iROSA (ISS Roll Out Solar Array), il nuovo set di pannelli fotovoltaici per la ISS

Bella domanda… io so che degradano, ma non mi sono mai posto troppe domande :sweat_smile:

A occhio, l’irradiamento dipende molto dal colore della superficie del radiatore. Quindi una corrosione della superficie (se il bianco “ingiallisce”), ad esempio per via dell’ossigeno atomico in LEO, avrà qualche effetto degradante

Sul segmento P6 del truss, oltre al radiatore già in uso, ce ne sono 2 messi sotto le coperture MMOD.

Di questi però, in simulazione, solo quello opposto al principale è dispiegabile. (l’altro interferirebbe con movimento di rotazione del pannello solare)


In effetti è quello che “prestava servizio” nei primi anni di vita della ISS, quando il P6 era montato sul modulo Z1

Probabilmente l’altro è uno spare.

EDIT: sono stati usati entrambi.

Sul lato segmento del Truss S6 invece, c’è solo 1 radiatore.

(la mappa per orientarvi è sempre qui a disposizione :slight_smile: )

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Quindi cambia l’emissività. Interessante non ci ho mai pensato. Il colore è rilevante fin lì nel senso che esistono finiture basso e altoemissive relativamente svincolate dal colore

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Ripeto, è una mia teoria, non prenderlo per oro colato.

Quello che so è che l’efficienza dei radiatori (per lo meno di alcuni con cui ho lavorato, non so se vale per tutti) diminuisce col tempo, ma perché questo accada è una mia elaborazione e può darsi che mi stia sbagliando.

Uno dei pannelli di un radiatore è proprio rotto (S1 – lo si vede anche su DOUG), e sicuramente qualche micrometeorite avrà lasciato qualche buchino altrove.

Se n’è sicuramente parlato pure qui, ma non ho cercato

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Il comunicato stampa di Boeing sui pannelli iROSA che verranno mandati sulla ISS. Appena mi rispondono vedo di tradurlo.

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Nell’attesa di Boeing, ecco il comunicato NASA relativo ai nuovi pannelli solari. Di quelli in uso, il primo paio è stato dispiegato nel dicembre 2000, mentre gli altri sono arrivati nel settembre 2006 (STS-97), nel giugno 2007 e nel marzo 2009 (STS-119). Nonostante i i 15 anni di vita operativa prevista stanno ancora operando senza problemi, ma i segni del tempo cominciano a farsi vedere.

Di seguito come sono stati dispiegati i pannelli spediti con lo Shuttle.

Per questo motivo, Boeing, contractor principale per le operazioni della ISS, nelle vesti di Spectrolab, una sua controllata, e Deployable Space Systems (DSS) forniranno i nuovi pannelli solari. Questi saranno una versione più grande dei Roll-Out Solar Array (ROSA), che hanno performato egregiamente durante la fase di test nel giugno 2017. La combinazione di pannelli vecchi e nuovi permetterà di riportare la produzione di energia ai livelli di quando furono installati i primi, garantendo anche un aumento in potenza tra il 20% e il 30% per le attività di ricerca e le operazioni a bordo. Gli attuali otto pannelli sono in grado di produrre circa 160 chilowatt durante il giorno orbitale, stoccandone circa la metà nelle batterie, utilizzate quando la ISS non è illuminata dal Sole. I nuovi pannelli saranno in grado di produrre un totale di 120 chilowatt, venti per ciascuno. Tuttavia, i pannelli che verranno ricoperti parzialmente da quelli nuovi saranno in grado di fornire energia, producendo circa 95 chilowatt. In totale quindi, la produzione totale raggiungerà i 215 kW quando saranno installati tutti e sei i nuovi pannelli. Verranno utilizzati gli attuali sistemi di puntamento del Sole e distribuzione di potenza, in modo del tutto analogo a quanto fatto con le telecamere ad alta definizione all’esterno della ISS.

