SpaceX ha avuto bilancio in perdita nel 2021 e 2022

Qualunque nuova attivita’ economica, non parliamo di una startup fortemente innovativa, puo’ prevedere molti anni prima di produrre utili. E’ normale e non puo’ essere definito dumping. Soprattutto quando l’azienda in questione poi arriva all’utile in tempi non lunghissimi, come in questo caso e al contrario di molti carrozzoni nostrani che non citiamo per carita’ di patria.

Sarebbe come dire che condurre una azienda pensando solo agli utili di breve periodo e alla prossima semestrale e’ l’unica cosa legale da fare perche’ investire sul futuro e sull’innovazione e tenere duro e’ dumping.

Ovvio quando hai un mercato domestico delle dimensioni degli USA, con uno stato di diritto permissivo che consente tutto quello che non e’ esplicitamente vietato (e non vieta tutto quello che non e’ normato), e dove anche il mercato dei capitali e’ immenso, e’ piu’ facile innovare e produrre aziende leader.

Ma vale anche per le aziende pesantemente sovvenzionate dai governi, in Europa, negli Emirati, in Cina o negli stessi USA, se spendono bene le risorse che gli vengono erogate in innvazione o per sostenere lunghi periodi di avviamento durante i quali lavorano in perdita… e ce ne sono degli esempi. L’A380 non ha mai ripagato i contributi e sussidi a fondo perduto profusi dai governi. Come i costi gonfiati di certo hardware militare, leggi sussidi occulti, sull’altro lato dell’oceano.

Non c’e’ una definizione di dumping univoca, ci sono tutti i rumori di fondo di cui sopra. Ci sono definizioni di oligopolio, monopolio e barriere all’ingresso, sono sui libri di economia, e spiegano, anche matematicamente, perche’ in certi settori il vincitore prende tutto, o fa la parte del leone, e non e’ facile e forse neppure giusto e utile evitarlo. (*)

Negli USA ogni tanto permettono agli innovatori di vivere e soprattutto crescere anche a dimensioni ragguardevoli e il sistema ci investe anche in assenza dell’appoggio della politica, anzi, anche quando la politica e alcuni enti statali sono contro, almeno in parte.

Hanno un sistema sanitario abominevole, sono incapaci di fare che so trasporti di massa vagamente al livello di altre nazioni di pari reddito, ma nel permettere alle innovazioni di nascere e crescere anche quando producono mal di pancia diffusi nel trovare il loro spazio, gli USA sono il top.

Non e’ sempre cosi’, ad esempio come discusso in altro 3d nella aviazione civile l’azienda leader USA (quella che inizia per B) ha privilegiato l’utile immediato evitando le innovazioni che hanno un ritorno di lungo periodo invece di lavorare sul futuro (e sulla sicurezza)… tra l’altro questa azienda fa parte dei malpancisti di cui sopra.

Mentre anche da noi abbiamo avuto aziende che reinvestivano gli utili, come faceva ad esempio quella di un certo Adriano Olivetti … che se fosse nato negli USA ora avremmo ancora una azienda over the top con il suo nome Ma appartiene a un tempo lontano, quando crescevamo, e a una mentalita’ diversa.

(*) SpaceX e’ tecnicamente in regime di monopolio anche grazie alla clamorosa “competitive edge” rappresentata dal riutilizzo del booster. E’ verosimilmente un vantaggio immenso e durera’ ancora per un po’ perche molti non ci provano per l’effetto “la volpe e l’uva” (non ci provo perche’ non serve) ma anche per oggettiva difficolta’ tecnica a quanto pare, perche’ dopo alcuni anni anche tra quelli che ci provano seriamente (Blue Origin, Rocket lab, la stessa ULA, certi cinesi) nessuno ci e ancora neanche andato vicino, neanche nei prototipi o nelle proof of concept.

Altro che dumping, il mercato dell’astronautica tornera’ in regime di vera concorrenza solo quando qualcun’altro riuscira’ a riportare a terra e riutilizzare con costi marginali per lancio e tempi di turnaround ragionevoli l’80-90% dell’hardware come SpaceX fa ormai da anni.

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Ehm… il punto è proprio che nessuno ha ancora visto questi costi “marginali”, visto che i libri che contabili non sono pubblici.

La novità è che un bilancio in rosso, ora reso pubblico dal WSJ, in due anni in cui l’azienda ha dominato il mercato mondiale dei lanciatori, mette proprio in dubbio la natura di questo vantaggio competitivo. Sarà dovuto al fatto che veramente il riutilizzo è un grosso vantaggio, o al fatto che l’azienda, per questioni “politiche”, può permettersi margini di guadagno bassissimi su certi lanci, tanto da andare in rosso di bilancio?

