Io non capisco perché vi aspettiate l’ecatombe spaziale coi democratici?
Basta solo ricordare che la transizione al commercial di NASA fu iniziata da Obama, per dire.
Posto che nulla è impossibile e che giustamente ogni amministrazione deve decidere quello che ritiene prioritario, chi ha parlato di fermare cosa?
Qui quello che minacciava di tagliare missioni scientifiche importanti, anche per l’osservazione della Terra che è l’astronave malconcia su cui tutti viviamo, fu l’attuale presidente, e il Congresso rimise le cose in carreggiata.
Vedetela ovviamente come vi pare, ma il piagnisteo ancora prima che Biden abbia messo l’alluce alla Casa Bianca è senza fondamento.
Giusto
Non voleva essere un piagnisteo. Mi riferisco a tutta questo fremere su Artemis perché abbiamo ancora una visione manned molto (troppo?) importante
Ma paradossalmente, proprio perché manned = sexy , sono proprio le cose che Trump non ha stoppato
Sono i JWT, WFIRST, Europa Clipper che sono sempre oggetto di aggressione perché politicamente meno spendibili
Diciamocelo, chi si esalta per Philae o Osiris Rex sui canali mainstream ?
Se venissero deviati investimenti scientifici dal deep space ad orbita bassa per l’osservazione della terra o direttamente in ambito educativo o sanitario…non mi meraviglierei…è molto da Democratici
Il deep space è solo per i nerd e ne Blu ne Rossi sono così interessati…
Vi ricordo che Biden non si è mai espresso, ma i democratici hanno a cuore la continuità e hanno messo nero su bianco che non rivoluzioneranno i piani NASA. Non hanno mai sostenuto esplicitamente il 2024 come scadenza di Artemis 3, così come non lo ha fatto quest’anno il Congresso con ancora Trump.
Ma si infatti, a questo punto credo sia ormai impossibile (ed anche controproducente) mandare in vacca tutto, e scusate il tecnicismo.
Le tempistiche invece sono un altra cosa; il 2024 era abbastanza chiaramente un pò un azzardo, e “diluire” il tutto tipo al 2026 non è certo una tragedia, anzi.
Se il presupposto primo ed ultimo dell’esplorazione umana spaziale fosse la sicurezza degli equipaggi credo che ad oggi non esisterebbe nemmeno questo forum.
La mia non vuole essere una posizione estremista, ma sono spesso scettico di fronte ad argomentazioni che pongono davanti ad ogni cosa la sicurezza, questo vale nell’esplorazione umana (anche terrestre) cosi come (qui mi inserisco piu’ come professionista e lavoratore) quando si parla di “business” o “imprenditorialita’”. Non credo che alla NASA siano dei lazzaroni, ma che spesso hanno dimostrato il meglio di loro stessi davanti a sfide difficili e quasi impossibili. Con il programma Artemis e il 2024 speravo proprio in questo, ma purtroppo non sara’ cosi… probabilmente ci attenderanno 8 anni di quotidiani e costanti piccoli passi in avanti verso un ipotetico allunaggio nel 2028.
Capisco il tuo discorso e potrei anche essere parzialmente d’accordo, ma al giorno d’oggi certi rischi non puoi più prenderli … di sicuro non come negli anni '60 con il programma Apollo e la corsa contro i comunisti …
Altri tempi, altri media, altra opinione pubblica.
Al giorno d’oggi un eventuale perdita di vite dovuta magari a qualche controllo mancato/sorvolato, non sarebbe “vissuta” o “sopportata” come 50 anni fà, per vari motivi.
Poi è ovvio che un dose di rischio strutturale c’è e ci sarà sempre anche fra 200 anni, quando metti il fondoschiena su una mezza bomba atomica … lo sanno bene anche gli stessi astronauti …
Il punto non è che l’astronautica debba diventare un’attività senza rischio. Non è quello che ho scritto, e soprattutto non esiste nessuna attività umana senza rischio, quindi questo discorso mettiamolo pure da parte.
Il vero problema è la gestione del rischio. Ovviamente partire a bordo di un razzo è intrinsecamente molto pericoloso, e non ci sono dubbi che gli astronauti accettino questo pericolo come parte del “prezzo” che pagano per la loro professione.
Per questo si investe tempo e denaro in test che visti da fuori possono sembrare ridondanti, burocratici ecc… Tutto semplice da dire finché non succede qualcosa di irreparabile, e allora partirebbero i cori di tono diametralmente opposto: si sarebbe potuto, si sarebbe dovuto, ma come mai non ci siamo resi conto prima…
Eticamente oggi non ha alcun senso chiedere ad altri esseri umani di aumentare anche solo dello 0,1% le loro chance di fare una brutta fine, se la ragione sono fini politici o la “fretta” senza reale motivo di arrivare sulla Luna entro una data X solo perché lo ordina il presidente. La guerra fredda, per fortuna, al momento è finita e quella corsa a rotta di collo non è più in alcun modo giustificata, secondo me naturalmente.
Senza contare che al di là di ogni aspetto etico e morale, perdere un equipaggio oggi comporterebbe conseguenze imprevedibili e ben più gravi sul programma spaziale di qualche inefficienza.
