Impatto del COVID-19 sulle attività spaziali

La NASA chiede ai propri dipendenti, idee per sfruttare il suo potenziale e dare un aiuto nella lotta alla pandemia.

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La Florida potrebbe venire colpita molto duramente. Ancora non si è deciso per il lockdown e i contagi aumentano

Mi taccio su Bezos ma segnalo l’articolo di The Verge.

https://twitter.com/lorengrush/status/1245762181767061505

Many employees fear that traveling to Van Horn might expose them to the novel coronavirus and inadvertently introduce COVID-19 to the residents of the rural town where there is very little infrastructure to handle an outbreak. The Verge spoke exclusively with four Blue Origin employees who all asked to remain anonymous for fear of retaliation from the company. They say they are frustrated by the company’s desire to conduct a launch, as it could unnecessarily jeopardize the health of employees at Blue Origin and residents of Van Horn.

“It feels like the company is prioritizing its business goals and schedule above the safety of its employees and the community,” one employee tells The Verge .

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Mi sembra onestamente assurdo come la NASA si sia fermata e i provider privati continuino a lavorare in mansioni che per natura comportano un gran numero di lavoratori e lavoro a contatto con altre persone.

Infatti mi sorprende anche che SpaceX continui le operazioni a Boca Chica

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La mia personale opinione è che né l’attività di Boca Chica né un lancio di Blue Shepard piazzato in mezzo ad una pandemia valgano il rischio che i dipendenti delle due aziende, o i loro famigliari così come tutte le altre persone con le quali potrebbero venire in contatto, possano trovarsi esposti a contagio da COVID19 solo per non venire licenziati.
È anche il miglior modo di assicurarsi che un dipendente, impaurito dal perdere il posto di lavoro, in caso di sintomi COVID si prenda dei bei pasticconi e vada lavorare comunque, con le conseguenze che immaginiamo. :confused:

Queste sono le manifestazioni di una cultura ben poco etica (naturalmente a mio parere) tipica del mondo del lavoro statunitense, che naturalmente si manifesta anche in tanti altri settori molto meno pagati di quello aerospaziale. Ma qui mi fermo per non andare OT.

Mi auguro che la saggezza, e non le circostanze legate alla salute dei dipendenti, li riconduca a migliori consigli.

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Intanto Telespazio è riuscita a mettere il 90% delle proprie risorse in smart working con pieno successo, tanto che l’attività è continuata senza rallentamenti apprezzabili (chi scrive è reduce dalla chiusura di una PDR/CDR via Skype lunedì scorso).

Un grosso successo merito sia dei sistemi HW/SW forniti dall’Azienda sia dall’impegno dell’area IT per connettere tutti in maniera efficace.

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Purtroppo anche in Europa la risposta dell’ industria e’ stata diversa e con piu’ inerzia rispetto alle agenzie.

Assistiamo a due comportamenti estremi da parte delle aziende americane :

  • Bigelow che chiude tutto e licenzia 68 persone per permetterle di richiedere il sussidio di disoccupazione. Oppure Boeing che dà incentivi a chi voglia dare le dimissioni.
  • Blue Origin e SpaceX che vanno avanti imperterrite e rimettendo la decisione di lavorare o dimettersi al lavoratore.

Questo mi fa capire quanto siamo fortunati noi lavoratori dipendenti italiani in questo momento, e quanto dobbiamo essere responsabili per mantenere il nostro ‘sistema’ bilanciato alle necessità delle imprese, senza approfittare della situazione (cosa che purtroppo accade troppo spesso imho) .

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Perché? L’incentivazione all’esodo sotto forma di “non opposizione al licenziamento” è uno strumento usualmente usato nelle grandi aziende italiane (mai sentito parlare di “esodati”? Cosa credi fossero se non questo)

@marcozambi oltre gli aspetti etici mi chiedo con che livello di concentrazione possa lavorare il personale sottoposto a questo tipo di “pressioni” . Non si fanno, con tutto il rispetto, filoncini di pane che se escono bruciati si ricuociono…

Si hai ragione. Moralmente deprecabile ma legalmente possibile.

