Vista tutta quanta in italiano in due giortni: un giorno per la prima stagione (10 episodi) e un giorno per la seconda (per ora solo 7, aspettando gli ultimi 3).
Capisco che a voi astrofili faccia storcere il naso per le infinite storture irrealistiche, ma io era da The Last Ship che non mi appassionavo così tanto a una serie tv (io che le detesto) e la serie è di fantascienza, parla di universui alternativi, quindi non aspettatevi alcun tipo di realismo, anche nelle dinamiche manageriali interne alla NASA o a come vengono gestite alcune situazioni o a come si comportano astronauti, direttori e governanti: è fantascienzwa, è tutta un’opera di fantasia, per divagarsi e divertirsi, null’altro.
E’ fatta apposta così per dare maggior libertà possibile agli sceneggiatori, senza doversi ancorare per forza al realismo e senza che ci sia qualche critico che punti il dito su alcune scene giudicandole troppo fantasiose o irrealistiche, poichè l’intento era proprio quello di essere fantasiosi e irrealistici (altrimenti facevano Uomini Veri).
Certo è una serie tv fatta per chi conosce bene la Storia, e non solo astronautica; si vede bene che i creatori si sono avvalsi di consulenti molto capaci.
Ho notato alcuni dettagli deliziosi, come le Corvette per tutto il corpo astronauti (all’epoca c’era una convenzione tra la NASA e la Chevrolet, proprio riguardo le Corvette) o il logo NASA degli anni 80 diverso da quello reale, qui inventato apposta per la serie. Anche i T-38 Talon sono diversi: quelli usati negli anni 60 (prima stagione) sono reali, mentre quelli degli anni 80 sembrano monoposto, hanno l’HUD e un canopy diverso.
Notevole poi la collocazione storica, dove praticamente ogni evento è andato al contrario della realtà, dall’uccisione del Papa per mano di Ali Agca, fino alla scampata morte di Lennon, passando per l’armistizio del Vietnam, la brevissima e subito interrotta invasione sovietica dell’Afghanistan, l’arresto di tutti i membri di Solidarnosc e la morte del capo della NASA sul famoso volo KAL 007 o la crisi di Panama o l’invasionme americana dell’Iran per rovesciare sul nascere Khomeyni.
L’ho trovato molto molto debitore di Watchmen (piu il fumetto che il film, essendo piu denso di dettagli e piu lungo) per quanto riguarda il raccontare un universo alternativo.
Mi son molto piaciute, poi anche le missioni alternative: l’Apollo 24 insieme all’Apollo 25, con Deke Slayton a bordo, ma ho trovato anche divertente la missione Apollo-Soyuz, qui ribattezzata Soyuz-Apollo su pressioni sovietiche, lo shuttle attraccato allo Skylab, le auto elettriche gia in voga nei primi anni 80 per via della corsa allo spazio molto piu accelerata, che ha portato quindi anche a una accelerazione della tecnologia in generale (a chi accusava le scenografie di essere troopo avverinistiche per essere ambientate nel 1983…).
Certo, in questo universo la NASA ha avuto parecchi morti, perfino il glorioso Gene Kranz, ma vedere gia nel 1983 lo shuttle Pathfinder armato, è stato molto bello (curiosità: il nome Pathfinderr in realtà è stato usato per uno shuttle finto, a grandezza naturale, usato per le prove a terra e succesivamente comprato da miliardari giapponesi per essere esposto).
La base lunare Jamestown l’ho trovata molto bellla e devo dire realistica, specie le cuccette condivise (come nelle portaerei) e il vitto. Bello anche vedere una evoluzione sia dei gloriosi LRV che dei LEM.
Quando poi ho visto tutti quegli astronauti americani imbracciare M-16 dipinti di bianco e farsi trasportare da un maxi-LEM mi sono proprio divertito; è una serie asvvincente ma è soprattuto fantascienza, non stiamo guardando Uomini Veri (che viene peraltro citato: alcuni astronauti ne vorrebbero vedere la videocassetta).
Ho solo trovato molto antipatica e deletaria il personaggio di Tracy Steven, la “astromoglie” di Gordon Steven, che lascia il maritio astronauta perchè nel 1969, al telefono con lui sente uno sciascquone lontano e capisce che è in albergo con qualcun’altra e per vendetta arriva nel 1983 che è diventata una astronauta piu per immagine pubblica che per reali capacità, invitata a tutti i talk-show, divorziata, risposata a un miliardario con servitù, stronzissima e vendicativa. 14 anni di scalata feroce per arivare a essere una finta astronauta, e solo per vendicarsi del marito di quella che lei credeva una scapatela del marito (lo era davvero, ma lei non aveva le prove e non si sono mai parlati o chiariti o perdonati). Un brutto personaggio, insomma, molto negativo, direi il cattivo della serie. Per fortuna su Jamestown le stanno facendo il mazzo, facendole capire che vuol dire lavorare e non fare la star hollywoodiana fingendosi astronauti, anche se ancora sul libro paga della NASA.
Da italiano ho inoltre apprezzato la pronuncia all’italiana della Grumman (letto come si scrive) invece dell’anglofobo “Graman”: mi è sembrato così familiare, come ce lo dicevamo noi ragazzini quando facevamo modellismo, scambiandoci kit e informazioni.
Mancona ancora solo 3 episodi alla fine della seconda stagione (arriveranno tra uno o due mesi) e, benchè mi piaccia, spero finisca definitivamente, senza allungare il brodo: le serie migliori durano poco, le peggiori non finiscono mai.
P.S.: per chi se lo stesse chiedendo, non ho Apple-TV