Prendono forma i piani ufficiali per le procedure di rientro della ISS

Ovviamente con “modulo motore” intendevo un qualcosa contenente tutto il necessario…

Che i moduli esistenti non siano progettati per quello è sbagliato, già ora la parte occidentale della ISS è "spinta " da quella russa attraverso il Nodo Unity… Se togli tutto da Zarya in poi e lo sostituisci con un “tug module” per il resto della stazione non cambia nulla…

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La Russia sta facendo il suo solito giuoco di pressione politica ma in realtà è il solito bluff

Hanno ancora una notevolissima controparte tecnica ma la loro economia non gli permette di sostenere nulla se non vengono pagati dall’estero

Io stimo gli basterebbero 150M$ all’anno per continuare “inerzialmente” a lanciare soyuz e mantenere i moduli

Nauka è il modulo che gli da il terzo letto, il secondo bagno e l’autonomia energetica

Non può essere un caso che lo lancino adesso ora che il fiume di cassa americana è finito

Scommetto che quando davvero si comincerà a parlare di deorbitare se ne usciranno che Nauka con i nuovi Prichal potranno essere sganciati… e si ritroveranno una piccola MIR già in orbita pronta per il turismo spaziale

Il mio non è un rant… osservo che lanciare costa e se non trai profitto non lanci

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Dimentichi i cinesi…

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Tu citi i cinesi forse non a caso, dipende anche come sarà il mondo dopo il 21 Aprile. Troppi se… troppe variabili in Ucraina e Taiwan…

I cinesi non hanno bisogno dei russi ormai dal punto di vista tecnico li hanno raggiunti

Ne hanno bisogno dal punto di vista politico ma non pagheranno 150M$ per tenerli a galla

O meglio…non credo…magari per loro 200M$ all’anno sono spiccioli

Mmmmh, l’ingegneria astronautica “lego” è sempre una tentazione da cui fuggire a gambe levate. :scream: :x:

È vero che in caso di “emergenza” si potrebbe ricorrere a qualcosa di simile, ma in sistemi così complessi per quanto apparentemente modulari non puoi dare per scontato che “basta staccare questo pezzo e attaccare quest’altro” perché funzioni. Ci sono una marea di problemi hardware, software e di ricertificazione relativa che si aprirebbero, con il focus #1 sul manenere gli astronauti in sicurezza.

Ne abbiamo già parlato diverse volte in passato (ad es. qui e qui) ma sostanzialmente, anche se un distacco della parte russa dalla ISS è tecnicamente fattibile, le due parti della stazione sono state ingegnerizzate per lavorare insieme, con servizi che una presta all’altra, simbioticamente.
Ad esempio, se da una parte il segmento russo offre la capacità di reboost (ancorché non esclusiva), dall’altra i russi non hanno giroscopi. Certo, possono attuare il loro segmento a colpi di RCS, ma così azzererebbero all’istante la possibilità di fare esperimenti significativi in microgravità, dati i “calcetti” che la struttura riceverebbe ogni tot tempo. Ed è solo un minimo esempio.

Vogliamo parlare delle EVA che sarebbero necessarie per districare e scollegare i cavi esterni che passano tra i moduli posati nel corso di 20 anni, per fare un altro esempio?

E che scopo avrebbe, dopo la separazione, tenere nello spazio un avamposto da mantenere a loro totale carico (a parte le dichiarazioni roboanti, le fonti di introito dall’estero vanno via via sparendo, e purtroppo sono con le pezze al sedere) senza un preciso scopo se non aver dichiarato un “punto politico”? Ipotizzare scenari da fantascienza come un eventuale ricollegamento con fantomatiche future stazioni spaziali russe o addirittura cinesi è, allo stato delle cose, appunto, fantascienza.

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Temo che andiamo OT
Fermo restando che il piano decisivo è quello geopolitico (purtroppo), l’esperienza dei russi in alcuni settori non è da buttar via … soprattutto nei settori “hard” motori, ma anche infrastrutture

A loro son sempre mancati i soldi (dai tempi di Gagarin), ma a questo rimediano i cinesi …

Ucraina e Taiwan …
Ormai si muovono in maniera coordinata.

Ma stiamo andando OT

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Penso che la soluzione ideale sarebbe la propulsione ionica
La ISS non può rimanere lì (finirebbe per precipitare in ogni caso), ma non c’è fretta di muoverla
Cogliendo i classici due piccioni, sarebbe anche un utilissimo terreno sperimentale per questo tipo di propulsione

E l’energia elettrica per un propulsore con una spinta tale da tenere su un colosso come la ISS, da dove la prendi?

Dai pannelli della ISS (una volta evacuata e spento quasi tutto)

Ma chi ha parlato di evacuarla?
E che senso ha tenerla su se è evacuata e con tutto spento :slight_smile:

Lo USOS rimane lì fino al 2030, stiamo parlando di tenere la ISS operativa dopo il 2025, se i Russi si defilano.

Scusa, mi sono un po’ perso, ma a quanto ho capito il piano era un altro.
Come linkato dall’articolo di Raffaele, sembra che del lato USOS sia approvata l’estensione fino al 2028 o 2030, del lato russo fino al 2025. Se la Russia non estende ulteriormente, la ISS si butta tutta in atmosfera e i russi si fanno la loro e gli americani si fanno quelle commerciali.

Non penso si sia mai parlato nei piani ISS di abbandonare il lato russo (separato o spento) e continuare sulla ISS nel lato internazionale.

