill “sistema politico imperfetto quanto si vuole ma l’unico perfettibile”) mentre dall’altro lato una feroce dittatura comunista (alla faccia della cosidetta “Ostalgie” in voga adesso).
Tra Detroit e Shangai pure c’è la stessa differenza, gli Stati Uniti sono e restano una nazione profondamente democratica, la Cina Comunista (si fa per dire) no (ricordo a tutti che esiste anche “un’altra” Cina che viene chiamata Taiwan ma che sempre Cina è…).

Stiamo andando OT anche rispetto a questo thread :grin: :grin:
Finiremo per farci cacciare …

Eravamo partiti dicendo che - forse - Biden in caso di vittoria avrebbe riportato il confronto con la Cina sul piano di una competizione leale e che questo potrebbe avere un impatto - a mio avviso positivo - anche sulla competizione tra agenzie spaziali (che di per se, se condotta lealmente, trovo una cosa positiva)

Tu mi dici:

Vero, ma che c’entra con quello di cui stiamo parlando ?

Belle parole.
Fatto sta che per impedire alla gente dell’Est di emigrare all’Ovest bisognava sparargli.
Per la mancanza di democrazia, certo; ma credo che anche la mancanza di elettrodomestici abbia avuto il suo peso.
Comunque non bisogna sparare alla gente di Shangai per non farla andare a Detroit. Anzi.
Non mi sembra proprio la stessa situazione e forse oggi Churchill sarebbe d’accordo con me.
Almeno sul punto che, nell’ottica di una competizione leale, sarebbe meglio che Detroit tornasse ad essere un posto dove si vive meglio che a Shangai …
al netto delle considerazioni sui massimi sistemi che di questi tempi lasciano il tempo che trovano

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Certo ovviamente… :wink:

Io ho la netta sensazione che questa anninistrazione (tralasciando qualsiasi ideale o credenza politica) abbia fatto bene alla NASA e al programma Artemis. Alcune volte mettere pressione con delle tempistiche apparentemente irrealistiche (vedi kennedy nel 1961) mette un bel booster ai progetti e una possibile competizione con la Cina non puo’ che mettere ancora piu’ benzina sul fuoco. Ho timore che un ritorno a politiche piu’ cautelative, distensive, collaborative, etc… non giovi al programma spaziale. Basti pensare a quello che e’ avvenuto in questi ultimi 30 anni di PAX Americana.

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