Secondo Rogozin il primo progetto della stazione spaziale russa (ROSS) sarà definito entro l'estate

La Russia continuerà la collaborazione con la ISS almeno fino al 2028.

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Il che ci riporta ai piani originali. Nella migliore delle ipotesi, la ISS sarebbe dovuta durare fino al 2028, estesa poi al 2030 come leggevo ai tempi in articoli come questo https://www.cruz.senate.gov/newsroom/press-releases/sens-cruz-nelson-and-lsquothe-future-of-iss-should-be-determined-by-the-emergence-of-a-viable-and-proven-commercial-alternative-and-the-needs-of-our-national-space-program-and-rsquo
aggiungo che secondo me era molto improbabile che la Russia mollasse il progetto Iss durante il “lungo viaggio” intrapreso con gli Usa, Canada,Europa,etc…con guerra o senza guerra.

Per chiarire, ma andiamo un po’ offtopic: per NASA ed ESA l’obiettivo è di continuare la ricerca scientifica in LEO su piattaforme private.

E siccome al fatto che entro il 2030 ci siano una o più stazioni spaziali private in LEO non ci crede nessuno, io mi aspetto che nei prossimi anni si comincerà a parlare di un’estensione oltre il 2030.

E per questo ovviamente si porrà il problema di come fare se e quando Roscosmos si vorrà tirare fuori.

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Giudizio un po’ tranchant…
Ci sono diversi attori a buon punto… Forse nel 2030 non vi saranno stazioni complete ed autonome, oppure pronte ad un’abitabilità continuativa.
Direi che ci credono almeno gli investitori di questi signori! :laughing:

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Un articolo che replica il vostro botta e risposta del forum :smiley:

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Lascia il tempo che trova… Nessuna azienda privata sosterrà mai di essere in ritardo sulla schedule :laughing:

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E vale anche per NASA… un conto è quello che dicono in pubblico, che ha una certa rilevanza politica, un altro conto è quello che pensano e dicono all’interno (e mi fermo qui :wink: )

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Ma i moduli più vecchi della ISS potranno arrivare al 2030? Sono previsti interventi per estendere la loro vita utile?

Ieri, martedì 2 luglio 2024, il capo di Roscosmos Yuri Borisov ha firmato il piano generale per la creazione della Stazione russa ROSS.
Katya Pavlushenko ha seguito l’evento e ha scritto questo thread.
https://x.com/katlinegrey/status/1808169716613009608

Dice che il primo modulo ad essere lanciato sarà quello scientifico e di servizio (costruito in origine per la ISS), nel 2027 con un Angara A5M nel suo volo inaugurale :no_mouth:.
Poi sarà il turno subito della navetta Orel con equipaggio, a fine 2028.
Poi saranno lanciati il “nodo universale” :thinking: e i “moduli gateway” :thinking: fra il 2028 e il 2030.

Dice che il documento è stato firmato da 19 capi di aziende di Roscosmos, ma ci tiene a precisare che non sembravano felici.

Questa è una scansione del piano:

https://x.com/katlinegrey/status/1808425637025386547

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In 2,5 anni lanciano il primo modulo
in 4 la nuova navicella
in 6 finiscono la stazione.
Si vede che utilizzeranno le stesse modalità già utilizzate per Nauka :rofl: :rofl: :rofl: Oppure hanno imparato ad usare EMT (Elon Musk Time)

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Well, in bocca al lupo, e benvenuti nel passato. :confused:
Vedremo quanto del piano sopravvivera’ il contatto con la realta’.

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Poco o nulla.

Alla luce di una realtà economica stravolta dall’invasione dell’Ucraina e dalle conseguenti sanzioni internazionali nonché da un inesorabile declino tecnologico ed industriale che investe la Russia da almeno un paio di decenni.

La Russia spaziale attuale sopravvive grazie alle rendite dei “gioelli di famiglia” ereditati dall’URSS (Soyuz razzo e capsula, moduli pressurizzati dell’ex OKB-52 di Chelomej).
La Russia del futuro, si fa per dire, si è persa dietro programmi inconcludenti come l’Angara (nelle sue varie evoluzioni) ed il cosmodromo di Vostochnij.

Per il resto basta vedere quante capsule di nuova generazione hanno volato finora, nonostante i venti e passa anni di sviluppo (PTK-NP, PPTS, Federatsya, Orel, Oryol non so quante volte hanno cambiato nome al programma): ovvero zero.