Però potrebbe essere un’opzione… Abbandonare la ISS proprio ora che è al picco di utilizzazione sarebbe uno spreco IMHO. Il punto è se lo USOS da solo è autonomo (la propulsione è solo uno degli aspetti), o se lo si può rendere autonomo senza troppa fatica.

Teniamo presente che la ISS è stata completata meno di dieci anni fa, ma il progetto risale agli anni 80. Una stazione commerciale di sicuro non sarebbe pronta nel 2025. Significherebbe abbandonare la permanenza nello spazio per qualche anno

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Stasera do un occhiata a tutto quello che gira intorno al PMA-1 (giusto per fare un po di speculazione orientata all’apprendimento).

Da quello che mi ricordo, non ci sono collegamenti per i sistemi di termoregolazione. Quelli imho sarebbero la gatta più rognosa da pelare in caso di “fantomatico” distacco.

Il thread non si chiama “procedure di rientro della ISS” ?

Quindi pensavo che parlavamo di questo, indipendentemente da quando ciò avverrà (anch’io credo non prima del 2028). Prima o poi dovrà succedere (i costi per mantenerla operativa diventeranno troppo alti, considerando che molte parti si stanno avvicinando alla scadenza della certificazione - un po’ come le scale mobili della metro di Roma :grinning:)

Quindi portarla ad una quota “sicura” (ho letto - qui - 8.000 km, il che mi sembra sensato) è un’alternativa a farla precipitare nel Pacifico (operazione costosa e non priva di pericoli)
Diventerebbe il primo esempio di museo/monumento orbitante per le generazioni avvenire …

A quell’altezza e senza una presenza umana costante (a parte qualche estemporaneo “visitatore” ?), può rimanere anche qualche millennio …

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Si è già portata questa ipotesi, ma credi sia davvero più facile/sicuro.

È una bestia che se comincia a roteare, altro che rottura di satelliti in GEO.

Per rispondere un po’ a tutti. Seguo ormai da un paio di mesi la questione “russa”, prestando attenzione alle varie dichiarazioni, da prendere con le pinze ovvio, dei vari Dimitrij Rogozin e rappresentanti dell’industria russa.

Le prime voci risalgono a maggio 2020, poi diventate più concrete a novembre/dicembre 2020, e il succo della discussione era il fatto che il segmento russo (ROS) sta diventando sempre più vecchio e logoro. Non ricordo chi adesso, molto probabilmente era il capo di RKK Energija, il quale asseriva che intorno al 2025 c’era una buona probabilità di guasti e malfunzionamenti gravi nel ROS. Ragion per cui, tenere operativo il segmento russo fino alla fine del decennio (così da allinearsi con le scadenze di NASA, ESA, JAXA e CSA-ASC) avrebbe richiesto una somma ingente di denaro in manutenzione, oltre ad esporre gli equipaggi a rischi e pericoli evitabili.

Ecco che a novembre 2020 si è vociferato dell’ipotesi di una stazione nazionale indipendente, chiamata ROSS (Russian Orbital Service Station), formata da 5-7 moduli disposti in modo radiale come era la Mir. Il piano è quello di scorporare dalla Stazione Spaziale Internazionale i 3 moduli più freschi: Nauka (in pratica un gemello delle funzioni di Zvezda), il modulo nodale Prichal e il modulo per l’approvvigionamento elettrico NEM-1, l’ultima aggiunta alla ISS prevista nel 2024.

In pratica dell’attuale segmento russo non si salverebbe nulla per due di motivi principali: l’età dei moduli (il più giovane, Rassvet, ha 11 anni) e la proprietà degli stessi. Gran parte del ROS, ad eccezione di Zvezda, è stato costruito con il contributo economico estero.

Alcune delle caratteristiche del ROSS sono le seguenti: volume abitabile almeno il doppio del segmento russo attuale, deve essere in grado di operare con e senza cosmonauti a bordo (in equipaggio tipico sarebbe di 4 persone), inclinazione del piano orbitale diversa da quella della ISS (circa 64° come era previsto originariamente per la Mir) così da permettere l’osservazione di una maggiore porzione della Terra e favorire il lancio di equipaggi e moduli dai cosmodromi situati sul territorio russo. Per quanto concerne la costruzione e l’assemblaggio, si pensa di farlo gradualmente.

La situazione è ancora poco chiara e in divenire. Quanto descritto qui sopra è una bozza del progetto affidato a RKK Energija da Dimitrij Rogozin. Insomma nulla di concreto, soltanto ipotesi e sogni di qualcuno.

Aggiungo che dalle varie dichiarazioni dei diretti interessati emerge la chiara volontà di non abbandonare del tutto l’orbita terrestre bassa per spostare esclusivamente i loro interessi sulla Luna (e Marte).

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Più facile di certo no, più sicuro certamente: la probabilità che qualcosa vada storto nel de-orbiting di una struttura di quella forma e dimensioni mi sembra non trascurabile.
In più vedo 2 vantaggi:

  1. Si preserva (in qualche modo) una struttura iconica
  2. Si acquisisce esperienza nell’uso della propulsione ionica in strutture di grandi dimensioni che può tornare utile in futuro (ad esempio - ma è solo un esempio - a compensare il decadimento orbitale in future stazioni orbitanti in posti remoti riducendo la necessità di rifornimenti di carburante)

Se i russi non vogliono/possono mantenere la loro sezione operativa dopo il 2025 perché buttare tutto il resto?

Tra l’altro un eventuale progetto per un “ISS tug” non dovrebbe partire da un foglio bianco, c’è l’ICM come base di partenza…