Riporto in vita questa discussione (e le cambio leggermente il nome) perché mi sembra interessante il thread che ha scritto Katya Pavlushchenko sulle tradizioni e superstizioni sovietiche e russe nell’ambito astronautico, non solo prima di un volo abitato.
Dice che alcune credenze arrivano dall’aviazione, altre sono nate in epoca sovietica e altre ancora sono più recenti.
Eccole:
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Una delle tradizioni che proviene dall’aviazione è quella di non dire mai “последний” [poslednij] (l’ultimo) per riferirsi all’ultima esperienza di qualcuno in ordine di tempo, per ovvie ragioni di scaramanzia. Chi lavora in ambienti pericolosi (cosmonauti, pompieri, piloti etc.) preferisce “крайний” [krajnij] (il più recente).
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Korolev credeva che il lunedì fosse un giorno sfortunato, perciò ai suoi tempi si evitavano lanci di lunedì. Ora non più.
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Esiste però un giorno in cui davvero non si può lanciare un razzo, ossia il 24 ottobre. Questo perché nel 1960 avvenne la catastrofe di Nedelin in cui morirono 72 persone e nel 1963, tra l’altro nella stessa area, esplose un missile R-9 togliendo la vita a 7 militari. Della catastrofe di Nedelin inserisce anche il video:
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Ci fu un’epoca in cui gli uomini con i baffi non potevano diventare cosmonauti. Tutta colpa del povero Vitaly Zholobov, di cui abbiamo una diapositiva, che ebbe la sfortuna di accusare troppo il mal di spazio dovendo interrompere il volo dopo soli 49 giorni.
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Il rituale, prima del lancio, di deporre i fiori sotto le Mura Del Cremlino per rendere omaggio alle ceneri di Korolev e Gagarin lo conosciamo bene.
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Il rituale di piantare il proprio alberello (un pioppo) sul Viale dei Cosmonauti, così come fece per primo Gagarin, lo conosciamo bene.
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Porta sfortuna per gli astronauti guardare il proprio razzo durante il roll-out. Un po’ come uno sposo non può vedere la propria sposa nel giorno del matrimonio prima che arrivi all’altare.
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Gli ingegneri, invece, possono non solo vedere la sposa, ma anche piazzare una monetina sulle rotaie, che porta bene. Poi la recuperano tutta appiattita.
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La mattina del lancio gli astronauti si tagliano i capelli. Questo più che un rituale è una necessità, dato che non è semplice tagliarli in microgravità. Meglio partire già a posto.
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La benedizione dell’officiante ortodosso è una nuova tradizione iniziata negli anni '90. Per un astronauta non è necessario riceverla se fa parte di un’altra religione, ma non so se siano mai stati registrati casi di rifiuto. Male non fa.
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Risolto il mistero dell’incongruenza del film “Il Bianco Sole del Deserto”. Si pensava che la tradizione arrivasse da Gagarin, ma il film è uscito in Russia il 30 marzo 1970 e Gagarin non poteva averlo visto 9 anni prima. In realtà questa tradizione risale al disastro della Soyuz 11. Prima del volo successivo, nel 1973, l’equipaggio della Soyuz 12 composto da Vasili Lazarev e Oleg Makarov guardò questo film e la missione andò bene, perciò viene considerato un buon segno.
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La mattina del lancio i cosmonauti bevono un bicchiere di champagne. Forse per rilassarsi?
Katya dice di aver sentito voci di corridoio secondo cui alla crew di backup viene data una piccola coppa di alcohol puro come consolazione.
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La firma sulla porta della propria stanza al Cosmonaut Hotel rimane lì per sempre. Girano anche voci che i cosmonauti firmino una bottiglia di vodka che poi verrà aperta al loro rientro. Katya aggiunge che “la maggior parte dei cosmonauti ritiene che firmare qualcosa prima del giorno del rientro porti sfortuna”, non ho capito allora se tutti firmano oppure no.
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Quando gli astronauti lasciano l’hotel lo fanno sulle note di “The Green Grass Near My Home” della band Zemlyane (I Terrestri) che parla dell’amore di un cosmonauta per il suo pianeta e l’amore della Terra per i suoi figli.
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Il rito più famoso è quello di fare la pipì sulle ruote dell’autobus che li porta al pad. Le donne portano una fiala con la propria urina, oppure fanno il gesto “a mente”
Questo twitter thread era partito proprio da qui in quanto pare che sulle nuove tute Sokol-M progettate per la navetta Federatsya (o meglio, Orjol) non ci sia la patta. Ma pare che il produttore abbia affermato che se serve per forza si può aggiungere. -
E’ possibile che ai media non venga mostrata una ulteriore tradizione, un piccolo calcio amichevole dato agli astronauti in procinto di partire da parte del “capo” (
).
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Purtroppo Katya non sa dirci chi ha iniziato la tradizione di portare con sé a bordo un oggetto caro da utilizzare come indicatore di 0-G. Ma forse qualcuno del nostro forum lo sa?
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Cita anche la tradizione, attuata solo al cosmodromo di Plesetsk, di scrivere Tanya sul razzo, così come ci aveva spiegato @robmastri.