Conflitto in Ucraina e sue ripercussioni sullo spazio

tuttavia anche questo thread è piuttosto interessante… :slightly_smiling_face:

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Sebbene l’argomento sia stato sviscerato più e più volte, mi sembra doveroso fornire la mia opinione (oggettiva) sull’argomento dal momento che sono state citate frasi che detto.

A cosa porta? Non è corretto dire “a niente”, c’è semmai da mettere in evidenza, quando ben contestualizzato, che Stati Uniti e Russia hanno dovuto fare di necessità virtù. La NASA, così come l’agenzia spaziale europea, giapponese e canadese, hanno potuto fare affidamento sulla grande stiva dello Space Shuttle, il quale permetteva di portare in orbita grandi strutture già pre-assemblate. Questo “dettaglio” ha per forza di cose determinato e influenzato la progettazione dei moduli della Stazione Spaziale Internazionale e dell’avamposto stesso. D’altro canto, Roskosmos era vincolata dalla capacità di carico del Proton e del volume all’interno della carenatura, ma aveva acquisito una certa abilità (per non dire superiorità) nel pilotaggio automatico di veicoli spaziali.

Oggi, in mancanza di un veicolo come lo Space Shuttle, la Cina ha seguito la strada aperta dalla Russia e tra qualche anno i moduli della stazione lunare seguiranno un percorso simile.

Altri utenti prima di me hanno spiegato perché non è possibile, fattibile o realmente conveniente nel breve termine. Mi scuso se faccio nuovamente leva sulla cronistoria degli eventi, ma la ritengo importante per una genuina analisi dei fatti. Come ben sappiamo la Stazione è stata concepita con sforzo congiunto degli Stati Uniti e della Russia, ai quali si sono aggregati anche l’Europa, il Canada e il Giappone. Proprio la premessa di una stazione internazionale, ha reso necessario che i contributi di ciascuna agenzia si integrassero perfettamente gli uni con gli altri e si completassero a vicenda.

Citando i tre moschettieri: tutti per uno, uno per tutti. In sintesi, il segmento internazionale sussiste grazie a quello russo e viceversa.

In un ipotetico scenario, IMVHO lontano da noi, è così. Roskosmos ne era ed è tuttora consapevole che ha bisogno dei servizi (elettricità in primis) del segmento statunitense. Nei primi 1-15 anni di vità della Stazione aveva sulla carta il piano di lanciare un modulo più improntato sulla produzione di energia elettrica.

L’unico modulo in costruzione di cui siamo a conoscenza è NEM-1. Complice i ritardi della messa in orbita di Nauka ed essendo lontano dall’essere finito, Roskosmos lo destinerà alla nuova stazione spaziale orbitale russa (ROSS).

Non sono tra il gruppo di ragionieri di Roskosmos, quindi non posso dirti se hanno le finanze per farlo o meno. Tornando alla tua seconda domanda, non ha senso separare il segmento russo per un altro motivo oltre che per questioni di fattibilità: l’età dei diversi moduli e la vita utile che gli resta. Se si esclude Nauka e Pričal, il terzo modulo più giovane è Rassvet che compirà 12 anni il prossimo 14 maggio.

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che ne pensate? la questione si fa spinosa… :astonished:
(detto fra noi… che grande tristezza!! :confused:)

Sono proprio curioso di capire come faremo a pagare questa fattura.

Immagino tagliando del tutto la Soyuz in Guyana e addio ExoMars

Effetto netto: più voli per Ariane 6 e Vega-C e maggiore collaborazione scientifica con NASA

Mi sembrano molto frasi di circostanza

Roscosmos senza l’ESA è come un autista senza clienti

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Purtroppo sono molto preoccupato che invece abbiano UN AVUM+ pronto per il volo inaugurale di Vega-C e basta…mi sembrano frasi di circostanza senza contenuti (es abbiamo 5 AVUM+ a Colleferro…)

Il danno economico per Roskosmos, a causa di questo e altre problematiche (lo stop alle attività in Guyana), sarà sicuramente enorme. Molto, molto peggio dell’effetto sui programmi europei, che seppur non zero è un prezzo che le nostre autorità sembrano più che disposte a pagare.

Rogozin, come chi lo ha nominato, farà queste e altre dichiarazioni roboanti, oggi e nei prossimi giorni, nella speranza di salvare quel che può o di intimidire gli (ex?) partners dove possono.
Il messaggio rilasciato ieri da ESA, cioé che applicheranno le sanzioni economiche decise dall’EU, credo (mia opinione discutibilissima) non fosse tra quelli messi in conto.

E’ impossibile sapere come finirà. I russi si sono dimostrati in decenni di collaborazione persone capaci, responsabili e con una tecnologia solida. Spero che un giorno saranno premiati con leadership all’altezza.

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Soprattutto una che non faccia menzione alcuna di armi nucleari…

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Mi accontenterei che non le usi…

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Un articolo confortante di SpaceNews.

C’è chi sta già facendo valutazioni sulle capacità delle Dragon o di Starliner, nel mantenere l’assetto o nel gestire la propulsione della ISS

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Nuovo articolo di Marco Carrara pubblicato su AstronautiNEWS.it.

