Costellazioni satellitari per servizi di rete

Il punto è, come fa notare Doug Ellison, che, mentre installare anche una semplice torre della rete cellulare richiede una valutazione di impatto ambientale e ampie discussioni, per Starlink e simili costellazioni satellitari il mondo intero è stato messo da un giorno all’altro di fronte al fatto compiuto di una trasformazione globale forse irreversibile.

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Sì, molto, molto peggio di quanto immaginavo.
Bisogna porsi delle domande. Ancora non ho capito il razionale economico di queste costellazioni.
A questo punto spero vivamente che qualcosa non funzioni e che le imprese falliscano!
E temo che “staremo a vedere” non basti. La comunità internazionale degli astronomi ha una certa forza, spero si muovano in fretta. Ci dev’essere un modo almeno di mitigare il danno.

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A mio modo di vedere, avere una risorsa comune da condividere, che chiunque puo’ utilizzare ma e’ essenziale utilizzare in modo ordinato costringera’ le principali nazioni a contrattare e definire i modi per coordinarsi.

Starlink ha dei permessi che sono stati forniti solo dagli USA, ma in campo spaziale c’e’ gia’ un coordinamento e progetti comuni tra le varie nazioni. Cina e India sono stati giustamente cazziati quando hanno fatto dei test antisatellite. E’ necessario portare a bordo anche loro. Queste infrastrutture sono impattanti ma sono anche fragili, se qualcuno va fuori pista si rompe tutto. Come insegna, che so, la Brexit , coordinarsi con i vicini non e’ una scelta, e’ un obbligo. E anche se lo si fa per utile e per necessita’ un coordinamento e’ buono, anche dal punto di vista politico.

Ovviamente stiamo andando lontano, ma questo lancio fa gia’ intravedere molte cose.

Passo di nuovo alla fantasticheria pseudo tecnica e meno politica, e so che sto andando sul futuribile ma… ho il sospetto che sul lungo periodo una buona soluzione sara’ avere relativamente poche stazioni di telecomunicazioni spaziali con truss su cui montare i transponder dei vari operatori, come avviene a terra. Questo invece che avere nubi costituite da una miriade di satelliti. Si semplificherebbe molto la navigazione e il coordinamento di tutti gli attori, inoltre certi servizi come power supply, station keeping e attitude control potrebbero pure essere condivisi. Le stazioni sarebbero in posizioni ben definite e condivise che coprono uniformemente il pianeta su relativamente pochi piani orbitali. Ovviamente a ciascuna di queste potranno essere attraccati moduli anche non di telecomunicazione, che so di osservazione, scientifici, osservatori, di assemblaggio e industriali, e potenzialmente anche moduli abitati.

Ovviamente nel cielo notturno si vedra’ tutto. La ISS e’ stata costruita con costi dei lanci a 20k per kg, e payload prodotti in camere operatorie. Quando il costo per il lancio sara’ stabilmente sotto 1k per kg e i payload si costruiranno nelle campagne Texane in mezzo alle mucche quanta roba avremo lassu? Per questo lasciando correre lontano la mente penso sia obbligatorio aggregare gli oggetti in orbita, sul medio - lungo termine.

Comunque il cielo notturno non sara’ piu’ lo stesso, non vedo alternative.

Ok, ho fantasticato abbastanza.

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No, non ho fantasticato abbastanza.

Pero’ prima di scaricare in rete altre cose che mi passano per la testa lasciatemi chiarire una cosa.

Ho ben presente cosa abbiamo perduto, non abbiamo piu’ nessuna idea di cosa sia il cielo notturno. E questo da tempo. Me ne sono reso conto un po’ di anni fa, quando per le prima volta ho fatto un viaggio in un posto veramente poco popolato (nord est del Brasile) e mi sono messo a leggere un libro su una amaca nel patio della casa che avevamo affittato.

Poi e’ scesa la notte ed era una notte senza luna. E mi sono reso conto, finalmente la prima volta nella mia vita, di cosa era veramente la notte.

