RECENSIONE MODELLISTICA

No! Anni addietro il mio lo pagai 100 mila lire. A memoria ti parlo di 15-20 anni fa.

Ultimo arrivo nella mia grande collezione di modellismo spaziale, la torre di lancio per il vettore A2-SOYUZ.

Vi posso assicurare che è un vero gioiello e ne vale davvero la pena acquistarlo; fa la sua scena!

Certo, devo dire che io l’ho avuto ad un prezzo davvero irrisorio però, anche se non avessi avuto questa facilitazione per via della mia amicizia con il proprietario della LVM-STUDIOS, lo avrei acquistato lo stesso.


Qui sopra vi ho allegato il link dell’ultima uscita con il marchio AMK-kits e che, grazie alla collaborazione con la LVM-STUDIOS, è ora sul mercato rivisto e corretto fin nei minimi particolari. Vi assicuro che è un vero capolavoro!

Allego delle foto del soggetto in questione.Queste ultime sono sia di mia proprietà, sia della LVM-STUDIOS, quindi nessun problema per quel che concerne i diritti.

Lustratevi gli occhi!


Dopo tanto tempo e una lunga tribolazione, per i tanti problemi che ho incontrato nel realizzare questo modello, ne sono finalmente giunto alla fine.

Come sempre, nel mio caso specifico, ne sono più che soddisfatto però, allo stesso tempo, mi dico che forse avrei potuto far meglio su alcune cose che lo avrebbero portato alla perfezione assoluta. Però questo è un discorso che mi faccio ogni volta e ogni volta, modellino dopo modellino, la qualità dei modelli e del mio lavoro sale.

E’ anche vero che ogni volta incontro dei problemi differenti e bisogna sempre cercare di ingegnarsi per risolverli.

Questo soggetto mi venne regalato un paio di anni addietro da Leon van Master, proprietario e fondatore della LVM-STUDIOS. In origine era un soggetto creato e distribuito dalla RHO MODEL, purtroppo oramai defunta e non più sul mercato. Alcuni dei suoi soggetti vennero acquistati dalla RSM e tutt’ora, fortunatamente, sono ancora in commercio tranne oviamente questo sopra citato.

Lo so, non ho ancora detto il nome di questo modello: è lo SHUTTLE C; un soggetto a parer mio molto interessante che, se fosse stato realizzato ed avrebbe funzionato in parallelo con lo Space Shuttle, forse avrebbe migliorato e facilitati il programma spaziale americano.

Ben sappiamo, come letto sui post di questo forum, che ognuno in merito ha avuto il suo differente punto di vista però per molti, tra cui il sottoscritto, sarebbe stato un velivolo davvero incredibile.

Il modello in questione si compone di quattro pezzi fondamentali in resina e dei tre piccoli SSME che, sempre a parer mio, sono fatti veramente male. Per il resto, pur se non perfetto è comunque una base per avere un buon capolavoro.
Il soggetto in questione è suddiviso tra la parte riproducente il muso o cono, la stiva di carico, il pezzo riproducente la sezione di collegamento e la zona motori che è uguale a quella dello Shuttle.

Qui allegate le foto di alcuni di questi pezzi.


Come nella lorgica, il mio lavoro è iniziato con il ripulire i pezzi del soggetto e procedere con il lavaggio facendo uso di un sapone neutro. Ad asciugatura completata, utilizzando della colla cianoacrilica, ho assemblato i pezzi costituenti il corpo principale dello Shuttle.

Dato che il modello della RHO MODEL era costituito dal solo Shuttle, per procurarmi i due SRB e l’ET, ho acquistato uno Space Shuttle nella medesima scala e da questo ho preso i pezzi a me mancanti.

Inutile dire che lo shuttle acquistato da me è stato quello prodotto dalla MONOGRAM. Forse in assoluto il migliore finora in commercio nella scala 1/144.

Tralasciando momentaneamente i due SRB, non necessari per le dovute verifiche di integrazione con l’ET, ho montato solo quest’ultimo per verificare che tutto fosse come dovuto e qui, purtroppo, ho avuto le prime sorprese che mi avrebbero portato a fare un lavoro immane e avrebbero portato molti più problemi di quanto immaginassi.

Dalla foto qui sotto allegata potete vedere la differenza di dimensioni che c’è tra i punti di aggancio dell’ET con la zona motori dello Shuttle C. Un divario davvero incredibile che indica una non perfetta progettazione e realizzazione del soggetto in questione.

A questo punto se non fossi stato un modellista con una buona esperienza alle spalle, avrei sicuramente accantonato il tutto invece, per mia fortuna, mi sono ingegnato al meglio per trovare la miglior soluzione e procedere nel suo realizzo.

Nella foto qui allegata è stata indicata con il cerchio rosso la parte dove ho riscontrato un grosso problema. Logicamente il problem è presente su entrambi i lati.


soggetto davvero interessante, grazi eper la condivisione Aurelio

Esistono modelli della dragon dove non c’è bisogno di colorare? Come faccio a capirlo? Grazie

Anche a me piacerebbe iniziare a cimentarmi nella costruzione ma il fatto di doverli colorare mi blocca … Quali sono le Marche e i modelli ( se ce ne sono ) che non richiedono la pittura e che sono indicati per neofiti ?