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Intanto il turista spaziale norvegese Nima Shahinian, sotto contratto con Space Adventures, in un post di 5 giorni fa faceva sapere che il suo addestramento a Star City continua regolarmente.

La traduzione automatica:
Non mi impegno a diventare un esperto del conflitto in Ucraina, ma in queste ore buie stiamo tutti assistendo a uno spaventoso cambio di rotta nella storia europea.

Con disprezzo, seguiamo ciò che sta accadendo ai nostri simili, non solo in virtù del fatto di essere cittadini d’Europa, ma in virtù di essere cittadini del nostro bel pianeta.

Molti mi hanno chiesto come questa situazione influisca sul mio programma spaziale, e se ho preso posizione sul conflitto, e quindi pubblico ora questo post:

Condanno tutte le guerre, compresa questa. Ma per come stanno le cose oggi, il programma spaziale stesso non è interessato dal conflitto e il mio addestramento continua come previsto fino a nuovo avviso. Le persone con cui ho lavorato nel GCTC (Gagarin Cosmonaut Training Center) sono alcune delle persone più straordinarie che abbia mai incontrato. La loro professionalità, integrità personale e professionale, il carattere umano e il cuore pulsante per un volo spaziale pacifico, in cui l’ispirazione, la curiosità, l’esplorazione e la scienza sono al centro sono commoventi. I miei istruttori, interpreti e tutto il personale di supporto in GCTC sono miei amici e abbiamo stretti legami. Non ultimo, abbiamo una visione comune di ciò che dovrebbe essere il viaggio nello spazio: una convinzione all’unisono nel tipo di meraviglie che noi umani possiamo raggiungere quando ci riuniamo, indipendentemente da razza, colore, sesso, orientamento, nazionalità o geopolitica, perché dallo spazio si vede un solo pianeta, e non i confini e un’umanità divisa, ma noi umani come un’unica unità.

In ogni caso, il mio pensiero va prima di tutto a tutti coloro che sono stati colpiti da questo tragico conflitto, e non al mio stesso programma spaziale, che sta perdendo totalmente importanza rispetto alle sofferenze della guerra.

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In giro “brutte vibrazioni” (come si diceva negli anni 60).
The Space Review di oggi piazza un paio di articoli di tono molto pessimista sulla cooperazione spaziale con la Russia e sul futuro della ISS.
Ovviamente solo articoli di commento,nessuna posizione ufficiale…però è indice di un clima.
Come indice di un clima i commenti in calce degli “appassionati” di spazio,il cui pensiero può essere riassunto dalla frase: "Abandon the ISS and splash it. Not technically difficult".
Andiamo bene… :roll_eyes:

https://www.thespacereview.com/article/4340/1

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La mia speranza è che la ISS sia in un prossimo futuro l’equivalente del rendezvous Apollo Soyuz

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Ragazzi, prima di partire per mega voli pindarici, ricordate che al di là delle dichiarazioni di facciata, il programma spaziale russo (per non parlare del resto) sta per subire un contraccolpo micidiale dalle sanzioni economiche.

Qualsiasi discorso di “stazioni spaziali indipendenti” o attività di volo umano non possono prescindere dalla disponibilità di fondi.
Si tratta di progetti costosi per i quali, con la chiusura dei rapporti di collaborazione con le “potenze occidentali”, andranno trovate nuove fonti di finanziamento.

Tutto questo sullo sfondo di problemi di letterale sopravvivenza della popolazione russa, e in concorrenza a mille altre voci di bilancio ben più prioritarie della ISS o di altre avventure spaziali nel prossimo futuro.

Per quel che vale (zero) e sperando di essere smentito dai fatti domani stesso, secondo me la previsione più rosea, se le cose dovessero continuare come ora, è che dopo Sojuz MS-21 ogni eventuale lancio verso la ISS da parte dei russi sia altamente improbabile, anche solo perché finanziariamente insostenibile.

Per tutto il resto, EU+USA sono perfettamente in grado di andare avanti con il loro programma spaziale anche senza i russi. Potrà volerci qualche anno per sostituire i lanci programmati con i vettori Sojuz e Proton, ma si può fare e francamente, per come si sono messe le cose, credo si farà a prescindere dal costo.

Secondo me sul piano spaziale alla Russia non sono rimaste leve per trattative o ricatti. Per loro è una colossale perdita netta. Salvo qualche lancio per paesi del golfo Persico, sporadicamente.
Di sicuro mi sento di dire che in “occidente”, fino a che non ci sarà un cambio di regime a Mosca, nessuno vorrà o potrà più fare affari con la Russia, anche in campo spaziale. Si chiude un’epoca.

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Intanto, qualcosa sta succedendo a livello di equipaggi e modulazione delle Expedition sulla ISS.
Samantha non sarà comandante di Expedition 68a e la sua missione sarà accorciata. Dettagli e discussione in merito sul Topic dedicato.

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Noie in arrivo anche per il prossimo lancio OneWeb 14.

Fonte:

Xposting giusto perche’ e’ una chiara ripercussione del conflitto, e chissa’ che questo topic ci tornera’ utile come lista.

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