Ognuno è libero di farsi una sua opinione e scrivere quel che crede, ma francamente la tua mi pare una posizione preconcetta tanto quanto quella che denunci: secondo te la talpa è progettata male e quindi ovviamente questa pubblicazione scientifica proverebbe una sorta di “truffa”.
Io non sono né un geologo né un ingegnere esperto di penetratori, e quindi non mi azzardo a fare commenti così sprezzanti di fronte ad un paper scientifico zeppo di citazioni (vedi sotto) che andrebbero approfondite e smentite, e che a me personalmente pare scritto con toni estremamente prudenti quando si passa a valutare le caratteristiche del suolo marziano.
A me sembra che il paper sia molto “onesto” nell’ammettere tutte le assunzioni e le ipotesi alla base delle scelte di design fatte nel corso del progetto.
Ad esempio nel paragrafo 2.2 si legge (enfasi mie):
The uncertainty of the heat flow measurement will depend on the thermal properties of the regolith (e.g., Grott et al. 2010). Unfortunately, these values are not well known for Mars in general and not for the InSight landing site.
…
If the Mole encounters a rock larger than a few 10s of cm as it moves forward, it could be blocked from further advancement. The likelihood of such an encounter between the surface and the required (3 m) or target (5 m) depths has been calculated to be 43% and 59%, respectively. This estimate uses the most pessimistic models, where the surface rock abundance is taken as 5% and the Mole is stopped by any rock regardless of shape or orientation if it is 10 cm or larger. If less conservative assumptions are made about surface rock abundance (e.g., 2.5% or less) and demonstrated capabilities of the Mole are allowed for (e.g., the Mole can push rocks up to 15 cm out of its way within the regolith, and can also deflect around rocks encountered at angles ≤45 degrees), the probability of success increases to 98% and 90%, respectively (Golombek et al. 2017).
Insomma, per farla breve, le condizioni operative della talpa erano stimate, basate su osservazioni orbitali. Il punto preciso del landing di InSight non era conoscibile con precisione al metro. Le proprietà della regolite nel punto di atterraggio erano un’ulteriore ipotesi sull’ipotesi. Un’esplorazione del sottosuolo marziano profondo è sostanzialmente impossibile dall’orbita (se non non avrebbe avuto senso nemmeno inviare la talpa).
Un possibile insuccesso era messo in conto e sicuramente insegnerà molto anche caprie come il fallimento della talpa sta avvenendo.
Una “cattiva progettazione” presuppone che date certe condizioni iniziali note, si sia commesso un errore nella realizzazione del progetto.
Le condizioni iniziali non erano note ma stimate, e si sono fatte delle scelte basandosi su quelle ipotesi.
Anche per Philae, il robottino “figlio” di Rosetta, si fecero certe ipotesi rivelatesi poi abbastanza errate, al punto che il trapano non ha mai davvero funzionato, gli arpioni non furono capaci di bucare la dura crosta della cometa (si era stimata più morbida) e il piccolo Lander rischiò di rimbalzare via dalla cometa.
Le missioni spaziali che fanno qualcosa per la prima volta sono così, che ci piaccia o no.
Il resto sono chiacchere da umarel.