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Non ho capito perche’ e’ cosi’ ostico il concetto di fase di avviamento.

Anche quando fai un figlio quello per almeno 18 anni non produce reddito ed e’ in rosso, quindi tutti i figli sono dumping?

Se mi dici che solo i ricchi possono permettersi di investire e fare un figlio, sono d’accordo. Galpbraith, che e’ un Nobel per l’economia, diceva piu’ o meno che e’ la ricchezza ad abilitare la possibilita’ di produrre altra ricchezza.

Se puoi disporre di capitali e hai buoni polmoni puoi permetterti di investire su un lanciatore riutilizzabile fino a che non va in utile (presunto utile, ma incomincia ad essere una stucchevole negazione dell’evidenza, anzi lo e’ da un pezzo) o sopportare il valore atteso statistico di perdere l’investimento, se di investimenti ne fai anche altri che danno frutto.

E’ ingiusto? Forse, ma il mondo funziona cosi’. E’ il capitalismo, il peggior sistema tranne tutti gli altri. Chi ha piu’ capitale puoi entrare in un mercato come un elefante stroncando la concorrenza o innovare piu’ facilmente. In questo caso ha innovato e al di la di tutti i distinguo, ha fatto qualcosa di molto utile per la specie, e’ innovazione buona e investimento buono, non dumping.

E’ dumping quando inondo il mercato di articoli non innovativi sottocosto.

Questo e’ un articolo molto innovativo e chi ha investito e’ stato avveduto (si presume).

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Perché SpaceX ha 21 anni.

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Pignoleggiamo, riprendendo il titolo della discussione. Il primo test di rientro di uno stadio il Grasshopper ha volato nel 2012.
Il primo rientro con successo di un primo stadio è del 2015.
Non sono 21 anni che SpaceX utilizza questa tecnologia di riuso nei suoi lanciatori.

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E che c’entra scusa? Non è in fase di avviamento.

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[quote=“Buzz, post:1, topic:47704”]
non sapremo mai se il riutilizzabile è davvero vantaggioso[/quote]
Prendo spunto da questo. Quando, in generale, si considera chiuso l’avviamento di una particolare linea produttiva?

Ma infatti io non ho niente contro la politica che fanno!

L’ho scritto nel primo post: stanno sbaragliando il mercato, sono i primi al mondo, tanto di cappello.

Quello che dico è che il fatto che sono i primi al mondo e sbaragliano il mercato è dovuto ad una politica “economica” aggressiva e vincente, che ha poco a vedere con la tecnologia di riutilizzo dei vettori.

Ed è chiaramente una politica strategica, che non ha niente di “commerciale”, visto che in 20 anni non ha portato profitti. Musk IMHO lo fa perché ci crede davvero e non gliene frega niente dei soldi, e dietro di lui ci sono i militari USA e la NASA che lo supportano anche se va in rosso perché ha portato al primato USA nel mondo in una tecnologia strategicamente importantissima, oltre a mettere in crisi il competitor più forte.

Riconosciamo questo, smettiamola di parlare di “commercial space”, e siamo tutti d’accordo :blush:

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Che sono tempi normali per lo sviluppo e avviamento di lanciatori.

Vogliamo sparare sulla croce rossa? L’Ariane 6 e’ in sviluppo dal 2010 e non ha ancora volato. Potremmo citare altri esempi. E tutti con fonti di finanziamento almeno all’inizio piu’ stabili del gruzzolo che un giovane nerd ha acquisito vendendo la sua startup e con il quale e’ arrivato per un pelo nello spazio con il Falcon 1, primo privato con un veicolo a propulsione liquida come recita la leggenda… Se avesse bruciato tutto il suo gruzzolo senza raggiungere il risultato invece che goderselo sorseggiando pinacolada su qualche spiaggia caraibica non parleremo di dumping, a maggior ragione non lo e’ dato che ha avuto successo. Ma ha raggiunto il risultato. Ha convinto qualcuno con l’oggettivita’ dei fatti. Ha ricevuto contratti e fondi meno di altri di cui ha fatto buon uso piu’ di altri.

Non capisco proprio quale sia l’appiglio. Lo sviluppo del Falcon 9 non e’ dumping, ci vuole onesta’ intellettuale, e’ un unicum nella storia dell’industria e delle metodologie di progetto di questa specie, ma un investimento che ha pagato e ha battuto altri attori con fonti di finanziamento ben piu’ corpose.

Se il prodotto e’ innovativo, e questo lo e’ parecchio, non e’ dumping. Se investi meno di quello che hanno investito altri non e’ dumping. Se ricevi finanziamenti dalla Nasa o dai militari minori di quelli che ricevono altri senza cavare il ragno dal buco e senza portare regolarmente beni e persone nello spazio non e’ dumping.

