In comune hanno praticamente solo una parte del nome e il fatto che sono motori che usano NTO e MMH.
Inoltre, dall’artico di Ars:
“The firing was intended to demonstrate integrated systems SuperDraco performance in two times vehicle level vibro-acoustic-like for abort environments,” Sanders said. Sanders explained that the test was simulating the Falcon 9 rocket below the spacecraft breaking apart and triggering an abort.
Quindi non era un semplice static fire come si pensava all’inizio, ma era un abort simulato per lo meno dal punto di vista delle vibrazioni.
Teoricamente la tipologia di problemi potrebbe essere o Software, Il sistema ha Triggerato l’aborto ma un problema software ha causato l’ esplosione, oppure un problema di tipo hardware ai componenti, o almeno a me vengono in mente queste possibili cause
Stavo valutando un aspetto, che prescinde da quel che è successo. Un veicolo spaziale può essere distrutto da un errore software?
Penso ai vari sistemi, ed a come gli stessi maneggino l’hardware. Ad esempio penso al caso in cui un errore nel timing di apertura di valvole possa causare, dico per dire, il travaso di un reagente nel serbatoio di un altro reagente a pressione inferiore. Oppure all’accensione di un motore quando è ancora montata una carenatura.
Qui ci sono persone che ci lavorano, chiedo: in ambito aerospaziale esistono norme specifiche che obbligano ad usare soluzioni a prova di errore o no? Penso al mio ambito di lavoro e ci sono in determinati contesti norme che obbligano per esempio all’interblocco di porte in una catena di pressioni relative per accedere ad un livello superiore di un laboratorio.
Nello spazio non c’è ovviamente uno standard industriale, ogni veicolo ha delle specifiche spesso uniche e difficilmente inseribili in un contesto normativo, per questo sono curioso se la logica di tolleranza agli errori sia lasciata alla validazione del singolo progetto.
Quello che non capisco é che, nonostante sia passata ormai una settimana, non é uscito uno straccio di comunicato, né da Nasa né da SX, che dia conto almeno di quel che si sa… In primis se la DM1 é in pezzi, o magari é solamente danneggiata. Poi ci vorrà il tempo che ci vorrà per terminare le analisi dell’incidente, ma almeno sapere com’era “ground zero” me l’aspetterei… Strano, a maggior ragione considerando Musk… Speravo che “veli sovietici” non se ne vedessero piú…
Aggiungo anche il Proton-M/DM-03 del Luglio 2013 coi 3 satelliti GLONASS. Alcuni sensori erano stati montati al contrario ma anche il software non era pensato per escludere dati palesemente errati.
Personalmente non lo trovo strano. Non dimentichiamo che SpaceX è un attore privato che in quanto tale non deve rispondere all’opinione pubblica o a qualche organo politico.
Non aspettiamoci che SpaceX sia tenuta a dar conto delle cause approfondite del problema ad alcuno, se non alla NASA (che è allo stesso tempo cliente e controllore). Naturalmente poi il mercato potrebbe punire la mancanza di “trasparenza”, ma per ora quel mercato ha un solo cliente, NASA.
Concordo.
In realtà Spacex (cioé Musk) si é sempre distinta per la massima trasparenza, con tanto di autoironia. Trasformando i fallimenti come occasioni di miglioramento.
Ora EM tace. Neppure una sillaba.
Comunque con un po’ di pazienza qualcosa arriverà.
Quello che è successo è gravissimo potrebbe potenzialmente essere la pietra tombale per la Crew Dragon. Non credo che Musk possa essere in vena di ironia questo giro.
Il difetto software è per forza legato all’hardware perché è lui che lo deve gestire assieme ad una dose di casi non ideali. Non è vero il contrario visto che il difetto hardware come quello dei COPV è un problema strutturale che non ha nulla a che vedere col software.
In questo video viene fatta una considerazione sulla Crew Dragon molto interessante: ovvero la necessità di integrare il launch abort system nella capsula era per farla atterrare sulla terra ferma e poi riutilizzarla. Ma allo stato attuale, indipendentemente dal problema avvenuto durante questi test, la capsula atterra in mare e potrebbe venire riutilizzata solo come cargo stravolgendo così l’idea iniziale.
Conoscendo Musk vedrete che tra qualche giorno si farà sentire su questa storia su Twitter (magari rispondendo a qualche domanda), è stata una settimana impegnativa e pesante su altri “versanti” per lui.
Pietra tombale no. Ma forse ( attenzione iffing basato su feelings) si riterrà necessario ridisegnare il LES della Dragon, allontanandolo dal suo pressure vessel (come sullo Starliner diciamo). Ovviamente sarebbe un grosso delay. Certamente convengo che il silenzio assoluto, non solo di Musk, ma anche di NASA e SpX è un pò sospetto. Io spero che si risolva tutto per il meglio.
Il problema dei COPV in rientro era stata già affrontata con lo Shuttle ed anche con pressioni interne molto superiori, quindi o magari le procedure di ispezione sono state un po’ “tirate via” o parliamo di un grosso problema Di progettazione