Virgin Orbit si è data alla produzione di ventilatori.

Nell’articolo c’è anche un elenco delle altre attività in favore di ospedali e personale sanitario.

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Purtroppo questi mi sembrano più iniziative di PR senza scrupoli che non cose realmente utili.

I ventilatori usati negli ospedali sono strumenti molto più raffinati di questi… Raffinati per necessità e non per praticità.

Non sono un medico, ma dubito fortemente che questi possano essere realmente usati da qualcuno…
Anche in situazioni di estrema necessità il rischio nell’utilizzo prolungato di un attrezzo del genere è altissimo.

Poi se verranno davvero usati e il bilancio finale sarà positivo sarò felicissimo di ricredermi!

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Neanche io sono un medico, ma ho visto un articolo del MIT che mostrava come costruire ventilatori con 100 dollari, ed erano molto simili a quelli in foto.

Non saranno super affidabili, non saranno super sofisticati, ma se l’alternativa è il nulla non mi sento di escludere che possano salvare delle vite

Sei dipendenti SpaceX positivi al coronavirus. Ma l’azienda può restare aperta per ordine del Pentagono.

Esatto. Il costo delle apparecchiature medicali di questo tipo non è tanto l’hardware di per se (che deve essere comunque estremamente affidabile) ma la verifica che ci sta dietro e il software che deve essere in grado di gestire davvero ogni possibile eccezione o problema. Il costruttore non può andare dai parenti del paziente morto e dire che per sbaglio la macchina ha smesso di funzionare senza dare allarme. Ma in questo caso l’alternativa è non avere nulla quindi va bene tutto. Chiaramente questi attrezzi dopo l’emergenza verranno messi in un deposito con la speranza di non doverli mai più usare.

Il paper l’ho letto settimane fa per studiare la possibilità di provare a realizzare qualcosa di open source in previsione di quel che sarebbe successo a breve.
In quello si proponeva un sistema molto più raffinato: basterebbe dire a quelli di Virgin Orbit di almeno leggerlo prima di mettere un profilo eccentrico a premere una BVM.

La proposta del MIT permette di regolare volume, andamento della pressione durante ogni ciclo (soprattutto con PEEP), frequenza e umidità. Quella Virgin permette di regolare frequenza e, forse, pressione massima: una soluzione che probabilmente causa ai quei pochi alveoli buoni rimasti alle persone che arrivano in terapia intensiva atelectasia e/o barotraumi spegnendo ogni speranza a meno che non si ricorra a strumenti ancora più rari ed impegnativi (ECMO).

Tutti questi progetti open o improvvisati comunque funzionano sempre in “continuous mandatory ventilation”, ovvero è la macchina a decidere il ritmo dei cicli di respirazione e per evitare barotraumi il paziente viene sedato profondamente impedendo movimenti del diaframma e dei muscoli intercostali.
E questo va bene in una prima fase più acuta ma in un percorso di guarigione e “svezzamento” dal ventilatore si usa l’assist mode in cui il paziente ha un livello di sedazione inferiore ed i movimenti spontanei del diaframma “triggerano” ogni singolo ciclo.

Diciamo che nella fase appena successiva al “picco dell’ignoranza” del dunning kruger sono consapevole di saperne davvero poco, ma abbastanza da capire che macchine come quelle della Virgin fanno più male che bene anche in emergenza mentre quelle ispirate al paper MIT potrebbero servire a gestire il picco ma non a far uscire la gente dalla rianimazione.

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Anche un dipendente ULA positivo al virus.

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La situazione sta sfuggendo di mano… e potrà solo peggiorare… assurdo per davvero. Le uniche cose che dovrebbero andare avanti dovrebbero essere l’Atlas 541 per Perseverance e il lavoro sulle Dragon/Cygnus di rifornimento. Personale minimo necessario. Il resto tutti a casa. Invece si continua con questa follia…

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