Non si vedeva assolutamente nulla. Buio pesto. Tutto nero. Tranne un’incredibile coltre di stelle dell’emisfero sud da mozzare il fiato. Mi sono anche reso conto che forse si, piante e animali potrebbero essere influenzati dalle fasi lunari per un motivo molto semplice, che tra essere ciechi e vederci c’e’ una bella differenza… ma sto divagando.

Questo ha iniziato ad andare perduto quando Edison ha inventato la lampadina. Poi si e’ fatto molto per ridurre l’inquinamento luminoso. E chi osserva il cielo ha trovato modi per sopprimere quel rumore di fondo che le necessita’ della civilta’ avevano creato. Ma resta il fatto che per il comune mortale, i milioni di comuni mortali che vivono nelle zone urbabizzate, la notte non e’ mai stata piu’ la stessa. Al tempo nessuno si e’ posto molto il problema, piu’ tardi si. E comunque l’unico modo per capire cosa e’ cambiato e’ andare in un posto dove una notte senza luna e’ una vera notte.

Io sono abbastanza convinto che come i software sono in grado di escludere un satellite ogni tanto, o anche i voli di linea lampeggianti, potranno ripulire anche le piu’ fitte tracce di Starlink e delle costellazioni che hanno da venire. Non sono un appassionato di astronomia, anche se mi interessa molto, quindi forse non faccio testo ma per me la cosa piu’ importante e’ che gli umani non vedranno piu’ le stelle come prima. Forse l’illuminazione artificiale, anche se non e’ direttamente in vista quando alziamo gli occhi al cielo, e’ piu’ impattante di queste lucciole che si snoccioleranno in file ordinate sulle nostre teste. Anzi, sicuramente. Ma l’illuminazione artificiale e’ irreversibile e non si puo’ ragionevolmente eliminare, anche se entro certi limiti si puo’ mitigare. Quello che conta sono i milioni di persone a cui verra’ a mancare qualcosa, anche se magari avranno qualcos’altro in cambio.

Agli astronomi, amatori e professionisti, mi sentirei di dire che in un modo o nell’altro loro riusciranno a fare le loro osservazioni lo stesso. Avranno software migliori. Oppure potranno mettere gli osservatori a latitudini piu’ elevate dove le formichine luminose non passano. Dome C all’Antartide era gia’ il posto migliore dove fare osservazioni su questo pianeta, a maggior ragione lo sara’ in futuro.

O, e questo da entusiasta e’ la soluzione che preferisco se mi abbandono ai visceri, facciamo delle costellazioni di telescopi e radiotelescopi spaziali prodotti in serie e lanciati in stack, come i satelliti Starlink, magari in orbita lunare cosi’ che possano giovarsi dei coni d’ombra prodotti dalla massa lunare rispetto ai disturbi provenienti dalla Terra e dal Sole. Ovviamente fino a che non riempiamo di luci anche la faccia buia della luna… :slight_smile:

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Ok, ma visto che abbiamo sdoganato sogni e fantasie, permettetemi di dire che io mi auguro che nel futuro si arrivi allo ZAFO e altre simili e più performanti tecnologie che ci aiutino a liberare i cieli dal preoccupante sovraffollamento che si profila. :wink:

Capisco le vostre preoccupazioni, ma ragazzi,questa costellazione non é definitiva, sono ancora TEST, prima di rilasciare i veri satelliti ci saranno ancora qualche mese di analisi ecc da superare.

A maggior ragione bisogna fare qualcosa prima che ce ne siano 20.000 in orbita. Il “TEST” (??) dimostra che c’è un problema serio.
Sapete tutti che gli Iridium producevano dei bei lampi luminosi (gli Iridium flares). La nuova costellazione Iridium non li produce più, quindi è possibile progettare i satelliti anche in funzione di questo. Gli Iridium sono attualmente 72, qui si parla di due ordini di grandezza (e oltre) in più.

Troppe fonti e troppi pareri discordanti per farsi un’idea precisa. Lui comunque è un astronomo piuttosto serio (Harvard)

Di fondo rilevo un problema che prescinde da SpaceX / Starlink e mi fa essere abbastanza pessimista: mancano una legislazione sul tema e qualsiasi autorità deputata a farla rispettare.