Questo manifesto lo prendo per quel che vale, ovvero una propaganda ad uso interno come la propaganda di epoca sovietica.

Al netto dei programmi militari, imho, il futuro spaziale della Russia (se ci sarà) parlerà sempre più…cinese.

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Sono d’accordo con Peppe; non soltanto non ci sono i soldi,ma c’è anche una difficoltà estrema (per non dire un impossibilità) di realizzare “in casa” ed in modo autarchico un programma del genere.
Realisticamente,al netto di un pura e semplice interruzione dei voli umani,l’unico futuro possibile per la Russia sono ospitate sulla stazione Cinese,usando la vecchia e cara Soyuz.
A questo proposito ho una domanda:
Sarebbe tecnicamente possibile modificare il modulo scientifico costruito per la ISS, per attraccarlo alla stazione Cinese,costituendo una specie di depandance ad uso Russo,o dal punto di vista dei cablaggi e dei raccordi un operazione del genere sarebbe non fattibile?

Onestamente non so rispondere alla tua domanda.

Una cosa la so per certa, non credo proprio che i cinesi autorizzeranno mai all’attracco di una Soyuz/Progress con la propria stazione spaziale.

E’ vero che condividono il sistema di attracco universale APAS, ma a quanto ne so i cinesi utilizzano un sistema di rendez-vous e docking completamente proprietario e molto più efficiente rispetto al vecchio Kurs in uso sulle Soyuz.

Se la visita di una Soyuz alla Tiangong fosse stata così “banale” sarebbe già stata fatta, non foss’altro che per motivi politici e propagandistici.

Una piccola nota: dal momento che i cinesi hanno derivato (derivato non copiato) la Shenzhou dalla Soyuz si è portati a pensare che l’influsso della cosmonautica russa sia stato determinante per quella cinese. Nulla di più sbagliato, nonostante tutto l’astronautica cinese deriva da quella occidentale, anzi americana in particolare.

Se si analizzano i vari vettori Lunga Marcia, ad esempio il CZ-2F, si riscontrano similitudini con quelli della famiglia Thor-Delta più di ogni altra cosa mai realizzata in Russia. Per le stazioni spaziali vale lo stesso discorso. Il Tianhe, modulo “core” della CSS, ha un’architettura molto simile a quella del Mir Core ma se si analizzano i vari sistemi e sottosistemi risulta più simile a quelli realizzati per la ISS.

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Una sorta di clone di Prichal

Prima che Nauka ne assorbidde in parte la funzione Prichal sarebbe dovuto essere affiancato da un paio di NEM-1 [e qui], appaltati a RKK Energia, poi (2022) ‘rivenduto’ come primo modulo di ROSS.

Nauka*, Prichal* ed i NEM dovevano già ab origine diventare una stazione indipendente russa quando ci si aspettava che la ISS finisse nel '24 (staccandosene come farà la Axiom Station) ma la realtà non glielo ha permesso…
(*: lanciati nel 2021, rispettivamente il 21/07 eil 24/11)

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Impossibile raggiungere la stazione spaziale cinese da Baikonour con la Soyuz. Forse (e dico forse) da Vostochnij con Angara

Paradossalmente avrebbero potuto raggiungerla da Kourou… https://forum.nasaspaceflight.com/index.php?topic=54107.0

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@carmelo_pugliatti ricordo espressamente un passaggio: la Russia aveva chiesto ai colleghi cinesi di inserire la lo loro stazione spaziale in un differente piano orbitale, affinché da facilitare una visita dal territorio russo e/o kazako. La Cina ha risposto rispedendo al mittente la proposta. E @fbadini mi ha dato indirettamente conferma.

È vero che tra Russia-Cina c’è empatia e una potenziale opportunità per i primi, visto che i rapporti con gli Stati Uniti e soci sono stati drasticamente ridimensionati. Credo che si andrà per gradi come successo con la Mir, anche alla luce degli investimenti profusi e del piano di crescita che la Cina si è posta come obiettivo. Quindi prima l’apertura dell’avamposto alle persone delle nazioni amiche, poi via via ospiti internazionali. Un primo segnale è l’aver nominato del quarto e più recente gruppo di selezione due candidati astronauti delle regioni amministrative speciali di Hong Kong e Macao.