Io questo discorso lo condivido in astratto, ma penso che in questo caso non si applichi. Il motivo è che la francamente imbarazzante lentezza con cui lo sviluppo di Orion ed SLS procede non è dovuta ad una necessità di aumentare la sicurezza. È dovuta a budget inadeguati, indirizzi politici incostanti e, secondo me soprattutto, ad un cattivo allineamento degli interessi tra costruttore, committente e legislatore. Tutte cose discusse e condivise un po’ ovunque. È per questo che la gestione di Bridenstine spicca: sostenuto da un forte mandato presidenziale ha potuto esercitare pressioni sui costruttori, indire contratti nuovi, stilare piani.
Mi sembra che sia riuscito ad accelerare senza scendere a compromessi sulla sicurezza perchè i tempi erano comprimibili su altri fattori.
tutte cose abbastanza vere (a cui aggiungerei che un po’ di lavoro stile tela di Penelope fa comodo, perche’ SLS e’ anche un programma per spendere denaro pubblico a sostegno dell’occupazione) che pero’ esulano dalle competenze di NASA, che fa quel che puo’ con le carte che ha in mano.
Certo per compensare quelle inefficienze li’ la soluzione non e’ saltare qualche processo di QA…
È difficile non essere d’accordo con quanto affermato nell’articolo…
Il problema non è il programma in sé, ma la mancanza di obiettivi misurabili e non autoreferenziali
A me risulta sempre inacettabile la giustificazione di “dover spendere denaro pubblico per salvaguardare l’occupazione”, perche’ se passa questo principio allora vale tutto. Inventiamoci impiegati che sporcano le scale della metro e altri impiegati che le puliscono, a rotazione, cosi’ diamo occupazione alla gente .
Sul discorso del non poter giustificare della fretta, in tempo di pace, per una corsa alla luna non mi trovi d’accordo. Anche su questo punto, come sopra, allora perche’ andarci? Perche’ non far diventare il 2026 il 2036? Cosi possiamo fare ancora piu’ test, dar da lavorare ad ancora piu’ fornitori e cosi via… per questo mi piace veder lavorare la NASA “sotto un sano e positivo stress”, perche’ e’ proprio li, come dicevo prima, che ha dimostrato di saper dare il meglio di se. Chiaramente la sicurezza deve rimanere un valore primario, ma convivere con piani sfidanti e ambiziosi. Questa e’ la mia opinione chiaramente
Per quanto può sembrare incredibile questo è proprio ciò che avvenne durante il “New Deal” voluto da F. D. Roosevelt per risollevare le sorti degli Stati Uniti all’indomani della Grande Depressione:
Treottantone, esisterebbero anche le sane vie di mezzo, eh ?
Non è che adesso o si fa subito o altrimenti fra 20 anni …
In piccola parte posso comprendere il tuo ragionamento di fondo, ma secondo me lo porti troppo all’estremo.
attenzione: qui non si parla di occupazione qualsiasi. Si parla di sovvenzionare (si’, proprio sovvenzionare) aziende ad alta tecnologia, e impiegare frotte di ingegneri. Ingegneri che produrranno nuove tecnologie, che verranno poi impiegate in tutti gli altri settori.
Non raccontiamoci la favoletta che una missione come ad esempio Herschel, costata 1 miliardo di euro, sia stata fatta per accontentare la curiosita’ accademica dei cosmologi per le galassie ad alto redshift… Non e’ cosi’! Sono soldi spesi per sovvenzionare lo sviluppo tecnologico e le proprie aziende strategiche.
La lettura è giusta ma per me la verità sta nel mezzo. Sia quello che dite voi che quello che dice treottantone ha un lato “giusto” ed uno “sbagliato”. Il sostegno ad aree economiche deve essere comunque fatto con gli occhi aperti, non per sostenere questa università o quell’azienda a prescindere. E’ la logica che da noi ha tenuto in piedi la Fiat di Agnelli quando invece di investire per il futuro investiva per la proprietà.
D’accordissimo che una parte dei proventi delle tasse debbano essere investiti in settori intrinsecamente non remunerativi (se nel rinascimento non ci fossero state persone che investivano nell’arte per avere un ritorno di autorità ed immagine adesso non avremmo metà di ciò che abbiamo).
Diverso è prendere questa come una scusa per dare soldi a pioggia senza un’anlalisi critica, perchè allora ci sono un sacco di persone che non sono masterizzate ma la cui vita ha il medesimo valore e vorrebbe coltivare il suo campo e vendere le cipolle e ha lo stesso diritto di essere aiutata.
L’esempio di spacex a mio avviso sta dimostrando per ora con risultati straordinari, non eccellenti, mostruosamente enormi, che una gestione migliore (rischiosa, professionale, imprenditoriale…migliore) produce risultati migliori, in meno tempo, è vero probabilmente impiegando meno persone. Ma chi le tasse le paga deve anche vedere un risultato che deriva dal sostegno dei settori intrinsecamente in perdita, se no chi li finanzia perde consenso e la ruota si rompe. Il rischio (molto concreto se non si ottienere qualche risultato spendibile nei prossimi 4 anni) in questa fase è questo.
Per stare in tema, personalmente mi dispiacerebbe se Jim lasciasse. Mi sembra una persona adatta al ruolo, giovane il giusto, entusiasta il giusto, affiatata coi suoi partner. Lui, Tory Bruno e Elon Musk per me sono un terzetto che l’america adesso non dovrebbe perdere. Forse il mondo, più che l’america.
Corretto, pero’ se io ti “sovvenziono” voglio poi vedere dei risultati nei tempi stabiliti. Magari fosse sempre cosi’ alla NASA. E’ proprio questo il tema e quello che mi piaceva dell’approccio dell’ultima amministrazione, anche nel provare ad essere politicamente scorretto nei confronti di colossi come Boeing.