Fuori dai denti non ho tutti gli elementi per valutare perche’ le cose sono estremamemente complesse.
Tendenzialmente cercherei di riformare la macchina, bypassando le strutture piu’ resistenti ai cambiamenti, ma senza fare tabula rasa e questo si inserisce in un discorso piu’ ampio di riforma degli apparati pubblici dell’occidente. Dove ci sono grandi spese ci sono tanti che ricevono direttamente o indirettamente tanti fondi e non vogliono che le cose cambino e questo si inquadra in un discorso piu’ generale, non solo spaziale, ben descritto da Rampini, esagerando un po’, in questo articolo ben circostanziato:
Da bambino che sognava le avventure spaziali, ha visto realizzarsi ben poco e vorrebbe vedere realizzarsi qualcosa prima di diventare un bambino morto di vecchiaia accoglierei bene una evoluzione che porti a innovazioni e a non uccidere nella culla chi innova perche’ pesta i piedi agli apparati elefantiaci di cui sopra. Non spendere di meno, spendere in modo piu’ efficiente per avere piu’ progresso, e permettere che gli outsider di domani trovino soluzioni fuori dagli schemi senza essere fermati dagli incumbent (tra cui magari gli outsider di ieri).
Oggettivamente sono state aperte parecchie porte che rendono possibili cose che prima potevamo solo sognare. E le ovvie conseguenze delle porte aperte non sono ancora state sviluppate, abbiamo decenni di fallout tecnologici di fronte.
Pero’ preferirei che i protagonisti mantenessero l’equilibrio e che si riuscisse a convincere tutti a cambiare progetto, non a cambiare lavoro, senza questo clima di rissa e di opposte irregionevolezze che mi impensierisce un po’.
Per fare nomi e cognomi, il progetto SLS e’ acclarato che serve a poco, e’ troppo costosa come ruota di scorta, c’e’ ormai una profusione di lanciatori che possono svolgerne il ruolo meglio, con frequenze di lancio infinitamente maggiori e a costi inferiori, e non solo di una azienda. Ora c’e’ anche Blue Origin, e forse superera’ la traversata nel deserto ULA e magari Arianespace si disciulera’ (cit.), restando solo in occidente.
Ma non manderei tutti a casa.
Li metterei al lavoro su qualcosa che serve in particolare ad esempio su sistemi di propulsione per missioni e attivita’ BEO che e’ difficile ripagare con gli investimenti privati (e evitando millemila missioni tanker che non sono sostenibili per questo pianeta ed esistono anche idrogeno, nucleare e ISRU). Ma non solo, anche stazioni a gravita’ artificiale ridotta, lunghe permanenze lontano da LEO ecc… Se per lavorarci qualcuno deve sventolare il feticcio di Marte superficie va bene, basta che ci sia un buon fallout tecnologico. Anche perche’ ho il sospetto che lavoreremo tanto tanto sulla superficie della Luna, ho detto che non serve SLS ma serve Artemis o qualche cappello per esplorare e sfruttare la superficie dell’unico corpo celeste a portata di mano e con un ping time di meno di 3 secondi, incluso un quadro minimo normativo/di accordi per capire come inquadrare le attivita’.