Voglio dire, se domani fossero i cinesi a mettere su la costellazione le possibilità di “fare qualcosa” sarebbero prossime a zero (salvo azioni eclatanti che nemmeno considero). Oppure, chi potrebbe impedire a un’azienda russa di usare sciami di cubesat per riprodurre loghi e altre pubblicità nel cielo?

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Per confronto con la magnitudine 5 stimata per i satelliti nella migliore delle ipotesi, con un telescopio da 30-40cm un’integrazione di 1 secondo con un CCD può saturare l’immagine di Plutone che è di magnitudine 14 circa. Al confronto un oggetto di magnitudine 5 è un faro.

Una cataratta bella spessa insomma.

Quanta ricerca da terra verrebbe irrimediabilmente compromessa.

Sarebbe il caso di poter affermare che se va avanti, per vedere in su, dovremo far conto solo su altri satelliti, sonde e missioni robotiche?

(Sempre che riescano ad attraversare la fascia di banner in GEO della CocaCola)

E i progetti di large array che hanno portato alla foto del ormai famigerato buco nero? Neanche i recenti successi hanno fatto notare la cosa.

Tra i vari inquinamenti, quello luminoso è stato sempre quello che ha interessato di meno le persone.
Quello radio poi verrà a galla solo quando la melassa radio impedirà di vedere Sky.

Sarà così anche in questo caso(?).

La frase che più mi ha colpito tra i commenti è stata: 《Non me ne è fregato nulla fino ad ora degli aerei, men che meno di questi》

Scott Manley sottolinea anche forse un altra possibile causa della loro magnitudo

Capisco la preoccupazione, ma Ricordo che quei numeri provengono da Elon stesso ( Personaggio famoso per “sparare” numeri fin troppo elevati), quindi come ben sapete sono più di una costellazione a diverse altitudine fra loro, però staremo a vedere come procederà la situazione.

Aggiungo anche che il numero “teorico” era 12000 satelliti in tutto, la Shotwell ha affermato di poter lanciare fino a 6-7 missioni per anno. Se ogni missione Starlink carichi 60 satelliti (Capacità massima per quanto riguarda il volume e il peso stesso), ci vorrebbero quasi 30 anni di continui lanci (Ecco perché bisogna prendere questi numeri con le “pinze”).

Mi sembra comunque un ragionamento teso a rimandare il problema.

Il problema esiste ed é presente non possiamo negarlo, ma delle soluzioni sono possibili senza compromettere tutto il progetto e pensando anche alle costellazioni future

Si, @EmaDipi, ma di wi fi globale, quanto ne abbiamo bisogno?

Lo chiedo senza polemica, solo per sapere perché è prioritario rispetto a questo inquinamento potenziale.

Segnalo la discussione Costellazioni di satelliti per Internet e radioastronomia che potrebbe essere fusa con questa.

EDIT: o meglio: la seconda parte di questa discussione potrebbe confluire in quella sopracitata

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Piccola considerazione (di un non esperto e forse scontata…) sulla discussione fin qui approfonditamente sviscerata in molti dei suoi aspetti da tutti i partecipanti, che ringrazio. Ma se SpaceX, OneWeb, Amazon (e forse altri) si stanno orientando su questo scenario devo pensare che un qualche margine di guadagno ci sia. Non credo che si possano avviare progetti di questa portata immensa senza aver fatto un minimo di valutazione sul possibile mercato. Fosse stato solo il solito ‘pazzo’ sudafricano ad avviare un programma del genere si potrebbe pensare al solito azzardo ma come spiegare OneWeb, Bezos et altri?
Senza contare che, a questo punto, cosa potrebbe impedire alla Cina, o ad altre grandi nazioni, di avviare un programma simile?

Non ho fonti a supporto della mia affermazione, ma mi colpì un analisi che accennava ad un consistente interesse economico, dato dalla velocità a cui avverranno miliardi di microtransazioni di capitale.

Già solo questi giochetti di borsa potrebbero valere la candela.

Ma è probabile che abbia letto/detto una cavolata, e nel caso, cassate senza problemi.