SpaceX nel 2021 e 2022 era in passivo e ora non lo e’ piu’ (almeno per ora perche’ forse ci sono fenomeni transitori). E’ stata avviata in modo un po’ folle con le risorse di un singolo e poi di una serie di investitori che si sono basati su motivazioni razionali e hanno avuto ragione.

E allora?

Se avere delle annate in passivo e’ un crimine, gran parte dell’industria e’ criminale.

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Si e no.

La capacità di lancio, recupero e refurbishement del primo stadio di F9 ha avuto come diretta conseguenza un aumento vertiginoso della cadenza di lancio, ben oltre la capacità produttiva di chiunque (URSS dei gloriosi tempi inclusa).

Questo fatto ha inciso, a mio avviso non poco, sulla capacità di “SpaceX” di presidiare il mercato offrendo capacità di lancio mai viste prima (in termini di disponibilità e mettiamoci pure la flessibilità se si conta anche FH), se poi ci aggiungi la sua aggressività sul mercato a cui fai riferimento (grazie alla politica governativa americana)…

Ma la cosa non finisce qui.

La capacità di lancio e recupero, o meglio la sua metodologia/tecnologia, risulta un elemento fondamentale del programma Starship, il quale (a sua volta) potrebbe diventare un autentico game changer qualora entrasse in servizio.

Sarebbe il fattore chiave e definitivo del completa disrupture del mercato spaziale (tutto a favore di SpaceX/USA) con capacità di lancio e recupero di persone e mezzi mai viste prima e nemmeno sognate (nei sogni più selvaggi) se è per questo.

Siamo dunque di fronte ad un approccio di tipo “piramidale” dove ogni elemento precedente, sia dal punto di vista tecnico sia da quello economico, ha contribuito all’innalzamento di quelli successivi in un’economia di scala quale non si era mai vista prima nel settore spaziale.

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Discorso complicato. Sicuramente è vero che hanno un rateo di lanci impressionante, di cui la riutilizzabilità è uno dei fattori (ma c’è anche da considerare il turnaround in rampa di lancio, che IMHO è ancora più impressionante considerando che in 2-3 settimane hanno la rampa di nuovo pronta).

Al di là di questo, nella scelta del vettore da parte di un cliente, non so se la scelta sia guidata dalla disponibilità più che dal costo.

Nella mia (molto limitata) esperienza, ho visto spesso che il problema è da parte del cliente nel riuscire ad essere pronti in tempo per la data di lancio concordata con il lanciatore. Non sono sicuro che nel mondo, con tutte le opportunità che ci sono, il problema sia sia la di disponibilità del lanciatore. La mia impressione (di nuovo, con esperienza molto limitata) è che ci siano pochi satelliti da lanciare e tanti lanciatori disponibili a farlo.

E c’è anche da considerare che la maggioranza dei lanci del Falcon 9 è di Starlink, che sono interni a SpaceX e quindi più facili da integrare e da spostare, se serve.

Forse, ipotesi che mi viene in mente ora, dato il grande numero di lanci e dato che possono lanciare degli Starlink più o meno quando vogliono, può darsi che abbiano delle penali molto piccole se il payload non dovesse essere pronto in tempo (so che Ariane ha delle penali considerevoli in questo caso). Dal punto di vista di SpaceX probabilmente possono camnbiare piuttosto facilmente l’ordine di due lanci del Falcon 9, se uno dei due è Starlink, per accettare un ritardo da parte del cliente. E questo potrebbe anche essere un altro modo di influenzare la scelta dei clienti verso il Falcon 9.

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Non sono riuscito a leggere gli articoli citati ma mi sfugge una questione: i trasferimenti dal governo USA a SpaceX, quale che ne sia la forma - appalti, consulenze, quel che è - non dovrebbero essere pubblici? Nella pratica, il finanziamento governativo che permette a SpaceX di fare dumping come avverrebbe? C’è qualcosa per il quale gli USA stanno pagando a SpaceX cifre fuori mercato?

Certo che sono pubblici.

Un lancio alle istituzioni americane (DoD o NASA) arriva a costare 2 o più volte rispetto quanto quello stesso identico lancio costa ad un cliente privato. Ne abbiamo parlato in questo topic un anno fa. Considerando che la maggior parte dei lanci del Falcon 9, togliendo quelli di Starlink, sono per clienti istituzionali americani, la cosa diventa significativa.

