Penso che abbia letto un mio post nella discussione di Expedition 66, ma non escludo che qualcun altro abbia riportato la notizia.
Ti rispondo un pezzo per volta. Allora Nauka ha due circuiti utili allo smaltimento di calore, uno principale (tutt’ora in funzione) e uno secondario aggiuntivo da collegare con ERA che dissiperà ulteriori 1.500 watt di energia termica. Così com’è Nauka può soddisfare le funzioni minime, ma naturalmente non può espletare al massimo lo scopo per il quale è stato lanciato: la ricerca scientifica. Gli esperimenti e i vari macchinari producono tanto calore che in qualche modo dev’essere smaltito. Oggi i cosmonauti in Nauka fanno poche ricerche, perché non hanno in orbita le attrezzature e gli studi necessari. Roskosmos aveva già pianificato da tempo di mandarle su con le prossime Progress.
Attenzione! I moduli internazionali e quelli russi sono costruiti secondo due filosofie progettuali diverse, per tecnica e scopo di utilizzo. I secondi sono pensati come veicoli spaziali individuali autosufficienti, piuttosto che come una tessera di un progetto più grande. I moduli russi hanno anche loro gli scambiatori di calore sebbene non siano ben visibili e appariscenti come quelli del segmento statunitense oppure quello supplementare di Nauka. I radiatori del segmento russo sono ben integrati nello scafo esterno di ciascun modulo, tanto è vero che noterai un pannello bianco con una serpentina. Appena trovo una fotografia la metto qua sotto, promesso!
Ecco la posa di uno dei radiatori documentata nella discussione di Nauka