Il veicolo scelto da NASA per far arrivare i pannelli solari a destinazione è la Dragon Cargo, che all’interno del trunk, la sezione non pressurizzta, ne porterà due. Saranno necessarie quindi 3 missioni, a partire dal 2021 (quando il secondo paio di pannelli raggiungerà i 15 anni di vita) per farli arrivare e servirà un numero doppio di EVA per installarli: una per preparare il sito di installazione e una per l’installazione vera e propria.

Deployable Space Systems ROSA solar array]
I pannelli solari ROSA. Foto (forse) a più alta risoluzione.
:camera_flash:: Deployable Space Systems.


Fonte: NASA - New solar arrays for ISS.

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La data della EVA per i primi 2 Truss di supporto sarà verosimilmente spostata al 08.02.21.

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Nuovo articolo di Luca Frigerio pubblicato su AstronautiNEWS.it

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La coreografia per la EVA dedicata alla installazione dei primi 2 supporti, è stata rilasciata in versione definitiva.

Lo scenario sarà il segmento P6, alla base dei pannelli 2B e 4B (quelli su cui sono stati di recente Hopkins e Glover, proprio per smontare 2 H-fixtures).

Per il supporto al 2B si prevede un assemblaggio completo.

Per quello in 4B, si prevede un assemblaggio parziale.

Rimarrebbero “fuori tempo” 2 segmenti ed il montaggio di questi, sarebbe possibile se dovesse rimanere del tempo a fine EVA (come get ahead task) o in una prossima EVA.

Mia personale considerazione, è che la EVA 72 (che ancora non è stata rilasciata su DOUG) possa essere di fatto un “upgrades III” in cui mettere tutto il pregresso eventualmente rimasto fuori dalle precedenti EVA (tra cui anche la connessione di alcuni dei cavi di Bartolomeo)

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Un post veloce per illustrare come la prima coppia di pannelli, verrà messa in attesa della EVA per l’installazione. (Attualmente non preventivata almeno fino a dopo la EVA-72. Imho se ne occuperà la crew-2)

Il set arriverà a bordo della CRS-22.
Alla stessa maniera di Bishop, verrà estratto dal trunk grazie al Canadarm2.

Da lì, subito parcheggiato sul POA (Payload ORU Accomodation, un punto di aggancio sul carrello MBS del truss, usato per carichi esterni temporanei di medio termine)


Rimarrà in questo punto in attesa della EVA, per essere installato sui nuovi supporti a traliccio.

Di seguito il “pallet” che contiene i due pannelli.


Sono presenti due grapple fixture. Quello che vedete alla destra è un GF (grapple fixture) e serve solo come aggancio per il trasporto tramite il Canadarm2. Quello di fronte e un PDGF (power & data grapple fixture) e serve a fornire una linea dati ed energia (anche per il funzionamento dei riscaldatori) mentre è agganciato al POA.

Un laterale ed una vista della sola base per il trasporto, senza pannelli.

ed infine un piccolo esploso per evidenziare la modalità di montaggio al supporto

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Ho rifatto un paio di immagini della simulazione di scarico della CRS22.

Qui mentre il pallet viene posizionato sul POA

Il POA è l’asso nella manica da tirare fuori, quando ci sono dei carichi che hanno bisogno di energia per i sitemi/riscaldatore, e che devono poi essere a “breve” installati nei vari punti (anche più esterni) della ISS.

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Il primo paio di iROSA è arrivato al Kennedy Space Center.
Verranno ora aggiunte le maniglie e le coperture termiche.

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non mi capacitino di come possano stare nel trunk della dragon

Se mi riesce, in questi giorni ne faccio una stile proiezione ortografia.

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Una vista un po’ più ravvicinata.

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Lo spazio tra lo shell della Dragon e il carico sarà occupato dalla struttura di integrazione del carico. Ho preso come riferimento la distanza tra il bordo del trunk ed il PDGF che si è visto durante l’unloading di Bishop, adattando poi “a spanne”, ma quello che conta in questa immagine è mostrare le dimensioni relative.

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Eh proprio quello, è difficile rendersi conto di quanto sia grande

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