Ci sono tutti quelli della Lego… :stuck_out_tongue:

Se come “Dragon” intendi la marca, i loro soggetti sono tutti ben fatti e colorati quindi non richiedono nessun lavoro da parte dell’acquirente. Comunque sia, saranno pur belli ma si perde tutto il gusto di costruirli.

Non ci si deve spaventare, forse la verniciatura è la parte più facile nel realizzare un modello. Il “brutto” è l’assemblarli e il renderli pronti per la verniciatura.

Mai si inizia e mai si supereranno le fasi iniziali e critiche del modellismo. tenete presente che quando io iniziai a costruirli, i primi andarono tutti “archiviati” nel cestino.

Nei prossimi gironi proseguirò nel postare le immagini del lavoro appena concluso.

Con cosa consiglieresti di cominciare ?

Se intendi da montare, ti consiglierei uno Shuttle in scala 1/288; piccolo, facile e semplice sia da montare che da colorare. Altrimenti, un bel LEM in 1/48. Richiede poca colorazione e per il resto va applicato il rivestimento termico che è una carta dorata adesiva già inclusa nella scatola.

Di che marca ?

Ecco, questo interessa anche a me. :ok_hand: Soprattutto la parte LEM :wink:

Fai qualche ricerca in internet e sicuramente troverai tutto quel che vuoi.

Individuato il problema, dopo le doivute elucubrazioni su come procedere nel rimediare al problema, ho ripreso i lavori e inspessito le zone interessanti con pezzi di fogli di plasticard fino a raggiungere lo spessore dovuto; questo sia per portare la zona motori alle giuste dimensioni, sia per permettere allo Shuttle C di collegarsi all’ET.

Il lavoro più impegnativo non è stato l’inspessire la zona motori, quanto riuscire a riprodurre le giuste forme in modo speculare da entrambe le parti.

Comunque sia, tra plasticard e stucco, sono riuscito a porre rimedio al problema e procedere con i lavori.

Qui di seguito vi allego delle foto che mostrano la zona di lavoro e come quest’ultima è stata trattata.


Preciso che le foto qui sopra allegate riguardano una fase di lavoro intermedia; i lavori sono poi proseguiti fino ad ottenere le giuste forme e una stuccatura impeccabile.

Rimediato ai problemi della zona motori, la mia attenzione si è rivolta alla zona centrale dove vi è la stiva. Anche questo elemento è fatto in resina però, a ben guardare il lavoro fatto, le incisioni che riproducevano la stiva tendevano leggermente verso un lato del modello e non erano centrate come avrebbero dovuto.

Ho iniziato nei miei lavori con lo stuccare le pannellature e carteggiarle fino a farle sparire. Purtroppo, ogni qualvolta pensavo di aver finito e di poter procedere, qualche parte di stuccatura saltava dalla sua sede rendendo vano il lavoro.

Non so dire la causa di questo problema, sta di fatto che ad un certo punto, stanco di fare e rifare, ho preso una decisione drastica e con una fresa a testa sferica ho rimosso le zone di interesse creando al loro posto dei bei solchi profondi che ho successivamente riempito con della resina nbicomponente.

Ad asciugatura avvenuta ho proceduto nel carteggire le zone sopra citate fino ad ottenere le giuste forme e la corretta curvatura. Non nascondo che questo lavoro mi ha portato via tanto tempo; questo per riuscire a riprodurre al meglio le giuste forme.

Qui sotto vi allego un insieme che mostra il modello dopo i vari interventi.

A vederlo in foto sembra una situazione disperata però, vi posso assicurare che con molta pazienza e molta volontà, si può risolvere ogni problema.


Prima forse non ne ho parlato però, dopo aver risolto i problemi con le linee di pannellatura che delimitavano la zona della stiva, o proceduto nei lavori sul modello andando a incollare le due fotoincisioni riproducenti le due zone “umbilical panel”, quelle che in rampa collegavano lo Shuttle ai sistemi presenti sulla MLP, le protuberanze dove sono agganciati i due motori orbitali OMS e i piccoli motori vernieri presenti sempre nelle strette vicinanze.

Questi ultimi sono stati riprodotti con pezzi di tubi in plasticard di adeguato diametro, mentre le due protuberanze le ho realizzate inprimendo nella plastilina la parte anteriore di un taglierino a penna e colando poi all’interno della forma della resina bicomponente.
Il lavoro fatto si può ben notare nella foto qui sotto allegata, che sono stati cerchiati in rosso.


Arrivato a questo punto dei lavori sembrava oramai che il peggio fosse passato, invece mi aspettava ancora un lungo calvario che si sarebbe protratto per mesi, fino a portarmi allo sfinimento.

Ho così proceduto nei miei lavori stendendo su tutto il modello dello Shuttle Cargo due mani di primer spray, per mettere in risalto eventuali difetti.

Fatto asciugare il fondo per un paio di giorni ed aver verificato il buon lavoro, nei giorni successivi il mio lavoro è proseguito stendendo tre mani di vernicie bianco elettrodomestico facendo uso delle bombolette spray che si trovano in commercio. Tra una passata e l’altra, come mia abitudine, facevo passare circa 30 ore per essere certo della buona fase di asciugatura.

Completata la fase di posa del colore bianco ho proceduto mascherando le parti non interessate e verniciando di nero lucido la zona posteriore dei motori. Questa verniciatura è stata fatta con aerografo e smalti da modellismo.

Il nero è sicuramente più coprente del bianco quindi, differentemente da prima, in questa zona ho fatto solo due passate di vernicie.