Perché? 39 giorni in microgravità non dovrebbero dare effetti così disastrosi dal punto di vista muscolo/scheletrico, qui parliamo di 6 mesi (180 giorni) o un anno (365 giorni).
Su Marte non ci andremo prima di 20/30 anni magari per allora avranno sviluppati motori che ci permettono di arrivare li in poco tempo , lo stesso Eugene Cernan diceva “Am I willing to go to Mars? Yes, but I’m not willing to spend nine months getting there, then wait 18 more months until the planets align to come home.” e "Chemical propulsion is obsolete to go anywhere other than the moon. Three days - that’s acceptable. But for Mars, we need propulsion technologies to get us there in, say, 60 days - then spend whatever length of time we want to spend and return when we want to come home.
Non sono contrario alla genetica, ma qui si dovrebbe reinventare un essere vivente. In fin dei conti una seppur limitata capacità di adattamento alla microgravità ce l’ha anche l’essere umano, che almeno per parte mia già fatica ad adattare la sua schiena alla gravità naturale.
Creare un essere vivente, per di più intelligente, non lo vedo come un offesa a Dio, ma qualcosa di troppo complesso ed il rischio è di fare un pasticcio. Mi viene in mente Alien
Comunque agli inizi anche poche settimane di volo devastavano gli astronauti, poi con l’esperienza e senza stravolgere il fisico umano, le cose sono migliorate. Se dopo un volo di sei mesi gli astronauti torneranno più in forze rispetto ad oggi, allora un anno di volo diventerà accettabile.
Come? Eh, la ISS ci sta lì anche per questo, no?
E questo dimostra come non basti salire su un razzone (eh,Musk),avviare i motori e partire.
Marte è ancora molto lontano dai nostri orizzonti.
Fissarsi oltre ogni ragionevolezza col pianeta rosso è,come avrebbe detto il Signor Spock,“illogico”.
Con ogni probabilità,si, per una missione del genere è necessaria.
Per riportare al centro le considerazioni sul fattore umano di cui si parlava (ci sono millemila thread sull’hardware dove discuterne secondo me), senza voler essere autoreferenziale, qualche articolo sulla questione e’ uscito anche in italiano.
Bell’articolo, Marco, complimenti. Fa il punto ragionato della situazione.
Il problema principale dei viaggi interplanetari non é la gravità, che si può simulare e che ha debilitato principalmente Kelly che sulla ISS era parzialmente schermato dal campo magnetico della Terra, ma sono le radiazioni.
Nei film di fantascienza gli astronauti pigliano una pillola per combatterle, ma IMHO é improbabile che si possa produrre in futuro.
L’unica é aspettare motori molto potenti che possano accorciare le tempistiche, o la tecnologia per l’ibernazione, ammesso che questa sarà possibile.
E forse questo articolo risponde anche indirettamente al paradosso di Fermi: dove sono tutti?
Il che ci rivela anche che molto probabilmente non vedremo mai neppure l’uomo su Marte. Mi pare di ricordare che c’é chi ha stimato nel 5%-10% circa la probabilità di contrarre un tumore maligno per gli astronauti là diretti. Non so se alla fine li autorizzeranno.
Ma l’ ibernazione non risolve di per se il problema delle radiazioni, credo.
Voglio dire, cmq il corpo anche se in stasi ne subirebbe le conseguenze no?
Il mai é per noi . Noi, intendevo ma l’ho omesso, probabilmente non lo vedremo
Circa l’ibernazione, Isa, credo che i danni siano di due tipi: danni genetici, e danni da radicali liberi, metaboliti e proteine abnormi generati dall’irradiazione. Nel secondo caso, con la fisiologia ridotta al minimo, dovresti avere meno problemi. Se qualche medico conferma…
Già!
Se un amministratore potesse correggere il titolo aggiungendo la L (e non togliendo la N) farebbe un opera buona.
P.S.
L’ibernazione attualmente è realistica come la velocità di curvatura ed il salto nell’iperspazio.
L’unica è lavorare su motori sempre più veloci,e quasi certamente a propulsione nucleare,e sulla gravità artificiale.
Marte non è dietro l’angolo,prima se ne prenderà atto,meglio sarà per il programma spaziale.
L'ibernazione attualmente è realistica come la velocità di curvatura ed il salto nell'iperspazio.
L'unica è lavorare su motori sempre più veloci,e quasi certamente a propulsione nucleare,e sulla gravità artificiale.
Marte non è dietro l'angolo,prima se ne prenderà atto,meglio sarà per il programma spaziale.
Resuscito questa discussione per segnalare questo articolo di Open Online (il giornale online di Enrico Mentana) dove si presenta lo “Twin Study”, studio che dice in sostanza che è possibile vivere nello spazio per lunghi periodi, anche se ancora non si capisce per quanto ci si può spingere.
In fondo all’articolo troverete 10 collegamenti ai vari parametri del “Twin Study” sul sito della NASA.