L’alleanza tra Unione Sovietica e Stati Uniti nata ai tempi della Mir, fondamentale per la Stazione Spaziale Internazionale, è diversa da quella che potrebbe essere tra Russia e Cina. Tornando nel passato, i primi erano due superpotenze a quei tempi, con punti forti complementari trovando giovamento entrambi. Non vedo come la Cina possa avere dei benefici con la cooperazione di spessore con la Russia, se non rimettendoci. Soppesando le due nazioni, l’ago della bilancia pende da un solo lato!

La penso come @archipeppe, idem sull’idea di modificare il modulo NEM (il modulo per la scienza e la produzione energetica) per l’avamposto cinese. È troppo prematuro adesso, secondo me, oltre che un azzardo siccome già i programmi spaziali nazionali stentano a essere realizzati. Se mai la collaborazione andrà in porto, mi aspetto di vedere inizialmente e più realisticamente cosmonauti come passeggeri della Shenzhou e solo in un secondo momento, anche ripongo forti dubbi, un attracco con russi a bordo della Sojuz/Orël.

È alla luce del Sole che la Russia ha perso il suo ruolo di attore protagonista nel panorama spaziale, sebbene resti il valore tecnico in alcuni settori. Senza un cambio deciso di rotta e finanziamenti, il futuro è tutt’altro che roseo e la prospettiva di essere un mero comprimario, dovendo fare a meno della indipendenza di cui ha beneficiato fino ad oggi.

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E allora,sfumata la carta Cinese,non vedo propio come un programma manned Russo possa sopravvivere una volta terminata l’esperienza con la ISS.
Al netto di un cambio di regime ( o comunque un regime più “morbido”) a Mosca,che consenta un attenuazione delle sanzioni e magari la collaborazione Russa con il programma lunare internazionale,non vedo come la Russia possa non dirò realizzare i progetti che ha su carta,ma anche soltanto lanciare un modulo spartano cui far agganciare periodicamente le Soyuz.
Una volta che il programma Russo sarà entrato in una fasi di stasi,perdere conoscenze,capacità produttive e know out tecnologico è un attimo.
Anche qui,potrebbero i Cinesi (in cambio di risorse Russe ovviamente) fornire un rivolo di aiuti per mantenere in vita una minima capacità Russa di accesso umano allo spazio?
Potrebbe riproporsi la preoccupazione di fine anni 90 (alla base della costruzione della stazione spaziale internazionale) di una diasopra di tecnici e scienziati spaziali Russi verso “Stati canaglia” o organizzazioni di vario tipo?
La fine di una grande tradizione in campo astronautico non è solo triste,ma comporta anche tutta una serie di problemi e considerazioni di ordine pratico e geopolitico.

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Infatti non sopravviverà.

Il massimo che faranno i cinesi sarà offrire un sedile sull’attuale Shenzhou o sulla prossima Mengzhou, a pagamento s’intende, esattamente come faceva la Russia con gli Stati Uniti fino all’avvento di SpaceX.

La situazione è molto (ma molto) più grave rispetto agli anni 90. Se allora la preoccupazione era quella di impedire il trasferimento di risorse umane e “know how” russi o ex-sovietici verso i cosidetti “stati canaglia”, oggi la Russia è considerata essa stessa uno “stato canaglia” con tutti gli annessi e connessi:

https://www.wsj.com/articles/putins-rogue-state-140d876f

In ogni caso una possibile ed eventuale diaspora di tecnici, ad oggi, può avere al massimo un paio di destinazioni geografiche: l’India (che sta per affacciarsi al volo spaziale umano) oppure l’Iran (che vorrebbe poter entrare nel “grande gioco” ma non ha i mezzi tecnici).

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Alla fine si tratta di un progetto.
Anche la Repubblica delle Banane può progettare un volo umano verso Plutone.
E’ triste vedere come il programma spaziale russo stia declinando. Mentre in tutto il mondo si anela ad un posto in orbita, la Russia sembra volersi sfilare. Si parla di mercato e commercializzazione dello spazio e lì si ritraggono.
D’altronde in questo momento le finanze sono quello che sono. La loro operazione di polizia oltre confine si è rivelata più costosa e lunga del previsto con una serie di imprevisti sottostimati.
Quindi, a parte lo spazio militare, il resto deve attendere.
Ma se adesso l’azione di polizia venisse a cessare e con essa le sanzioni, cosa farà la Russia in campo spaziale? E’ tardi? Si riprenderà?

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