È una forma di finanziamento che ho visto usare anche in ESA, per servizi di tipo diverso, ma che in Europa è in qualche modo limitata dalla legge (ovvero il costo di un servizio fornito ad un ente pubblico non può essere troppo più alto rispetto al costo dello stesso servizio fornito ad un privato, altrimenti diventa una forma non approvata di finanziamento pubblico ad un privato) e anche dal fatto che l’Europa non è uno stato federale (e quindi un cliente Italiano o Spagnolo non accetterebbe di pagare un sovrapprezzo per finanziare un’azienda Franco/Tedesca).

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in questo forum (GIUSTAMENTE) si cerca di basare le conversazioni su dati oggettivi, quindi esprimere un parere su un bilancio che non possiamo leggere lascia molto il tempo che trova. Mi limito quindi, sperando di non essere fuori posto, ad un paio di considerazioni “macro”.
La MIA IMPRESSIONE è che spaceX abbia pesantemente sopravvalutato il mercato potenziale dei lanci, Tanto è vero che si è “inventata” un cliente in casa pur di avere un numero di lanci consistente (starlink). Il che vuol dire semplicemente spostare il successo finanziario di spaceX, almeno per quanto riguarda quel segmento di mercato, al successo finanziario di starlink. Vedremo se elon ha fatto i conti giusti.
Poi potremmo fare dei ragionamenti su quanto spaceX siq strategica per gli USA e quindi a quanto il contribuente americano sara eventualmente chiamato a contribuire se il mercato non facesse abbastanza. Delle volte penso che l obbiettivo vero di elon sia quello, Ma è solo una mia speculazione che vi butto li come spunto

Non tutti i trasferimenti da DoD a SpaceX sono pubblici. Il costo dell’attivazione del servizio Starlink in Ucraina non è stato rivelato. Ci sono solo stime da 20 a 50 milioni di dollari al mese, ma si tratta solo di speculazioni.

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Scusate, sto cercando il fantomatico bilancio della SpaceX, visto che, per inciso, mi occupo anche di amministrazione di aziende.
Qualcuno ha la fonte?
Trovo solo articoli ma i dati che forniscono sono quantomeno fuorvianti.
A esempio R&D è si una voce di costo, ma è anche una voce attiva nello stato patrimoniale.
Insomma, sono curioso come una :speak_no_evil: :hear_no_evil: :see_no_evil: e vorrei saperne di più.

Ottime argomentazioni Indaco che condivido pienamente.
SpaceX si comporta come una startup, non ha mai smesso di investire tutto il profitto e i capitali privati, nell’innovazione. Se leggiamo, anche non attentamente Buzz, l’articolo che ha linkato Ritberger si legge che SpaceX :

  • nel 2021 ha perso 968 milioni di dollari. Secondo il Journal, le sue spese totali quell’anno ammontarono a 3,3 miliardi di dollari.
  • Nel 2022, la società ha raddoppiato le sue entrate portandole a 4,6 miliardi di dollari, ma ha comunque perso 559 milioni di dollari dopo aver riportato circa 5,2 miliardi di dollari di spese totali.
  • Nel primo trimestre del 2023 ha realizzato profitti per 55 milioni di dollari su un fatturato di 1,5 miliardi di dollari.
  • La maggior parte delle spese di SpaceX sono legate allo sviluppo di Starship, il suo razzo di lancio pesante riutilizzabile da 3 miliardi di dollari
  • Negli anni 2021 e 2022, SpaceX ha speso un totale di 5,4 miliardi di dollari in proprietà e attrezzature, una parte significativa dei quali era legata allo sviluppo di Starship.
  • Secondo il Journal, l’anno scorso SpaceX ha stanziato circa 3,1 miliardi di dollari in stipendi, materiali e ammortamento dei veicoli spaziali.
  • Ha inoltre speso 1,3 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, con un aumento dell’11% rispetto al 2021, ha riferito il Journal.
  • L’anno scorso, secondo il Journal, la società ha incassato circa 2 miliardi di dollari dall’emissione di azioni, rispetto a 1,5 miliardi di dollari nel 2021.
  • la capitalizzazione di mercato di SpaceX sarebbe di 150miliardi$.

Leggendo queste cifre si evince che se SpaceX si fosse accontenta prima del
Falcon 9 e di Starlink poi di essere uno dei rifornitori della ISS oggi Nessuno, neanche tu Buzz, metterebbe in dubbio che SpaceX non sia stata/è un’azienda profittevole.

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Il titolo si riferisce a l 2023:
Elon Musk expects to spend $2 billion on Starship rocket after first launch explosion ‘slightly’ exceeded expectations

Nel mio piccolo, posso confermare questa impressione. :wink:

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Se posso metterci anche la mia di esperienza: conta molto anche come il Launcher Provider sia in grado di assistere il cliente nel progettare e realizzare le interfacce tra payload e lanciatore.